FATAL HEPATITIS AFTER LONG-TERM PULSE ITRACONAZOLE TREATMENT FOR ONYCHOMYCOSIS
Tuccori M, Bresci F, Guidi B, et al.
Ann Pharmacother 2008; 42:1112-1117
RIASSUNTO
OBIETTIVO Riportare l'episodio di una epatite citolitica acuta
in un paziente esposto a terapia discontinua con itraconazolo per 24 settimane
e fornire una revisione concisa della letteratura sui casi di epatite
indotta da itraconazolo.
RIASSUNTO DEL CASO Una donna di 61 anni senza fattori di rischio
manifesti per danno epatico ha sviluppato un'epatite acuta una settimana
dopo la dose finale di una terapia discontinua a lungo termine con itraconazolo
(200 mg per os due volte al giorno, una settimana sì e 3 no, per
24 settimane) per onicomicosi. Il monitoraggio degli enzimi epatici non
era stato effettuato durante il periodo di trattamento. Le valutazione
sierologiche al momento del ricovero hanno escluso malattie infettive
o altri fattori eziologici. I test di funzionalità epatica hanno
rilevato alanina-aminotrasferasi 3330 U/L, aspartato-aminotrasferasi 3250
U/L e bilirubina 21 mg/dL. La funzionalità epatica ha continuato
a peggiorare e la paziente è stata sottoposta a trapianto di fegato
17 giorni dopo il ricovero. Il fegato della paziente presentava un volume
ridotto e si osservava un moderato accumulo di liquido ascitico nella
cavità retroperitoneale. La valutazione istologica ha mostrato
una massiva necrosi panlobulare. Le complicazioni successive al trapianto
e la crisi di rigetto hanno peggiorato ulteriormente il quadro clinico,
fino alla morte della paziente, 4 mesi dopo. L'uso della scala di probabilità
di Naranjo ha valutato la relazione tra la terapia con itraconazolo e
l'occorrenza di epatite acuta come probabile.
DISCUSSIONE La terapia discontinua con itraconazolo per onicomicosi
sembra avere quantomeno uguale efficacia e maggior sicurezza del regime
a trattamento continuo, soprattutto nella prospettiva di un potenziale
danno epatico. È stato precedentemente riportato solo un caso di
epatite sintomatica grave, necessitante un trapianto, sviluppatasi dopo
terapia con itraconazolo per onicomicosi con un regime simile. In questo
caso, così come in quello qui riportato, i sintomi dell'epatite
si sono manifestati dopo completamento del trattamento a lungo termine
in un paziente asintomatico sia prima che durante la terapia.
CONCLUSIONI L'esposizione prolungata a itraconazolo, somministrato
sia in modo continuo che alternato, può accelerare processi epatotossici
gravi e irreversibili. Di conseguenza, un attento monitoraggio della funzionalità
epatica dovrebbe essere condotto sia durante che dopo il trattamento nel
caso in cui l'onicomicosi richieda la somministrazione prolungata di itraconazolo,
anche in pazienti asintomatici senza fattori di rischio manifesti per
il danno epatico.
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