PEGGIORAMENTO DELL'INSUFFICIENZA CARDIACA DOPO VENLAFAXINA E DULOXETINA


HEART FAILURE WORSENING AND EXACERBATION AFTER VENLAFAXINE AND DULOXETINE THERAPY
Colucci VJ
Ann Pharmacother 2008; 42:882-887



RIASSUNTO
OBIETTIVO Descrivere due casi di insufficienza cardiaca (HF) aggravatasi dopo l'introduzione del trattamento con venlafaxina o duloxetina nei pazienti con precedente malattia stabile.
SOMMARIO Due pazienti, una donna di 39 anni e un uomo di 68 anni, entrambi con disfunzione sistolica ventricolare sinistra e diagnosi di HF, hanno avuto sintomi aggravati in presenza di inibitori della ricaptazione di serotonina e di noradrenalina (SNRIs): venlafaxina 75 mg due volte al giorno e/o duloxetina 30-60 mg/die. Entrambi i pazienti hanno sviluppato tachicardia, che è rientrata dopo la sospensione di questi agenti.
La donna veniva posta nuovamente in terapia (rechallenge) con duloxetina 60 mg/die, dopo il peggioramento dell'HF causato da venlafaxina, con la conseguente ricomparsa dei sintomi dell'HF e di tachicardia. Sono state escluse altre cause iatrogene e eventuali disturbi metabolici (eg. anemia).
DISCUSSIONE I livelli di noradrenalina aumentati in seguito all'inibizione della ricaptazione possono essere potenzialmente dannosi nei pazienti con HF cronica con disfunzione sistolica ventricolare sinistra, a causa del "modello progressivo di HF" e delle risposte compensatorie neuro-ormonali. L'uso della scala di probabilità di Naranjo ha indicato una probabile relazione tra venlafaxina/duloxetina e questi esiti avversi. Entrambe sono state sospese con esito positivo.
CONCLUSIONI L'utilizzo di farmaci che aumentano i livelli serici di noradrenalina, come i SNRI, possono essere potenzialmente deleteri negli individui con HF instabile o avanzata. Questi farmaci dovrebbero essere evitati o utilizzati con precauzione e monitorati regolarmente in questo gruppo di pazienti.