RIASSUNTO
CONTESTO L'ipertensione rappresenta il disordine più frequente
durante la gravidanza. Essa è la causa principale di mortalità
e morbidità materna e perinatale. I diuretici sono comunemente
prescritti nell'ipertensione essenziale prima del concepimento e sono
usati durante la gravidanza per trattare l'ipertensione e le malattie
cardiache. Il meccanismo di azione dei diuretici, responsabile dell'abbassamento
pressorio, non è completamente conosciuto. La risposta ipotensiva
iniziale è mediata da una semplice riduzione nel volume del plasma
e nella gittata cardiaca. L'effetto a lungo termine di una ridotta pressione
arteriosa è associato a una parziale inversione degli iniziali
cambiamenti emodinamici; il volume del plasma e la gittata cardiaca ritornano
parzialmente ai livelli basali, mentre diminuisce la resistenza vascolare
sistemica. Fino a poco tempo fa, la pressione in gravidanza veniva spesso
gestita con metildopa, che non sempre si dimostrava efficace. Sono stati
introdotti composti, quali prazosina e nifedipina, a cui posso essere
aggiunti i diuretici, in grado di potenziare e l'azione di questi tre
farmaci. Inoltre, metildopa e prazosina causano ritenzione idrica, che
può essere prevenuta con i diuretici.
STUDI In teoria, ai diuretici possono essere associati potenziali
effetti dannosi dovuti alla riduzione del volume plasmatico, della gittata
cardiaca e della perfusione utero-placentare. Nel 1975 è stato
dimostrato che la clearance del diedro-isoandrosterone solfato, come indice
della perfusione utero-placentare, diminuiva del 18% quando l'uso a breve
termine di furosemide veniva applicato a pazienti con ipertensione cronica
e ritornava al livello basale una volta interrotta la terapia con il farmaco.
Altri autori hanno ipotizzato che la terapia con diuretici nelle donne
gravide con ipertensione cronica fosse associata ad un'espansione del
volume plasmatico inferiore rispetto al normale, che potrebbe essere dannosa
per la crescita fetale.
In un successivo studio prospettico e randomizzato è stato mostrato
che l'espansione del volume plasmatico era minima nel gruppo trattato
con diuretici (aumento medio del 18%), mentre era normale nel gruppo che
aveva interrotto la terapia (aumento medio del 52%). Non sono state osservate
differenze tra i due gruppi negli esiti perinatali. Questi risultati suggeriscono
che, nelle gravide ipertese, i diuretici prevengono l'espansione normale
del volume plasmatico senza influenzare gli outcome perinatali.
In una metanalisi di 9 trial randomizzati, che ha confrontato la terapia
con diuretici con nessun trattamento in 7000 donne gravide, non è
stata evidenziata alcuna differenza in termini di esiti avversi. Quando
sono stati analizzati i dati sulla mortalità perinatale, è
stata rilevata una piccola differenza nella sopravvivenza post-natale.
L'incidenza di nati morti era ridotta di circa un terzo con il trattamento;
tuttavia, forse a causa di piccoli numeri (solo 37 nati morti), la differenza
non era statisticamente significativa. Inoltre, gli autori hanno concluso
che questi trial randomizzati non sono stati in grado di fornire evidenze
attendibili di una qualsiasi presenza o assenza di effetti significativi
del trattamento con diuretici sulla mortalità perinatale. Nella
stessa metanalisi non c'erano evidenze che i diuretici potessero avere
effetti avversi durante la gravidanza, come la trombocitopenia neonatale,
l'ittero, la pancreatite materna, l'ipokaliemia e l'iponatremia.
In uno studio condotto per esaminare l'effetto dei diuretici sul peso
alla nascita e sul parto pretermine, due studi di follow-up su base di
popolazione sul Northern Jutland Prescription Database (NJPD) in
Danimarca e sul Medicines Monitoring Unit's Database (MEMO) in
Scozia hanno riportato che donne danesi che avevano ricevuto una prescrizione
di diuretici dell'ansa durante la gravidanza avevano partorito bambini
con un peso alla nascita superiore rispetto alle donne che non avevano
assunto diuretici, con una differenza media di 104,7 g (IC al 95% 2,6-206,9
g). Tuttavia, gli autori conclusero che questa differenza fosse molto
più probabilmente dovuta all'alta prevalenza di diabete (10,3%)
tra le donne danesi che avevano utilizzato diuretici dell'ansa durante
la gravidanza e che avevano partorito normalmente neonati più grandi.
Gli autori hanno anche riportato che le donne che avevano ricevuto una
prescrizione di diuretici durante la gravidanza presentavano un aumento
del rischio di parto pretermine (<37 settimane completate): NJPD (OR
1,8; 1,2-2,7); MEMO (1,9; 0,9-4,3). La proporzione di donne con ipertensione
tra quelle che avevano avuto una prescrizione di diuretici tiazidici era
del 15,8% e il rischio di avere un neonato con un peso alla nascita <2500
g era maggiore: NJPD 2,6 (1,4-5,0); MEMO 2,4 (0,8-7,8). Da questo studio,
si potrebbe concludere che la prescrizione di diuretici durante la gravidanza
sia associata a differenze di peso alla nascita e incidenza di parto pretermine,
anche se il confondimento da indicazione può spiegare i risultati.
Il National High Blood Pressure Education Program Working Group on
High Blood Pressure in Pregnancy canadese è giunto alla conclusione
che la gravidanza non preclude l'uso di farmaci diuretici per ridurre
o controllare la pressione arteriosa nelle donne la cui ipertensione sia
antecedente al concepimento (se è stato fatto un tentativo di ridurre
la dose) oppure della combinazione di farmaci diuretici con altri agenti,
specialmente per donne con ipertensione sensibile all'apporto di sale.
CONCLUSIONI Idroclorotiazide, triamterene e amiloride non sono
teratogeni secondo un piccolo numero di case report. Alcuni studi più
vecchi sollevano preoccupazioni sulla possibilità dei diuretici
tiazidici di causare trombocitopenia neonatale; tuttavia, studi successivi
hanno mostrato che non c'è un aumento di questi eventi in neonati
esposti in utero ai diuretici. Inoltre, sebbene i diuretici influenzino
l'espansione del volume plasmatico in una normale gravidanza, questa non
è stata correlata con un effetto negativo sulla crescita fetale.
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