RIASSUNTO
Il versamento pleurico è una manifestazione non comune della tossicità
da amiodarone ed è solitamente associato a polmonite interstiziale
indotta da amiodarone.
Si descrive il caso di una donna di 70 anni che si è presentata
in pronto soccorso con dolore pleurico bilaterale e malessere 4 settimane
dopo che la dose di amiodarone era stata aumentata da 200 mg/die a 600
mg/die. Aveva versamento bilaterale
dell'essudato pleurico senza la presenza di polmonite. La diagnosi era
versamento pleurico indotto da amiodarone, dopo che un esame completo
durante il ricovero in ospedale aveva escluso altre possibili cause.
A causa di aritmie non trattabili, l'amiodarone non è stato interrotto
e la paziente è stata dimessa. Quattro giorni più tardi,
alla visita di follow-up presso l'ambulatorio di patologia polmonare,
la paziente lamentava un peggioramento del dolore al petto, della dispnea
e della tosse. Un CT scan ha mostrato versamento pleurico del lato sinistro,
con loculazioni multiple. La paziente è stata sottoposta a una
procedura di isolamento della vena polmonare e l'amiodarone è stato
interrotto. È stata trattata con prednisone 40 mg/die, con dosaggio
in diminuzione nelle due settimane successive. Tre settimane dopo la sospensione
di amiodarone, la paziente era asintomatica e la radiografia toracica
mostrava completa risoluzione del versamento.
La revisione delle registrazioni mediche della paziente ha rivelato che
la donna aveva sperimentato sintomi simili e versamento pleurico essudativo
due anni prima, dopo un aumento simile del dosaggio di amiodarone; i sintomi
e l'effusione pleurica si erano risolti dopo la diminuzione della dose.
L'uso dell'algoritmo di Naranjo indicava che l'associazione tra versamento
pleurico e amiodarone era altamente probabile (punteggio di 9).
Questo case report sottolinea che amiodarone deve essere preso in considerazione
nella diagnosi differenziale di pazienti con versamento essudativo dopo
che un'indagine completa ha escluso altre cause. Amiodarone dovrebbe essere
sostituito con un antiaritmico alternativo, se clinicamente fattibile,
e i corticosteroidi potrebbero essere d'aiuto.
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