RELATIONSHIP
BETWEEN SELECTIVE CYCLOOXYGENASE-2 INHIBITORS AND ACUTE MYOCARDIAL INFARCTION
IN OLDER ADULTS
Solomon DH, Schneeweiss S, Glynn RJ et al.
Circulation, published on line, aprile 2004
Su
Circulation del 19 aprile 2004 sono stati pubblicati i risultati dell'ultimo
studio finalizzato a valutare l'aumento del rischio di infarto miocardico
acuto (IM) nei pazienti trattati con rofecoxib, un inibitore della ciclossigenasi-2
(COX-2). I ricercatori hanno osservato che i soggetti che assumevano rofecoxib
per il trattamento dell'osteoartrite presentavano un rischio di avere
un IM del 24% superiore rispetto a quello dei pazienti trattati con un
altro agente inibitore della COX-2, il celecoxib.
I coxib rappresentano la classe di farmaci più utilizzata nella
terapia dell'artrite, con più di 41 milioni di prescrizioni negli
Stati Uniti nel 2002. È importante, per i medici e per i pazienti,
essere a conoscenza del fatto che rofecoxib aumenta il rischio di attacchi
cardiaci e che il suo utilizzo dovrebbe essere considerato sulla base
del suo potenziale rischio.
Lo studio ha coinvolto 54.475 soggetti di età > 65 anni,
randomizzati al trattamento con rofecoxib, celecoxib oppure placebo. Tutti
i pazienti presentavano, al basale, un quadro clinico simile, soprattutto
in termini di fattori di rischio per l'IM, come diabete, ipertensione
e malattia cardiaca precedente. Il gruppo che ha assunto rofecoxib presentava
un rischio più alto (circa il 24% in più) di incorrere in
un IM, rispetto al gruppo trattato con celecoxib; inoltre il rischio risultava
maggiore tra i soggetti che avevano assunto una dose di rofecoxib superiore
a 25 mg/die durante i primi 60 giorni di terapia. Ancora, rofecoxib aumentava
il rischio di IM sia rispetto a quello di pazienti trattati con altri
farmaci antinfiammatori non steroidei, come ibuprofene, sia rispetto a
quello dei pazienti trattati con placebo (17% e 14% rispettivamente).
Numerosi potrebbero essere i meccanismi biologici alla base di una potenziale
associazione tra inibitori selettivi della COX-2 ed eventi coronarici.
Per esempio, in modelli di ratto dell'ipertensione, celecoxib ma non rofecoxib
può essere associato ad aumenti della funzionalità endoteliale
e dello stress ossidativo.
Sono necessari però altri studi per poter aiutare il medico prescrittore
a stabilire in quali pazienti i benefici di una terapia con rofecoxib
superino i potenziali rischi di incorrere in un infarto del miocardio.
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