UN CASO DI TOSSICITA' DA SALICILATI 35 ORE DOPO LA SOMMINISTRAZIONE


DELAYED SALICYLATE TOXICITY AT 35 HOURS WITHOUT EARLY MANIFESTATIONS FOLLOWING SINGLE SALICYLATE INGESTION
Rivera W, Kleinschmidt K, Keyes D, et al.
The Annals of Pharmacotherapy 2004; 38:1186-1188

OBIETTIVO Riportare un caso di tossicità ritardata comparsa in seguito all'assunzione di aspirina, quando le concentrazioni ematiche iniziali del farmaco erano molto basse e la paziente risultava completamente asintomatica nelle prime 35 ore successive all'assunzione del farmaco.
IL CASO Una ragazza, bianca, di 14 anni, ha assunto con una singola ingestione 120 compresse di aspirina 81 mg/cps. Al momento del ricovero in ospedale la paziente denunciava nausea, dolore addominale, ronzii all'orecchio e respiro affannoso. E' stata subito trattata con una dose di carbone attivo. Il primo dosaggio di salicilato (dopo 4 ore dall'assunzione) corrispondeva a 1 mg/dL. A 35 ore i sintomi dell'intossicazione da aspirina si sono acutizzati (capogiro, disturbi auricolari ed epigastrici) e i valori ematici sono saliti a 36 mg/dL. Alla paziente è stata somministrata una seconda dose di carbone attivo, accompagnata da bicarbonato e potassio in infusione endovena continua per 30 ore.
DISCUSSIONE Mentre casi di tossicità ritardata da salicilati sono già presenti in letteratura e quindi non rappresentano niente di nuovo, questo è il primo report in cui si osserva un aumento dei livelli ematici di farmaco fino ad arrivare a dosaggi tossici, dopo 35 ore dall'ingestione. L'assorbimento ritardato dell'aspirina potrebbe essere stato causato da un pilorospasmo indotto dallo stesso farmaco oppure dalla formazione di suoi antagonisti competitivi per il recettore.
CONCLUSIONI Nei casi di abuso di salicilati, è importante seguire l'andamento delle concentrazioni ematiche del farmaco ogni 4 ore finché non iniziano a diminuire in modo continuativo e stabile e il paziente non mostra più i sintomi dell'intossicazione.