I risultati
dei trial RADIANCE e ILLUSTRATE sull'inibitore dell'enzima CEPT torcetrapib
hanno suggerito che gli effetti avversi osservati dipendono dalla tossicità
aldosterone-mediata: sebbene non possa essere escluso che il meccanismo
dell'inibizione di CEPT e l'effetto sulle HDL sia di per sé avverso,
le variazioni elettrolitiche causate dal farmaco e le conseguenze sull'innalzamento
dei livelli pressori suggeriscono un ruolo determinante specifico della
molecola torcetrapib.
CHOLESTERYL ESTER TRANSFER PROTEIN INHIBITOR TORCETRAPIB AND OFF-TARGET
TOXICITY: A POOLED ANALYSIS OF THE RATING ATHEROSCLEROTIC DISEASE CHANGE
BY IMAGING WITH A NEW CETP INHIBITOR (RADIANCE) TRIALS
Vergeer M, Bots ML, van Leuven SI, et al.
The Lancet. Pubblicato on line il 24 novembre 2008
RIASSUNTO
CONTESTO Torcetrapib, un inibitore della proteina di trasferimento
degli esteri del colesterolo, ha mostrato di aumentare il tasso di eventi
cardiovascolari, nonostante un significativo aumento del colesterolo HDL.
Usando i dati del trial Randomized Assessment of Digoxin on Inhibitors
of the Angiotensin Converting Enzyme (RADIANCE), che ha valutato
l'impatto di torcetrapib sullo spessore dell'intima-media carotidea (cIMT),
si è cercato di esplorare i potenziali meccanismi alla base degli
eventi avversi.
METODI E RISULTATI Sono stati aggregati i dati dai due studi RADIANCE,
che hanno esaminato il cIMT in 904 soggetti con ipercolesterolemia familiare
e in 752 soggetti con dislipidemia mista. I soggetti sono stati randomizzati
ad atorvastatina o torcetrapib+atorvastatina. La progressione media del
cIMT era maggiore nei soggetti che assumevano torcetrapib+atorvastatina
rispetto a quelli in terapia con la sola statina (0,0076+/-0,0011 vs 0,0025+/-0,0011
mm/anno; p=0,0014). I soggetti trattati con torcetrapib+atorvastatina
mostravano una pressione sistolica post-randomizzazione più alta
e livelli di sodio e bicarbonato plasmatici elevati, insieme a ridotti
livelli di potassio. La diminuzione della potassiemia era associata all'aumento
della pressione arteriosa. Da notare che l'uso di inibitori del sistema
renina-angiotensina tendeva ad aggravare l'aumento pressorio. I soggetti
che assumevano torcetrapib+atorvastatina e che avevano la più netta
riduzione del colesterolo LDL mostravano la maggior progressione di cIMT.
L'aumento del colesterolo HDL non era associato alla variazione di cIMT.
CONCLUSIONI Queste analisi supportano l'ipotesi della tossicità
off-target mineralcorticoidi-mediata nei pazienti trattati con torcetrapib,
come fattore addizionale di eventi avversi. L'assenza di una relazione
inversa tra variazione delle HDL e progressione del cIMT suggerisce che
l'aumento delle HDL indotto da torcetrapib non sia mediatore dell'ateroprotezione.
Sono necessari studi futuri su inibitori della proteina di trasferimento
degli esteri del colesterolo senza tossicità off-target per chiarire
questa questione.
CHOLESTERYL ESTER TRANSFER PROTEIN INHIBITION, HIGH-DENSITY LIPOPROTEIN
RAISING, AND PROGRESSION OF CORONARY ATHEROSCLEROSIS: INSIGHTS FROM ILLUSTRATE
(INVESTIGATION OF LIPID LEVEL MANAGEMENT USING CORONARY ULTRASOUND TO
ASSESS REDUCTION OF ATHEROSCLEROSIS BY CETP INHIBITION AND HDL ELEVATION)
Nicholls SJ, Tuzcu EM, Brennan D, et al.
The Lancet. Pubblicato on line il 24 novembre 2008
RIASSUNTO
CONTESTO Nonostante effetti favorevoli sul colesterolo HDL e su
quello LDL, l'inibitore della proteina di trasferimento degli esteri del
colesterolo torcetrapib non ha mostrato di ridurre la progressione di
aterosclerosi, anzi ha fatto osservare un aumento della mortalità.
È stata indagata la relazione tra variazioni lipidiche e progressione
dell'aterosclerosi coronarica.
METODI E RISULTATI E' stata eseguita un'ultrasonografia intravascolare
al basale e al follow-up in 910 partecipanti randomizzati a atorvastatina
o torcetrapib+atorvastatina. È stata analizzata la relazione tra
le modificazioni dei livelli lipoproteici e l'end point primario dell'ultrasonografia
intravascolare, la variazione percentuale del volume dell'ateroma. Rispetto
alla monoterapia con atorvastatina, torcetrapib aumentava il C-HDL del
61%, riduceva il C-LDL del 20%, innalzava la natriemia (0,44+/-0,14 mmol/L;
p=0,02) e diminuiva la potassiemia (0,11+/-0,02 mmol/L; p<0,0001).
