ORAL
ERYTHROMYCIN COMBINED WITH SOME DRUGS MAY INCREASE SUDDEN CARDIAC DEATH
RISK
Ray WA; Murray KT; Meredith S; Narasimhulu SS; Hall K; Stein CM.
New England Journal of Medicine 2004; 351 (11): 1089-1096.
INTRODUZIONE
Eritromicina è un antibiotico (prodotto da un ceppo di Streptomyces
erythreus) appartenente alla famiglia dei macrolidi, di uso molto
comune in quanto poco costoso ed anche molto sicuro dal punto di vista
degli effetti indesiderati.
L'uso di questo farmaco in diversi case report è stato associato
ad un aumento del rischio di sindrome da torsades de pointes. La
sindrome da torsades de pointes (TdP), conosciuta anche come sindrome
del complesso QT allungato (LQTS), è una grave forma di tachicardia
ventricolare, potenzialmente fatale. L'aumento del rischio di TdP è
compatibile con gli effetti dell'eritromicina sull'elettrofisiologia cardiaca
che comprendono il prolungamento dell'intervallo QT e il blocco dei canali
del potassio codificati dal gene HERG.
Anche le interazioni farmacocinetiche possono aumentare il rischio di
morte cardiaca improvvisa tra i pazienti in cura con eritromicina. Infatti,
eritromicina è metabolizzata estensivamente dal CYP 3A4, un isoenzima
appartenente alla superfamiglia del citocromo P450. Molte sostanze di
uso comune sono in grado di inibire il metabolismo dei farmaci mediato
dal CYP 3A4, portando ad un aumento delle concentrazioni plasmatiche di
eritromicina che ha come conseguenza l'aumento del rischio di aritmia
ventricolare e di morte improvvisa. Tra i farmaci in grado di operare
tale inibizione vi sono gli antimicotici azolici, alcuni bloccanti dei
canali del calcio e alcuni antidepressivi.
In questo studio è stata valutata l'associazione tra l'uso di eritromicina
somministrata per via orale e il rischio di morte cardiaca improvvisa
e quanto tale rischio venga incrementato dalla somministrazione contemporanea
di inibitori del CYP 3A4.
METODI Sono stati analizzati gli archivi medici del programma
sanitario del Tennessee (USA) e sono stati individuati 1476 casi di pazienti
deceduti per morte improvvisa attribuibile a cause cardiache, avvenute
tra il 1988 e il 1993. Sono state quindi analizzate le prescrizioni di
eritromicina e di amoxicillina, un altro antibiotico con indicazioni simili
ma che non prolunga la ripolarizzazione cardiaca, presenti nel database
delle prescrizioni farmaceutiche.
Nello studio sono stati considerati come inibitori del CYP 3A4 derivati
del nitroimidazolo, diltiazem, verapamil e troleandromicina.
RISULTATI L'analisi dei dati ha rivelato che il rischio di morte
cardiaca improvvisa era due volte più alto neii pazienti che stavano
assumendo eritromicina rispetto a coloro che non avevano utilizzato nessuno
degli antibiotici in studio (rapporto tra i tassi di incidenza 2,01; IC
95% 1,08-3,75; P=0,03). Non è stato evidenziato un aumento
significativo del rischio di morte cardiaca improvvisa tra coloro che
avevano assunto eritromicina precedentemente (rapporto tra i tassi di
incidenza 0,89; 0,72-1,09; P=0,26), e tra coloro che stavano utilizzando
amoxicillina (rapporto tra i tassi di incidenza 1,18; 0,59-2,36; P=0,65).
Rispetto ai soggetti che non avevano assunto né gli inibitori del
CYP 3A4 né gli antibiotici in studio, il tasso aggiustato di morte
improvvisa per cause cardiache era cinque volte più elevato in
coloro che avevano assunto eritromicina insieme ad inibitori del CYP 3A4
(rapporto tra i tassi di incidenza 5,35; 1,72-16,64; P=0,04). Invece,
coloro che avevano assunto amoxicillina e inibitori del CYP 3A4 e coloro
che stavano assumendo gli antibiotici in studio e che avevano precedentemente
assunto inibitori del CYP 3A4 non mostravano un incremento del rischio
di morte improvvisa.
CONCLUSIONI L'utilizzo concomitante di eritromicina e di farmaci
forti inibitori del CYP 3A4 dovrebbe essere evitato.
COMMENTO
Eritromicina è un farmaco ampiamente utilizzato nonostante sia
noto il rischio di prolungamento dell'intervallo QT. Precedenti studi
avevano evidenziato il rischio di aritmia con le formulazioni di eritromicina
per via endovenosa, ma tale evento non era stato analizzato con la formulazione
orale del farmaco.
L'aumentato rischio di aritmie associato alla somministrazione endovenosa
di eritromicina sembra essere correlato al repentino aumento delle concentrazioni
seriche del farmaco dovute alla modalità di somministrazione. È
quindi lecito supporre che l'uso contemporaneo di inibitori del CYP 3A4
possa aumentare i livelli serici di eritromicina somministrata per os
e con essi il rischio di tachicardia ventricolare.
In conclusione gli autori suggeriscono di usare particolare cautela quando
prescrivono farmaci di uso comune, quali diltiazem e verapamil, che inibiscono
il CYP 3A4 e possono portare ad un aumento delle concentrazioni seriche
di eritromicina con potenziale rischio di morte cardiaca improvvisa.
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