ANTICHOLINERGIC
SYNDROME DUE TO 'DEVIL'S HERB': WHEN RISKS COME FROM THE ANCIENT TIME
Piccillo GA, Miele L, Mondati E, et al.
Int J Clin Pract 2006; 60:492-494
Una donna siciliana di 72 anni, ipertesa e in terapia con enalapril, è
stata portata al pronto soccorso allucinata, confusa, molto agitata e
con disturbi psicomotori. Nelle 2 ore precedenti il suo arrivo in ospedale
aveva lamentato dolori addominali, nausea e progressivi disturbi comportamentali.
Al momento dell'ammissione la paziente era tachipnoica (FR 25 atti/min)
e tachicardica (FC 110 battiti/min), aveva la cute secca ed iperemica
e presentava midriasi simmetrica non reattiva e xerostomia. La temperatura
corporea era 37,3 °C e la pressione sanguigna aveva raggiunto 158/98
mm Hg. Non vi erano depressioni a carico del sistema nervoso centrale
e tutti i riflessi (palpebrale, corneale, cutaneo, della tosse, della
deglutizione e osteotendineo) erano accentuati.
L'esame dell'addome ha rilevato la presenza di una vescica ingrossata
per la ritenzione urinaria (600 ml di urina espulsi via catetere). Tutti
i dati di laboratorio valutati (emocromo, glicemia, urea, creatinina,
elettroliti serici, bilirubina, proteine totali, transaminasi, LDH, fosfatasi
alcalina, GGT, colinesterasi, CPK, CK-MB, amilasi, lipasi, APTT, AP e
fibrinogeno) sono risultati nella norma, come pure è risultato
negativo lo screening dei farmaci.
Tutti i sintomi deponevano per una sindrome anticolinergica e, poiché
si escludevano responsabilità a carico di agenti simpaticomimetici
o di altri farmaci, è stato supposto un possibile ruolo causale
da parte di una pianta contenente alcaloidi anticolinergici o derivati
tropanici.
In effetti, 4 ore prima la donna aveva mangiato una pianta da lei stessa
raccolta nelle campagne vicino casa. Le analisi tossicologiche hanno poi
rilevato la presenza di Mandragora Autumnalis. Probabilmente la
donna l'aveva confusa con la Borago Officinalis, pianta edibile
e di aspetto molto simile alla velenosa Mandragora.
Dopo la conferma della diagnosi di avvelenamento da pianta, la paziente
è stata subito sottoposta alle procedure di disintossicazione e,
dopo essere stata 72 ore in osservazione, è stata dimessa sana
ed asintomatica.
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