Nonostante il rilevante aumento del C-HDL, non sono stati osservati effetti
di torcetrapib sul volume dell'ateroma. Nei pazienti in terapia con il
farmaco, è stata osservata una relazione inversa tra le variazioni
di C-HDL e del volume percentuale dell'ateroma (r=-0,17; p<0,001).
I partecipanti con regressione avevano un maggior aumento di C-HDL (media+/-Errore
Standard 62,9+/-37,4% versus 54,0+/-39,1%; p=0,002). Rispetto al quartile
inferiore, i pazienti trattati con torcetrapib nel quartile superiore
di variazione di C-HDL mostravano la progressione più modesta (-0,31+/-0,27
versus 0,88+/-0,27%; p=0,001). Per questo gruppo di soggetti si osservava
una regressione significativa del volume percentuale di ateroma (-0,69+/-0,27%;
p=0,01). All'analisi multivariata, le variazioni dei livelli di C-HDL
erano predittori indipendenti dell'effetto sulla progressione dell'aterosclerosi
(p=0,001).
CONCLUSIONI La maggior parte dei pazienti trattati con torcetrapib
non mostrava regressione dell'aterosclerosi coronarica. Solo ai livelli
più alti di C-HDL si osservava una qualche regressione. Torcetrapib
aumentava i livelli serici di sodio e riduceva quelli di potassio, con
un effetto simile a quello dell'aldosterone, e ciò può spiegare
l'assenza di effetti favorevoli nell'intera coorte in studio. Di conseguenza,
altri inibitori della proteina di trasferimento degli esteri del colesterolo,
privi di questa tossicità off-target, potrebbero efficacemente
rallentare la progressione dell'aterosclerosi.
COMMENTO
Jhon
Kastelier e i suoi collaboratori negli studi RADIANCE 1 e 2 spiegano che
"Torcetrapib, un inibitore di CETP, sembra aumentare il tasso di
eventi cardiovascolari, a fronte di una significativa riduzione del C-HDL".
E aggiungono "Sono state avanzate ipotesi per spiegare questo risultato
inatteso che andrebbe attribuito o al meccanismo di inibizione di CETP
o a effetti avversi specifici della molecola torcetrapib".
In due articoli, i ricercatori di RADIANCE e ILLUSTRATE riportano i risultati
di ulteriori indagini sugli effetti avversi di torcetrapib osservati nei
due trial. Entrambi gli studi hanno inizialmente confrontato i risultati
ottenuti in individui affetti da ipercolesterolemia trattati con una combinazione
di torcetrapib e di atorvastatina con quelli di atorvastatina in monoterapia,
includendo un totale di 1656 partecipanti per RADIANCE e 910 per ILLUSTRATE.
Kastelier e colleghi hanno trovato che l'uso di torcetrapib e atorvastatina
in confronto con atorvastatina da sola migliorava il profilo lipidico,
ma portava a modificazioni della stasi elettrolitica, ad aumento della
pressione sanguigna e ad una maggior progressione dell'ispessimento dell'intima-media
carotidea; essi sottolineano la relazione fra quest'ultimo dato e l'aumento
della pressione. I ricercatori notano che tra antipertensivi, solo gli
inibitori del sistema renina-angiotensina-aldosterone, e non ad esempio
i calcio-antagonisti, sembrano aggravare l'innalzamento della pressione
arteriosa associata a torcetrapib, suggerendo un coinvolgimento dell'aldosterone.
Anche Nicholls, a capo del gruppo di ricercatori dello studio ILLUSTRATE,
ha osservato un miglioramento del profilo lipidico, sottolineando però
che solo i partecipanti con i più alti livelli di HDL hanno mostrato
una regressione della aterosclerosi coronarica. In questa analisi è
stata evidenziata l'associazione fra torcetrapib e l'aumento di sodio
e la diminuzione di potassio, dato coerente con l'ipotesi che torcetrapib
possa influenzare il sistema "aldosterone".
Kastelein conclude "Nonostante non possa essere escluso che il meccanismo
di inibizione di CETP e l'effetto sulle HDL sia avverso di per sé,
le modificazioni elettrolitiche indotte da torcetrapib e la loro associazione
con l'innalzamento della pressione suggeriscono che torcetrapib come molecola
provochi un eccesso di aldosterone off-target"
Nicholls e il suo gruppo ritengono che "È necessario provare
mediante studi clinici prospettici e randomizzati l'efficacia di nuovi
inibitori di CETP che non provochino gli effetti avversi osservati con
torcetrapib, i quali potrebbero essere di grande beneficio per il rischio
di malattia cardiovascolare".
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