Fonte:
Sanitanews. 18 novembre 2008
Coinvolgerà 150 mila dei 600 mila italiani in cura con i bifosfonati
per l'osteoporosi con l'obiettivo di accertare la reale incidenza dell'osteonecrosi
della mandibola, una degenerazione delle ossa della bocca, non frequente
ma assai grave, legata all'uso di questa nuova generazione di farmaci.
E' questo l'identikit dello studio SEISBO, il primo a carattere
nazionale lanciato dalla Siommms, la Società italiana dell'Osteoporosi,
del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro.
Ne ha dato notizia il professor Gerolamo Bianchi, Presidente della Siommms,
alla vigilia dell'VIII congresso che la società scientifica terrà
a Perugia dal 19 al 22 novembre con la partecipazione di oltre 1000 specialisti.
Il progetto Seisbo (Studio Epidemiologico Italiano sulla Sicurezza dei
Bisfosfonati nell'Osteoporosi) è patrocinato dall'Agenzia Italiana
per il Farmaco (AIFA). Coordinata dalla Siommms, la ricerca si svolgerà
in collaborazione con l'associazione dei dentisti (Andi), la Lega Osteoporosi
(Lios), la Federazione delle Donne (Fedios), i gruppi Studio del metabolismo
osseo (Gismo) e Bifosfondati (Gibis), la Sisbo (Società italiana
studio bisfosfonati in odontoiatria) e la società di Chirurgia
maxillo facciale. Tecnicamente, l'osteonecrosi della mascella è
una infezione cronica e necrotizzante del tessuto osseo a carattere progressivo,
con scarsa tendenza alla guarigione. Nel 68% dei casi colpisce solo la
mandibola, nel 28% la mascella, nel 4% entrambe. Poco più di 1000
gli episodi fin qui segnalati, in maggior parte legati anche all'uso oncologico
dei bifosfonati. Sembra in ogni caso accertato che un'accurata igiene
orale possa fare moltissimo, che sia anzi decisiva. L'importante è
evitare che le ferite dentali si infettino, ovvero occorre che dentista
e paziente prendano le opportune precauzioni con sciacqui e antibiotici
per due o tre giorni.
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