DRUG
INTERACTIONS OF CLINICAL IMPORTANCE WITH ANTIHYPERGLYCAEMIC AGENTS AN
UPDATE
Scheen AJ
Drug Safety 2005; 28:601-631
Poiché il trattamento del diabete mellito di tipo 2 prevede solitamente
terapie combinate per ottenere un adeguato controllo glicemico e per curare
le patologie concomitanti (in particolare la dislipidemia e l'ipertensione
arteriosa), occorre valutare con molta attenzione le interazioni possibili
tra farmaci ipoglicemizzanti ed altre molecole. Sono stati esaurientemente
riportati gli effetti sinergici nell'abbassamento dei livelli di glucosio
delle associazione solfonilurea-metformina, solfonilurea-tiazolidindioni
e metformina- tiazolidindioni. È stata inoltre dimostrata l'associazione
positiva tra composti inibitori dell'alfa-glicosidasi e solfonilurea,
metformina o tiazolidindioni. Tali combinazioni portano ad una diminuzione
dell'emoglobina glicata (HbA1c) e della glicemia, sia a digiuno che postprandiale,
più marcata rispetto alla monoterapia. Non sembra che queste associazioni
apportino conseguenze cliniche di rilievo (talvolta sono state riscontrate
interferenze farmacocinetiche), né eventi avversi significativi,
eccetto un rischio maggiore di episodi di ipoglicemia.
Recentemente è stata proposta una tripla terapia con l'aggiunta
dei tiazolidindioni al classico binomio metformina-solfonilurea, efficace
nel controllo dei livelli di glucosio prima che si renda necessaria la
terapia con insulina. Questa strategia sembra essere sicura e non sono
stati ancora riportati casi di interazioni tra farmaci.
Interazioni potenziali potrebbero anche aver luogo fra farmaci antidiabetici
e molecole appartenenti ad altre classi frequentemente prescritte ai soggetti
diabetici (ipolipemizzanti ed antipertensivi); farmaci con un basso indice
terapeutico (digossina e warfarina) e gli induttori (rifampicina) o gli
inibitori (fluconazolo) del citocromo P450. Metformina, composto chiave
nel trattamento del diabete mellito di tipo 2 sia da sola che in associazione,
non provoca interazioni metaboliche clinicamente rilevanti poiché
il composto non viene metabolizzato e non inibisce il metabolismo di altri
farmaci. Al contrario, le solfoniluree e i tiazolidindioni sono estensivamente
metabolizzati nel fegato ad opera del citocromo P450 e possono essere
soggette a fenomeni di interazione tra farmaci. Numerose statine, ad esempio,
vengono metabolizzate dal medesimo sistema enzimatico. Anche se si dovessero
verificare piccole interazioni farmacocinetiche, non è chiaro se
questo provocherebbe conseguenze cliniche in termini di sicurezza ed efficacia.
Interazioni farmacocinetiche importanti sono invece state segnalate tra
gemfibrozil e repaglinide e tra gemfibrozil e rosiglitazone. Questo comporta
un drastico aumento delle concentrazioni plasmatiche del farmaco ipoglicemizzante
co-somministrato con il fibrato ed un aumento del rischio di reazioni
avverse. Alcuni antipertensivi, in particolare gli ACE-inibitori, possono
favorire gli episodi ipoglicemici quando somministrati contemporaneamente
a solfoniluree, ma questa sembra essere un'interazione farmacodinamica
più che farmacocinetica. Le interazioni tra farmaci ipoglicemizzanti
e warfarina e digossina sembrano essere inesistenti o di lieve entità.
Inoltre sono stati valutati gli effetti degli inibitori o induttori delle
isoforme del citocromo P450 sul metabolismo e sulla faramacocinetica di
ciascuna classe di antidiabetici. Nel volontario sano sono stati riportati
aumenti significativi (con gli inibitori di P450) o diminuzioni significative
(con gli induttori di P450) di solfoniluree e tiazolidindioni. Questi
cambiamenti dei parametri farmacocinetici potrebbero provocare un rafforzamento
o una diminuzione dell'azione ipoglicemizzante e conseguentemente un peggior
controllo della glicemia e dell'omeostasi metabolica.
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