THIAZOLIDINEDIONES
AND THEIR FLUID-RELATED ADVERSE EFFECTS: FACTS, FICTION AND PUTATIVE MANAGEMENT
STRATEGIES
Karalliedde Ja, Buckingham RE
Drug Safety 2007; 30:741-753
L'edema
da lieve a moderato è un effetto avverso comune della terapia con
tiazolidinedioni, sebbene l'incidenza precisa correlata al farmaco vari
considerevolente da uno studio all'altro.
Tiazolidinedioni (TZDs) o glitazoni sono farmaci largamente usati per
il trattamento del diabete di tipo 2. Questi farmaci hanno una moltitudine
di effetti terapeutici: riduzione dell'insulinoresistenza e iperglicemia,
effetti antinfiammatori e influssi benefici su ipertensione, microalbuminuria
e steatosi epatica.
Il bersaglio molecolare dei TDZ, il recettore PPAR-gamma (fattore di trascrizione
nucleare), è diffusamente espresso nei tessuti umani, anche in
quelli cardiovascolari e renali. Questo suggerisce la potenzialità
per i TDZ di indurre effetti perturbanti su questi sistemi, che sono indipendenti
dall'azione sul metabolismo glucidico e lipidico. Uno degli effetti avversi
più comuni dei TDZ è la ritenzione di liquidi, che può
portare o esacerbare situazioni di edema o di insufficienza cardiaca congestizia
(CHF). La frequenza di edemi periferici è approssimativamente del
5% quando TDZ sono assunti in monoterapia o terapia combinata e circa
del 15% quando assunti con insulina. I pazienti con diabete di tipo 2
sono ad alto rischio per una miriade di comorbidità, compresa la
CHF. La comparsa di questa patologia, in particolare nei soggetti anziani,
è foriera di mortalità prematura. Gli edemi indotti da TZD
sono in massima parte periferici, ma potrebbero avere origine da modificazioni
emodinamiche con il contributo di alcune molecole che regolano la permeabilità
cellulare e tissutale (es. fattore di crescita endoteliale vascolare e
protein chinasi C[beta]) e restano la manifestazione preponderante di
ritenzione di liquidi indotta da TZD anche nei soggetti con insufficienza
cardiaca preesistente. Dati preclinici e clinici pilota attestano che
la ritenzione di liquidi, almeno in parte, derivi da un effetto diretto
dei TDZ sul riassorbimento del sodio attraverso il dotto collettore, un
meccanismo che è sensibile agli agenti diuretici che hanno in questo
segmento del nefrone il loro sito d'azione, completamente o solo in parte
(spironolattone, amiloride e idroclorotiazide).
La review suggerisce varie strategie cliniche potenziali attraverso le
quali la ritenzione di fluidi indotta da TDZ potrebbe essere effettivamente
monitorata e indirizzata.
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