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        PRESSURE DESTABILIZATION AND EDEMA AMONG 8538 USERS OF CELECOXIB, ROFECOXIB, 
        AND NONSELECTIVE NONSTEROIDAL ANTIINFLAMMATORY DRUGS (NSAID) AND NONUSERS 
        OF NSAID RECEIVING ORDINARY CLINICAL CAREWolfe F, Zhao S, Pettitt D
 J Rheumatol 2004; 31:1143-1151
 In questo studio è stata valutata la relazione tra FANS tradizionali, 
        rofecoxib e celecoxib e il rischio di edema e di destabilizzazione della 
        pressione sanguigna in pazienti con artrite reumatoide e osteoartrite 
        che ricevevano le normali cure cliniche.
 Ai pazienti che partecipavano allo studio a lungo termine venivano richieste 
        informazioni riguardo l'uso di farmaci, la presenza di edema, gli aumenti 
        della pressione sanguigna verificatisi nei sei mesi precedenti. Per misurare 
        gli effetti dei farmaci in esame, l'analisi è stata ristretta a 
        8.538 pazienti che avevano assunto esclusivamente FANS, rofecoxib o celecoxib 
        ed è stato fatto il confronto con individui che non utilizzavano 
        questi farmaci. È stata valutata la destabilizzazione della pressione 
        sanguigna in base alle informazioni fornite dai pazienti sull'aumento 
        della pressione e/o sulla difficoltà nel tenerla sotto controllo.
 Rispetto ai non utilizzatori, i pazienti che assumevano rofecoxib, ma 
        non celecoxib o altri FANS non selettivi, mostravano un aumento della 
        percentuale di edema (23,3% vs 18,0%) mentre le percentuali relative a 
        celecoxib e altri FANS erano 17,5% e 18,2%, rispettivamente. Il rischio 
        aggiustato per l'edema era significativamente più alto con rofecoxib 
        rispetto a relecoxib (odds ratio [OR] 1,33, IC 95% 1,08-1,64).
 Nello studio è stato valutato anche il rischio di incremento della 
        pressione sanguigna associato all'utilizzo dei FANS tradizionali e dei 
        due coxib. Tra i pazienti che non erano risultati ipertesi prima della 
        terapia, coloro che assumevano celecoxib o altri FANS non mostravano differenze 
        significative rispetto ai non utilizzatori. Invece, è stato osservato 
        un notevole rischio di aumento della pressione in coloro che assumevano 
        rofecoxib (OR 2,08, IC 95% 1,41-3,06). Anche tra i pazienti già 
        ipertesi, è stato osservato un aumento del rischio di un incremento 
        dei valori pressori per coloro che assumevano rofecoxib rispetto ai controlli 
        (OR 1,55, IC 95% 1,23-1,96); tale aumento del rischio non era significativo, 
        invece, per coloro che utilizzavano celecoxib o gli altri FANS. In particolare, 
        all'uso di rofecoxib era associato un aumento del rischio, rispetto a 
        celecoxib, sia per i pazienti con ipertensione (OR 1,21, IC 95% 1,03-1,61), 
        sia per quelli non ipertesi (OR 1,42, IC 95% 0,96-2,22).
 Inoltre, i pazienti trattati con rofecoxib riportavano, come effetti avversi, 
        edema e aumento della pressione con una frequenza da 2,16 a 3,82 volte 
        maggiore rispetto a coloro che utilizzavano celecoxib.
 In conclusione, dai risultati dello studio si evince che all'utilizzo 
        di rofecoxib, ma non di celecoxib o degli altri FANS, è associato 
        un aumento del rischio di edema e di aumento della pressione sanguigna.
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