ADDITIVI ALIMENTARI E IPERATTIVITÀ


FOOD ADDITIVES AND HYPERACTIVITY
Archives of Disease in Childhood 2008; 93:159



Diverse ricerche suggeriscono un collegamento possibile tra l'assunzione di coloranti e conservanti artificiali e il peggioramento del comportamento dei bambini ai quali è stata diagnosticata una sindrome da deficit di attenzione e iperattività.


RIASSUNTO
La prima ipotesi che i coloranti alimentari artificiali (AFCA) potessero essere correlati al comportamento iperattivo dei bambini è stata formulata da Feingold in un articolo pubblicato su American Journal of Nursing nel 1975. Sebbene ci sia stata una considerevole incertezza sull'argomento nel corso degli anni, nel 2004 una metanalisi ha mostrato che gli AFCA influenzano il comportamento dei bambini affetti dal disturbo del deficit di attenzione ed iperattività (ADHD). Uno studio condotto nell'isola di Wight, nel 2004, ha mostrato un effetto avverso sull'iperattività dei bambini di 3 anni dei coloranti alimentari artificiali e del conservante benzoato.
Ora, uno studio di comunità condotto a Southampton dallo stesso gruppo di ricerca (Donna McCann and colleagues. Lancet 2007;370:1560-7; see also Comment, ibid: 1524-5) ha confermato l'effetto su bambini di tre anni o più grandi (8-9 anni).
Nel presente studio i bambini hanno seguito una dieta priva di coloranti artificiali e sodio benzoato per un periodo di 6 settimane. In più, durante la I, la III e la V settimana hanno assunto una bevanda placebo e durante la II, la IV e la VI ogni bambino ha fatto uso, in un ordine casuale, di una diversa bevanda (placebo, mix A o mix B) ogni settimana. Ognuna delle miscele di coloranti (A o B) preparate per i bambini di tre anni conteneva 45 mg di sodio benzoato (E211); inoltre, nella miscela A erano presenti 20 mg di coloranti artificiali (giallo tramonto [E110], carmoisina [E122], tartrazina [E102] e ponceau 4R [E124]), mentre nella miscela B 30 mg (giallo tramonto, carmoisina, giallo chinolina [E104] e rosso allura AC [E129]). La quantità è stata aumentata nella bevanda data ai bambini di 8 anni ed è stata calcolata in modo da rappresentare la dose giornaliera media consumata dai bambini britannici di quell'età. La principale misura di esito è stata lo score di iperattività globale, basato sui punteggi assegnati da insegnanti, genitori e osservatori addestrati, in aggiunta ad un test computerizzato di attenzione, per i bambini più grandi.
Nel gruppo dei bambini più piccoli, il mix A, ma non il mix B, ha mostrato un significativo effetto deleterio sul comportamento, sia per il gruppo nella sua totalità, sia per i bambini che hanno assunto più dell'85% della bevanda; non ci sono stati dati mancanti. Tra i bambini più grandi, entrambe le miscele hanno prodotto significativi effetti avversi sui bambini che hanno ingerito almeno l'85% della bevanda; anche in questo caso non c'è stato alcun dato mancante.
Gli AFCA causano iperattività nei bambini sia di 3 anni che di 8.
Né i ricercatori, né i commentatori di Lancet richiedono la messa al bando degli additivi. I ricercatori concludono che i loro risultati potrebbero avere delle implicazioni sostanziali per la regolazione degli additivi alimentari, mentre il commentatore consiglia un trial in cui si provi una dieta priva di alcune componenti per alcuni bambini e suggerisce ulteriori ricerche per meglio definire la particolare suscettibilità di alcune categorie.