ROSUVASTATIN
(CRESTOR) LINKED TO RISK OF MYOPATHY, RHABDOMYOLYSIS
Fonte: FDA, luglio 2005
Il 2 marzo scorso l'FDA ha approvato la revisione del foglietto illustrativo
di rosuvastatina sale di calcio al fine di richiamare l'attenzione sull'aumentato
rischio di tossicità muscolare grave (miopatia/rabdomiolisi) associata
all'uso del farmaco, specialmente alla dose più alta approvata
(40 mg). Durante le sperimentazioni cliniche è stata infatti rilevata
un'associazione fra rosuvastatina e aumento dell'incidenza di miopatia
e rabdomiolisi quando il farmaco veniva somministrato a dosi superiori
ai 40 mg. Sono stati anche riportati eventi avversi muscolo-scheletrici
(mialgia con complicazioni, miopatia e rabdomiolisi) nel periodo post-marketing
di rosuvastatina e di altri inibitori dell'enzima 3-idrossi-3-metilglutaril
coenzima A riduttasi (statine). Come per gli altri farmaci appartenenti
a questa classe, la rabdomiolisi accompagnata da insufficienza renale
acuta secondaria a mioglobinuria è stata raramente riportata, con
la più alta incidenza alla massima dose consentita.
Dato che il rischio di tossicità muscolare aumenta con i livelli
plasmatici del farmaco, la dose di 40 mg di rosuvastatina dovrebbe essere
prescritta unicamente a quei pazienti che non ottengono una adeguata riduzione
del colesterolo LDL con la dose di 20 mg. Si raccomanda di iniziare con
la dose di 5 mg nei pazienti che presentano fattori predisponenti per
le miopatie, come età avanzata (65 anni o più), ipotiroidismo
non adeguatamente trattato ed insufficienza renale. La contemporanea somministrazione
di altri farmaci ipolipemizzanti o ciclosporina potrebbe aumentare il
rischio di miopatia.
L'FDA consiglia di valutare con attenzione il rapporto rischio/beneficio
in caso si intenda associare una terapia con fibrati; dovrebbe essere
evitata, in generale, una terapia combinata rosuvastatina e gemfibrozil.
Il rischio di miopatia conseguente alla terapia con rosuvastatina potrebbe
inoltre esser più alto in pazienti di origine asiatica. Studi farmacocinetici
di fase 4 hanno mostrato che i livelli di rosuvastatina in soggetti americani
di origine asiatica erano circa il doppio di quelli rilevati in soggetti
bianchi che avevano assunto la medesima dose di farmaco.
Tutti i pazienti dovrebbero essere informati riguardo questi rischi potenziali
e dovrebbero segnalare prontamente sintomi come dolore muscolare, debolezza,
malessere, febbre, urine scure, nausea e vomito. Occorre sospendere temporaneamente
la terapia con rosuvastatina in presenza di sintomi acuti e gravi che
lascino supporre una miopatia o che predispongano allo sviluppo di un'insufficienza
renale secondaria alla rabdomiolisi come sepsi, ipotensione, disidratazione,
interventi chirurgici, traumi, attacchi improvvisi, gravi disturbi metabolici,
endocrini o elettrolitici.
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