DUE GRAVI CASI DI SANGUINAMENTO DOVUTI AD INTERAZIONE CON WARFARIN



FATAL INTRACRANIAL BLEED POTENTIALLY DUE TO A WARFARIN AND INFLUENZA VACCINE INTERACTION
Carroll DN, Carroll DG
Ann Pharmacother 2009; 43:754-760


Un caso fatale di sanguinamento intracranico dopo 4 settimane da vaccinazione antinfluenzale. Probabile interazione con warfarin.

RIASSUNTO
OBIETTIVO Riportare un caso di sanguinamento intracranico fatale attribuibile probabilmente a interazione tra warfarin e vaccino influenzale inattivato.
RIASSUNTO DEL CASO Un maschio bianco di 64 anni è stato ricoverato in ospedale dopo aver perso conoscenza. La famiglia del paziente riportava una storia precedente di due giorni di sanguinamento dal retto. Il paziente non aveva subito recentemente modifiche alle sue condizioni mediche o i suoi regimi terapeutici, i quali includevano warfarin per la profilassi dell'ictus secondaria a fibrillazione atriale. Il paziente si era sottoposto a vaccinazione per l'influenza con vaccino inattivato quattro settimane e mezzo prima dell'ospedalizzazione. Al momento della vaccinazione il suo INR era 2,0. All'ospedalizzazione il valore era maggiore di 15; gli INR nei sei mesi precedenti erano stati relativamente stabili (range 1,4-4,7). Un'analisi tomografica computerizzata senza contrasto della testa mostrava una larga emorragia parenchimale dovuta a infarto, che coinvolgeva il lobo temporale, parietale e occipitale. Al reparto di emergenza, al paziente veniva somministrata un'infusione di nitroglicerina per mantenere la pressione sistolica nell'intervallo di 140-160 mm Hg, un'infusione di quattro unità di plasma fresco congelato e 10 mg di vitamina K. In seguito a valutazione neurochirurgica è stato determinato che niente poteva essere fatto per modificare positivamente le condizioni del paziente, che moriva circa 17 h dopo l'ospedalizzazione.
DISCUSSIONE Molti report di terapia concomitante con warfarin e vaccinazione anti-influenzale non indicano significative modificazioni dei parametri relativi alla funzionalità coagulativa. Esistono comunque report relativi a soggetti che in seguito a vaccinazione influenzale hanno sperimentato un aumento dell'effetto di farmaci anticoagulanti. La ragione di questo aumento è sconosciuta, ma potrebbe coinvolgere solo alcuni componenti del vaccino, che è diverso di anno in anno. L'aumento dei valori di INR osservati nel paziente oggetto di questo case-report, relativamente stabili per almeno sei mesi, era probabilmente dovuto ad un'interazione tra warfarin e il vaccino, che la scala Horn di probabilità per le interazioni tra farmaci indicava come possibile.
CONCLUSIONI Considerando l'esito del paziente come anche gli esiti di altri soggetti che hanno avuto un aumento dell'INR in scenari simili, sembra giustificata una più frequente valutazione dei valori di INR durante le 4-6 settimane successive ad una vaccinazione anti-influenzale.