BRONCODILATATORI NEGLI ANZIANI E POTENZIALI EFFETTI AVVERSI



POTENTIAL ADVERSE EFFECTS OF BRONCHODILATORS IN THE TREATMENT OF AIRWAYS OBSTRUCTION IN OLDER PEOPLE: RECOMMENDATIONS FOR PRESCRIBING
Gupta P, O'Mahony MS
Drugs & Aging 2008; 25:415-443



I broncodilatatori, usati in pazienti affetti da asma e da malattie polmonari croniche ostruttive, sebbene assunti per inalazione, possono avere effetti sia sistemici che locali.


L'asma e le malattie polmonari croniche ostruttive (COPD) sono patologie comuni, associate a crescenti morbilità e mortalità nelle persone anziane. I broncodilatatori sono ampiamente prescritti in pazienti affetti da tali patologie ma, sebbene usati per inalazione, possono avere effetti sia sistemici che locali. Le persone anziane vanno incontro a più effetti avversi a causa di cambiamenti farmacocinetici e farmacodinamici indotti dall'età e, soprattutto, per colpa di interazioni tra farmaci e di patologie concomitanti.
Le malattie cardiovascolari sono comuni tra le persone anziane ed i beta agonisti hanno effetti isotropi e cronotropi positivi che possono incrementare il rischio di aritmie e cardiomiopatie. Possono inoltre aggravare o indurre l'ischemia del miocardio e causare disturbi elettrolitici che contribuiscono all'effetto proaritmico. Il tremore è un effetto avverso ben conosciuto e assai fastidioso, indotto dalla somministrazione di questi farmaci. L'uso a lungo termine dei beta agonisti può essere inoltre associato a tolleranza, controllo scadente della patologia, esacerbazioni improvvise, in grado di mettere il paziente a rischio di vita e morti attribuibili all'asma. Negli osteoblasti sono presenti beta2-adrenocettori funzionali e l'uso cronico di beta agonisti è stato indicato come possibile concausa nell'osteoporosi.
Gli anticolinergici per inalazione sono in genere ben tollerati ma possono casuare secchezza delle fauci, che può essere problematica nelle persone anziane. Dilatazione della pupilla, visione offuscata e glaucoma acuto possono verificarsi a causa di gocce sfuggite dall'inalatore. Sebbene nei trial randomizzati controllati sugli anticolinergici per inalazione a lunga durata non siano stati osservati cambiamenti elettrocardiografici, sono stati registrati dei casi di tachiaritmia sopraventricolare in un trial randomizzato controllato di 5 anni, condotto su ipratropio bromuro. La somministrazione di anticolinergici per inalazione, così come accade per i beta agonisti, può inoltre indurre broncocostrizione paradossa, anche se non è stata riportata l'insorgenza di tolleranza. Gli anticolinergici possono inoltre causare effetti centrali, in particolare riduzione delle funzioni cognitive, effetti notati anche con gli agenti somministrati per via inalatoria.
L'impiego di teofillina è limitato dai suoi effetti avversi, che vanno dai comuni disturbi gastrointestinali a palpitazioni, aritmie e casi segnalati di infarto del miocardio. Sono stati riferiti anche casi di convulsioni, ma si tratta di un effetto raro. Teofillina è metabolizzata primariamente dal fegato e interagisce di frequente con altri medicinali. La sua concentrazione nel plasma dovrebbe essere strettamente controllata, specialmente negli anziani.
Sebbene siano stati condotti molti trial clinici sui bronocodilatatori nelle patologie polmonari croniche ostruttive, i risultati di questi studi vanno interpretati con cautela, in quanto le persone anziane sono spesso sottorappresentate e i soggetti con comorbidità sono in genere espressamente esclusi da essi.