PHARMACOKINETIC
DRUG INTERACTION PROFILES OF PROTON PUMP INHIBITORS
Blume H, Donath F, Warnke A, et al.
Drug Safety 2006; 29:769-784
I
farmaci che inibiscono la pompa protonica sono gli agenti più efficaci
attualmente disponibili in clinica per il trattamento dell'ipersecrezione
gastrica. L'effetto farmacologico si esplica attraverso un'inibizione
irreversibile e dose-dipendente della pompa H+/K+ ATPasi localizzata a
livello delle cellule parietali dello stomaco. Studi comparativi ne hanno
messo evidenza la superiorità, rispetto agli anti H2, in termini
di entità della soppressione gastrica, sollievo dal dolore e guarigione
delle lesioni (esofagee, gastriche o duodenali). Di conseguenza gli inibitori
di pompa sono i farmaci di prima scelta nel reflusso gastro-esofageo,
nell'ulcera peptica e nella sindrome di Zollinger-Ellison.
Generalmente i disturbi della secrezione gastrica sono cronici, multifattoriali
e affliggono la popolazione anziana, che spesso è già in
terapia per altre patologie. In queste condizioni il problema delle interazioni
tra farmaci si fa più rilevante, specie nei riguardi di farmaci
con un indice terapeutico ristretto. La frequenza delle interazioni è
influenzata dall'età, dal numero dei farmaci assunti contemporaneamente,
dall'assetto genetico e dal profilo metabolico del farmaco. Le differenze
inter-individuo sono decisamente numerose.
L'aumento del pH gastrico indotto dagli inibitori di pompa è uno
dei possibili meccanismi soggiacenti alle interazioni poichè modifica
la solubilità dei principi attivi (es. ketoconazolo, itraconazolo,
indinavir, etc.) o ne altera il rilascio dalle formulazioni a rilascio
modificato. Questo è un effetto di classe e non vi sono differenze
tra le diverse molecole di inibitori.
Un altro meccanismo importante da considerare è rappresentato dai
sistemi di trasporto transmembrana presenti sulla superficie apicale delle
cellule del piccolo intestino e di altri tessuti, tra cui la glicoproteina
P. La loro azione potrebbe modulare l'accesso dei farmaci somministrati
per via orale al citocromo CYP3A4 intestinale, che ha il compito di metabolizzare
le molecole di principio attivo per renderle più facilmente eliminabili.
Studi recenti hanno evidenziato che i processi metabolici hanno un ruolo
chiave nell'eziologia delle interazioni tra farmaci ed il meccanismo che
sta alla base è un'inibizione competitiva tra due composti per
il sito di legame per una particolare isoforma di CYP. L'analisi di tali
interazioni è inficiata da confondenti che alterano la funzionalità
dell'enzima: tra essi troviamo il fumo, il consumo di alcol, i polimorfismi
genici degli enzimi metabolici, lo stato nutrizionale e la presenza di
malattie concomitanti. L'inibizione dell'attività dei CYP intestinali
potrebbe portare a cambiamenti nel metabolismo di primo passaggio. La
conseguenza clinica dipende dall'affinità relativa per l'enzima
dei farmaci co-somministrati.
Parallelamente, l'induzione o l'inibizione dell'attività dell'isoenzima
CYP nel fegato può portare a cambiamenti nella clearance epatica
dei farmaci. Questi meccanisimi interessano tutti gli inibitori di pompa
e sono ritenuti effetti di classe.
Omeprazolo e pantoprazolo sono state le due molecole più studiate,
poichè commercializzate per prime. Le interazioni in cui omeprazolo
è coinvolto riguardano per la maggior parte le isoforme 2C19 e
3A4 del citocromo p450. Pantoprazolo, lansoprazolo, e rabeprazolo (introdotti
in segiuto) sembrano essere associati ad in incidenza inferiore
di interazioni tra farmaci, sia per la scarsa affinità con le isoforme
enzimatiche di CYP o per il coinvolgimento in altri processi di eliminazione.
In termini di efficacia clinica vi sono poche differenze tra le varie
molecole di inibitori di pompa, perciò la scelta prescrittiva dovrebbe
tener conto della sensibilità individuale alle diverse interazioni,
visto che le interazioni tra farmaci e le reazioni avverse associate agli
inibitori di pompa sono prevedibili ed evitabili.
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