PROBABLE
VANCOMYCIN-INDUCED NEUTROPENIA
The Annals of Pharmacotherapy 2004; 38:1855-1859
OBIETTIVO Riportare un caso di neutropenia indotta da vancomicina.
IL CASO Un uomo, bianco, di 64 anni, è stato trattato con
vancomicina e.v. 1,5 g/die per osteomielite ad un dito e dopo 21 giorni
di terapia ha sviluppato neutropenia. La conta assoluta dei neutrofili
ha evidenziato un numero ridotto a 418 cellule/mm3 durante
la terapia con vancomicina, risalito poi nel range di normalità
7 giorni dopo aver cessato di assumere il farmaco. La conta degli eosinofili
era molto elevata durante la crisi neutropenica e probabilmente risultava
correlata anch'essa alla vancomicina. In base alla scala delle probabilità
di Naranjo, tale effetto collaterale era probabilmente legato all'impiego
di questo farmaco.
DISCUSSIONE In letteratura sono già presenti casi di neutropenia
indotta da vancomicina ed in tutti i casi i pazienti hanno sviluppato
questo effetto collaterale all'incirca dopo 12 giorni di terapia. Le conte
dei neutrofili in genere risalivano dopo l'interruzione della terapia.
In un caso le condizioni del paziente sono notevolmente migliorate in
seguito alla sostituzione di vancomicina con un altro antibiotico, la
teicoplanina. In altri casi invece, vancomicina è stata affiancata
da figrastim per il trattamento della neutropenia. Il meccanismo che sta
alla base di questo effetto collaterale non è stato ancora chiarito,
ma sembra avere una componente immuno-mediata.
CONCLUSIONI La terapia con vancomicina non dovrebbe essere effettuata
per tempi troppo lunghi, se non assolutamente necessaria, e soprattutto
dovrebbe essere riservata a pazienti affetti da infezioni da gram-positivi
resistenti ad altre terapie antibiotiche. Inoltre questi pazienti dovrebbero
essere periodicamente sottoposti ad una conta delle cellule bianche e
dei neutrofili, considerando l'eventualità di interrompere la terapia
in caso di comparsa di neutropenia.
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