LA TERAPIA CONTRO IL TUMORE AL SENO AUMENTA IL RISCHIO D'INSORGENZA DI COMPLICAZIONI FATALI PER IL PAZIENTE


LIFE-THREATENING SEPSIS ASSOCIATED WITH ADJUVANT DOXORUBICIN PLUS DOCETAXEL FOR INTERMEDIATE-RISK BREAST CANCER
Brain EG, Bachelot T, Serin D, et al.
JAMA 2005 May 18;293(19):2367-71



Il regime terapeutico per la cura del tumore della mammella che comprende doxorubicina e pacitaxel è associato ad un elevato rischio di sepsi pericolose per la vita e di altre gravi complicanze. Queste scoperte derivano da uno studio progettato per mettere a confronto il suddetto piano terapeutico e quello che prevede doxorubicina e ciclofosfamide. Appena attivato, comunque, il trattamento con docetaxel ha mostrato effetti collaterali tanto importanti da far terminare la sperimentazione ancor prima del raggiungimento dell'endpoint primario, ossia la sopravvivenza a 5 anni.
Tra le pazienti trattate con docetaxel si sono verificate due morti per la tossicità del farmaco ed un caso di peritonite perforativa. Nessun evento del genere è stato osservato nel gruppo trattato con ciclofosfamide. Questi elementi vanno a sostegno dei dati che mostrano che doxorubicina e docetaxel non sono migliori di doxorubicina e ciclofosfamide nel migliorare le possibilità di sopravvivenza ad uno stato precoce di malattia. Inoltre, i decessi per la tossicità della terapia sono stati confinati a pazienti che assumevano doxorubicina e docetaxel.
Lo studio in esame ha coinvolto 627 donne affette da cancro al seno a rischio intermedio, randomizzate a ricevere 4 sedute per entrambi i piani terapeutici dopo l'intervento chirurgico.
Oltre agli eventi avversi già menzionati, un gruppo di ricercatori francesi ha osservato un aumento dell'incidenza di neutropenia febbrile in donne in terapia con doxorubicina e docetaxel (41% rispetto a 7,1% del gruppo trattato con doxorubicina e ciclofosfammide, p>0,001).
L'associazione doxorubicina e docetaxel non deve quindi essere considerata un'alternativa alla terapia doxorubicina-ciclofosfammide, specie al di fuori di studi attentamente progettati che includono una profilassi primaria per la neutropenia febbrile.