UTILIZZO DI FARMACI ANTIEPILETTICI ED ISTINTO SUICIDARIO


SUICIDALITY AND ANTIEPILEPTIC DRUGS: IS THERE A LINK?
V Kalinin
Drug Safety 2007; 30:123-142

Per spiegare in modo più completo gli effetti psicotropi positivi e negativi e l'influenza dei farmaci antiepilettici sull'istinto suicidario, il paradigma di Ketter (*) dovrebbe essere supplementato da una comprensione di meccanismi serotoninergici delle differenti molecole.

Lo scopo principale del lavoro era revisionare i possibili fattori di rischio per l'insorgenza di un comportamento suicidario in soggetti epilettici, sottolineando in particolare il ruolo dei diversi farmaci antiepilettici (AEDs). Dati epidemiologici mostrano che, in generale, il tasso di suicidio nei pazienti epilettici è 5 volte superiore a quello nella popolazione generale; in caso di epilessia del lobo temporale e convulsioni complesse parziali è invece circa 25 volte superiore. A provocare il suicidio nei pazienti potrebbe essere una forma di comorbidità psichiatrica ed i fattori di rischio maggiormente implicati sembrerebbero essere la depressione e le disfunzioni cognitive. In più, la depressione ed il deterioramento cognitivo nell'epilessia potrebbero condividere meccanismi neuropsichiatrici comuni in termini di ipofrontalità. Questo porterebbe a segni psicopatologici simili in entrambe le categorie diagnostiche, compresa l'inclinazione al suicidio.
Un'analisi della letteratura ha mostrato che i disturbi a carico del metabolismo della serotonina sono coinvolti nella patogenesi dei comportamenti suicidari, indipendentemente dalla diagnosi primaria. Inoltre, sembra che abbiano collegamenti con la depressione e la stessa epilessia.
I diversi AED differiscono non solo nel loro meccanismo d'azione ma anche nell'influenza esercitata sui processi cognitive e sull'umore, rispettivamente, nei pazienti epilettici e in caso di istinti suicidi. Fino ad oggi, solo l'ipotesi di Ketter è stata proposta per spiegare gli effetti psicotropi dei diversi AEDs, nonostante non vengano motivati gli effetti psicotropi positivi di alcuni AED, tipo carbamazepina e ossacarbamazepina. Secondo questo modello, tutti gli effetti psicotropi degli AED sarebbero il risultato degli effetti su due tipi di funzioni recettoriali: GABAergica e antiglutamatergica; altri possibili meccanismi non sono stati valutati.
Presumibilmente, quando si spiegano gli effetti psicotropi dei diversi AEDs dovrebbero essere presi in considerazione altri meccanismi neurochimici e in particolare quello serotoninergico. Basandosi su questi dati, è stato suggerito che gli AEDs con determinate proprietà serotoninergiche dovrebbero ridurre il rischio di suicidi perché esercitano effetti simili agli antidepressivi (ad es. inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina), mentre gli AEDs che mancano di meccanismi serotoninergici non dovrebbero essere efficaci nella prevenzione degli istinti suicidari.
In linea con questo paradigma, fenobarbitale e fenitoina sembrano essere i soli farmaci con comprovato rischio di suicidio. Dall'altro lato, carbamazepina, ossacarbamazepina, valproato e lamotrigina dovrebbero essere farmaci con proprietà antisuicidarie perché migliorano le funzioni cognitive e l'umore nei pazienti epilettici e possiedono un meccanismo d'azione serotoninergico. Gli altri AEDs, compreso topiramato, tiagabina, vigabatrina, levetiracetam e zonisamide, esercitano effetti negativi sull'umore e le facoltà cognitive. Nonostante zonisamide abbia proprietà serotoninergiche, esercita effetti negativi psicotropi, mentre gabapentina è priva di proprietà serotoninergiche, ma ha effetti psicotropi positivi su umore e facoltà cognitive. Per spiegare in modo più completo gli effetti psicotropi positivi e negativi e l'influenza degli AEDs sull'istinto suicidiario, il paradigma di Ketter dovrebbe essere supplementato da una comprensione di meccanismi serotoninergici dei differenti AED.

(*) E' possibile differenziare effetti sedativi, evidenti per quegli AEDs che inducono un potenziamento della neurotrasmissione inibitoria del GABA (es. barbiturici, benzodiazepine, valproato, gabapentin, tiagabina e vigabatrina) ed effetti stimolanti e ansiogeni, evidenti per gli AEDs che attenuano la neurotrasmissione eccitatoria del GABA (es. felbamato e lamotrigina).