Fonte: Associazione Nazionale Medici Fitoterapeuti. 24 Luglio 2008
Assunti con i farmaci i succhi di frutta potrebbero avere effetti indesiderati:
la notizia è stata data da Fabio Firenzuoli, presidente dell'Associazione
italiana dei medici fitoterapeuti.
Molte
persone sono a conoscenza che una spremuta di pompelmo, se assunta durante
una cura con farmaci, può aumentarne di molto e anche rapidamente
la tossicità. Pochi sanno invece che non è solo il pompelmo
a causare interazioni farmacologiche con medicinali di sintesi. Ed il
problema nasce in particolare durante il periodo estivo, quando si fa
maggiore ricorso a bevande dissentanti o rinfrescanti, dal tè alle
spremute di agrumi, dal succo di pomodoro a quello di melograno. Inoltre,
giustamente, si inviatano le persone anziane a bere di più nel
periodo estivo, proprio per evitare la disidratazione, ma sono proprio
gli anziani quelli che assumono più farmaci, anche contemporaneamente,
e che presentano quindi i maggiori rischi di interazioni con certi succhi
e bevande.
Alcune sostanze presenti nel succo di Pompelmo (flavonoidi e furocumarine)
bloccano il continuo smaltimento dei farmaci da parte del nostro organismo
a livello intestinale, rappresentato in particolare dalla cosiddetta p-glicoproteina,
ma bloccano anche l'apparato di demolizione presente a livello del fegato,
rappresentato dai cosiddetti citocromi. Il risultato è facilmente
intuibile: il farmaco si accumula rapidamente nell'organismo, ben oltre
il livello normale che si avrebbe senza l'assunzione del pompelmo. I farmaci
più facilmentre coinvolti sono le statine, che così possono
provocare danni muscolari, i calcioantagonisti con la conseguenza di bruschi
abbassamenti di pressione e palpitazioni, la ciclosporina con possibili
danni renali, gli ansiolitici con aumento della sedazione, così
come i farmaci usati contro le aritmie e l'asma bronchiale, con aumento
della loro tossicità. Dal momento che il succo di pompelmo viene
anche ritenuto e utilizzato per dimagrire, si deve sapere che molto pericolosa
può essere l'associazione con farmaci anoressizzanti, perchè
ne aumenta la tossicità sul cuore e sul sistema nervoso.
I succhi di agrumi, dall'arancio al limone e tutti gli altri, contengono
sostanze molto simili a quelle del pompelmo, che possono influenzare molto
ed in modo variabile il metabolismo dei farmaci, e dovrebbero essere assunti
solo in modo sporadico.
Il Tè, magari aromatizzato alla menta, può essere certamente
bevuto, ma non da coloro che soffrono di ernia iatale, perchè vedrebbero
aggravarsi il reflusso gastroesofageo. Non dovrebbero bere molte tazze
di tè al giorno neppure coloro che assumono farmaci anticoagulanti
orali, perchè la loro efficacia sarebbe ridotta.
Il succo di Mirtillo, invece, è particolarmente ricco di antocianine,
utilizzato molto anche per combattere le cistiti ricorrenti e per proteggere
i capillari, in realtà non dovrebbe essere assunto dai pazienti
in terapia con anticoagulanti orali, perchè ne aumenta l'efficacia,
con il rischio di emorragie.
Il succo di Aloe, presentato spesso come bevanda rinfrescante, indicato
anche in caso di gastrite, riduce l'efficacia di alcuni farmaci utilizzati
durante la chemioterapia, mentre può aumentare l'effetto dei farmaci
antidiabetici orali.
Il succo della Melograna infine, oggi sempre più spesso consigliato
come rinfrescante e antiossidante, può interferire con i farmaci
metabolizzati dal citocromo CYP2C9 che metabolizza farmaci antidiabetici,
ma anche antidepressivi ed antiinfiammatori. L'assunzione quindi succo
di melograno durante queste terapie espone al rischio di vedere aumentata
l'attività tossica di questi farmaci con conseguenze anche pericolose.
La considerazione obbligatoria è quindi non quella di ridursi a
bere il succo di pera o di mela, meno gradevoli e dalle proprietà
certamente anche meno interessanti, bensì quella che i pazienti
in terapia con farmaci di sintesi si astengano dal bere succhi di frutta
o di erbe medicinali a scopo rinfrescante o addirittura curativo, e ricorrano
all'acqua al naturale.
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