PROBABLE
INTERACTION BETWEEN WARFARIN AND TORSEMIDE
Bird J, Carmona C
Ann Pharmacother 2008; 42:1893-8
RIASSUNTO
OBIETTIVO Riportare un caso in cui l'effetto anticoagulante di
warfarin è risultato potenziato da torasemide, probabilmente per
una interferenza sul metabolismo dovuta alla competizione per l'isoenzima
CYP2C9 e per lo spiazzamento di warfarin dalle proteine di trasporto.
RIASSUNTO DEL CASO Una femmina ispanica di 43 anni con insufficienza
cardiaca congestizia, ipotiroidismo, anemia, fibrillazione atriale e intervento
di sostituzione della valvola mitralica era anticoaugulata efficacemente
con un INR a target di 2,5-3,5 con warfarin 50-52,5 mg/sett. Una settimana
dopo l'inizio del trattamento con torasemide 40 mg di mattino e 20 mg
di pomeriggio si è osservato un aumento marcato dell'INR (6,2)
che ha richiesto una riduzione delle dose di warfarin. Sono state necessarie
titolazioni successive nelle 3 settimane a seguire per raggiungere l'INR
terapeutico (da 3,3 a 2,9) con un nuovo regime del farmaco di 47,5 mg/sett.
DISCUSSIONE Entrambi i farmaci sono fortemente legati all'albumina
e rappresentano substrati maggiori per l'isoenzima CYP2C9. La competizione
di più farmaci per il metabolismo attraverso questo isoenzima può
diminuire la clearance degli stessi dalla circolazione sistemica. L'aggiunta
di un farmaco che si lega fortemente alle proteine può risultare
in uno spiazzamento dell'altro farmaco che circola con una quota legata
molto alta. Quindi è possibile che l'aggiunta del trattamento con
torasemide possa aver potenziato l'effetto anticoagulante di warfarin
con i seguenti meccanismi:
1. competizione per il metabolismo (via CYP2C9) con una diminuzione della
clearance di warfarin
2. spiazzamento di warfarin dall'albumina, potenziando in modo transitorio
l'attività anticoagulante
La valutazione obiettiva del nesso di causalità definisce l'interazione
come probabile, anche se non riportata in precedenza. Inoltre altre possibili
cause eziologiche sono state escluse dai clinici che hanno seguito il
caso.
Torasemide
è un diuretico dell'ansa; questi farmaci sono usati nell'edema
polmonare dovuto a scompenso del ventricolo sinistro; la somministrazione
endovenosa produce sollievo dalla dispnea e riduce il pre carico prima
di quanto ci si aspetterebbe dal tempo di induzione della diuresi. I diuretici
dell'ansa sono inoltre utilizzati in pazienti con scompenso cardiaco cronico.
L'edema diuretico-resistente (eccetto il linfedema e l'edema dovuto a
stasi venosa periferica o a calcioantagonisti) può essere trattato
con diuretici dell'ansa associati con un tiazidico o un diuretico affine
(per esempio, bendroflumetiazide 5-10 mg al giorno o metolazone 5-20 mg
al giorno).
Se necessario, un diuretico dell'ansa può essere utilizzato in
aggiunta alla terapia antipertensiva per ottenere un miglior controllo
dei valori pressori.
I diuretici dell'ansa inibiscono il riassorbimento dal tratto ascendente
dell'ansa di Henle del tubulo renale e sono diuretici potenti. Si può
manifestare ipocaliemia e bisogna aver cura di evitare l'ipotensione.
Se c'è una prostata ingrossata si può avere ritenzione urinaria;
ciò è meno probabile se si usano inizialmente piccole dosi
o diuretici meno potenti.
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