RIASSUNTO
SCOPO Indagare sull'associazione fra uso materno di antipertensivi
nelle fasi precoci della gravidanza e malformazioni congenite neonatali.
METODI È stata identificata una coorte dal registro delle
malformazioni congenite svedese (Swedish Medical Birth Register).
I soggetti arruolati nello studio comprendevano 1418 donne che avevano
usato farmaci antipertensivi nelle prime fasi della gravidanza, ma che
non avevano diagnosi di diabete.
RISULTATI Nelle donne che avevano assunto antipertensivi è
stato rilevato un eccesso di rischio per quanto riguarda i seguenti eventi:
distaccamento della placenta, taglio cesareo, induzione del parto ed emorragia
post-parto. Le nascite premature erano più frequenti rispetto a
quanto atteso ed i bambini nati da madri che avevano assunto farmaci antipertensivi
erano piccoli in confronto all'età gestazionale e avevano un eccesso
di vari sintomi neonatali. I difetti cardiovascolari erano presenti con
un odds ratio aggiustato di 2,59 (IC al 95% 1,92-3,51). I risultati erano
simili quando le donne partecipanti allo studio avevano assunto ACE-inibitori
o altri antipertensivi, in particolare beta-bloccanti. Anche il tasso
di natimortalità era più alto e sempre senza una chiara
farmaco-specificità.
CONCLUSIONI Questo studio mostra una lieve farmaco-specificità
per quanto riguarda l'associazione fra uso materno di antipertensivi e
un aumentato rischio di difetti cardiovascolari neonatali.
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