ANTICOAGULATION AFTER CARDIOEMBOLIC STROKE: TO BRIDGE OR NOT TO BRIDGE?
Hallevi H, Albright KC, Martin-Schild S, et al. Arch Neurol, pubblicato on line il 14 luglio 2008 Questi dati possono fornire una guida quando si inizia una terapia anticoagulante a lungo termine nei pazienti che hanno avuto un ictus cardioembolico: il trattamento con warfarin sembra essere sicuro e può essere intrapreso in qualunque momento durante la permanenza in ospedale, parallelamente alla profilassi della trombosi venosa profonda. RIASSUNTO CONTESTO Molti pazienti con ictus cardioembolico richiedono anticoagulanti a lungo termine. C'è ancora incertezza riguardo il miglior modo di iniziare la terapia. METODI E' stata condotta una review retrospettiva di tutti i pazienti con ictus cardioembolico ricoverati nel centro di riferimento dall'1 aprile 2004 al 30 giugno 2006, e non trattati con attivatore tissutale del plasminogeno. I pazienti sono stati raggruppati per trattamento: nessun trattamento, solo aspirina, aspirina seguita da warfarin, eparina sodica endovenosa in fase acuta seguita da warfarin (bridge* eparinico) ed enoxaparina sodica a pieno dosaggio combinata con warfarin (bridge* enoxaparinico). Gli end point e gli eventi avversi sono stati raccolti prospetticamente. I valori di laboratorio sono stati ricavati dalle registrazioni. END POINT PRIMARI Trasformazione emorragica sintomatica, progressione dell'ictus e punteggio alla dimissione secondo la Rankin Scale modificata. RISULTATI Sono stati analizzati 204 pazienti. Si è verificato un ictus ricorrente in 2 pazienti (1%). La progressione dell'ictus era l'evento avverso grave più frequente, osservato in 11 pazienti (5%). La trasformazione emorragica si è avuta in distribuzione bimodale: una immediata trasformazione emorragica benigna e una successiva trasformazione emorragica sintomatica. Tutti i casi di trasformazione emorragica sintomatica si sono verificati nel gruppo di bridge enoxaparinico (10%) (p=0,003). Il sanguinamento sistemico si è avuto in 2 pazienti (2%) ed era associato al bridge eparinico (p=0,04). CONCLUSIONI La terapia anticoagulante di pazienti con ictus cardioembolico può essere iniziata in sicurezza con warfarin subito dopo l'evento. Il bridge eparinico e il bridge enoxaparinico aumentano il rischio di sanguinamento serio. * "bridge therapy": eparine a basso peso molecolare come terapia ponte ai dicumarolici Rankin scale modificata
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