FETAL
TOXIC EFFECTS OF ANGIOTENSIN II RECEPTOR ANTAGONISTS: CASE REPORT AND
FOLLOW-UP AFTER BIRTH
Bos-Thompson M.A, Buys D.H, Morin D. et al.
The Annals of Pharmacotherapy 2005; 39:157-161
OBIETTIVO
Riportare il caso di un bimbo nato con una insufficienza renale in seguito
a grave anidramnios (assenza totale di liquido amniotico) causata dall'esposizione
della madre a terapia antipertensiva a base di valsartan (antagonista
del recettore di tipo 1 o AT1 dell'angiotensina II) e idroclorotiazide
durante le prime 28 settimane di gravidanza.
IL CASO Una donna, ipertesa, all'inizio della gravidanza non ha
interrotto la sua terapia a base di valsartan 80 mg/die, idroclorotiazide
12,5 mg/die, prazosina 10 mg/die, acetilsalicilato sale di lisina 100
mg/die e levotiroxina 250 µg/die. Alla 28a settimana
di gestazione è stata però diagnosticata una grave anidramnios
in seguito alla comparsa di elevati livelli di microglobulina ß2
nel sangue fetale prelevato dal cordone ombelicale. Interrompendo subito
l'assunzione di valsartan, la prognosi renale fetale è migliorata
notevolmente; utilizzando la scala delle probabilità di Naranjo
l'insufficienza renale è risultata probabilmente correlata a questo
farmaco. All'età di 2 anni e mezzo il bambino infatti riportava
solo una leggera insufficienza renale cronica, con livelli nella norma
dei parametri di funzionalità renale e nessuna evidenza di ricomparsa
della malattia.
DISCUSSIONE L'esposizione ad antagonisti AT1 durante la seconda
parte della gravidanza può causare anormalità simili a quelle
osservate; questi farmaci, riducendo la perfusione renale fetale, determinano
uno stato di oligoamnios (cospicua riduzione della quantità del
liquido amniotico) ed insufficienza renale neonatale. In letteratura sono
stati già pubblicati 14 casi di esposizione ad antagonisti AT1
di donne in gravidanza. Sei di questi hanno determinato la morte del nascituro;
due gravidanze non sono arrivate a termine a causa di una anidramnios
totale o per anormalità del feto non compatibili con la sua sopravvivenza;
in un caso l'insufficienza renale si è prolungata fino all'ottavo
mesi di età; negli altri casi le condizioni del bambino sono migliorate
durante il primo anno di vita.
CONCLUSIONI Gli antagonisti AT1 non dovrebbero essere assunti in
gravidanza. Se vengono prescritti ad una paziente che non è ancora
a conoscenza del proprio stato, il monitoraggio del volume del fluido
amniotico e dei livelli di microglobulina ß2 nel sangue fetale dopo
interruzione della terapia, può aiutare a comprendere le condizioni
del nascituro.
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