IL MERCATO DEI FARMACI CONTRAFFATTI





Steroidi, anoressizzanti e principi attivi per la cura della disfunzione erettile. Sono queste le categorie di farmaci principalmente coinvolte in un mercato contraffatto e parallelo alimentato da vere e proprie organizzazioni criminali che utilizzano canali non autorizzati alla vendita (palestre, beauty center, sexy shop) e la rete internet per la pubblicizzazione, la distribuzione e l'acquisto. Un fenomeno che ha costretto le autorità europee a rivedere le normative di controllo, prendendo a modello quelle italiane che ci consentono di avere un'efficiente rete legale di produzione e distribuzione dei farmaci.

"Le stime Oms indicano un'incidenza media europea di farmaci illegali dell'1% e un preoccupante 6-7% a livello mondiale, mentre in Italia siamo sotto lo 0,1%, grazie all'efficace protezione della filiera legale garantita dal sistema di tracciatura del farmaco" afferma Domenico Di Giorgio, dirigente dell'Unità prevenzione e contraffazione dell'AIFA nel corso dell'incontro promosso a Roma dall'Anifa. "Chi vende farmaci contraffatti fa leva su due elementi. Innanzitutto la confusione che fa chi compra tra automedicazione e autoprescrizione e perciò viene indotto ad acquistare direttamente farmaci che invece richiedono la ricetta medica. In secondo luogo, l'offerta illegale viene sempre accompagnata da un catalogo ampio che comprende integratori e prodotti di automedicazione rafforzando l'impressione di legalità del sito". Sul fronte della lotta ai farmaci contraffatti, nel nostro Paese è attiva una task force, Impact Italia, che riunisce diverse istituzioni, a partire da AIFA e ministero della Salute, con l'obiettivo di ridurre le zone grigie che creano spazi di business per le organizzazioni criminali e accrescere la consapevolezza del pubblico sui rischi che si corrono quando si confonde l'automedicazione con l'autoprescrizione.


Fonte: Salutedomani. 8 luglio 2010


Circa un italiano su tre è propenso ad acquistare farmaci in maniera impropria, senza prescrizione, via Internet. Nella pratica, il fenomeno nel nostro Paese interessa solo lo 0,1% della popolazione, ma la contraffazione farmaceutica è uno dei pericoli emergenti nella Sanità, in Italia come nel resto del mondo. Più in dettaglio, secondo i dati forniti dal Comando dei Carabinieri per la Tutela della Salute, tra il 2009 e il primo semestre del 2010 sono state sequestrate 1,75 milioni di farmaci, fiale e compresse, il 20% dei quali si stima fosse illegale. Nello stesso periodo, sono state segnalate 667 persone all'autorità giudiziaria mentre 79 sono state arrestate. Ad arginare il fenomeno sono diversi sistemi, come in primis il "bollino della tracciatura", presente su tutte le confezioni dei medicinali e che rende praticamente impossibile l'ingresso di farmaci contraffatti nella rete distributiva legale. Per questo i farmaci contraffatti sfruttano i canali non autorizzati alla vendita (palestre, beauty center, sexy shop) e la rete Internet, dove il cittadino rischia quotidianamente di imbattersi in prodotti falsi e anche molto pericolosi.
Del fenomeno si è discusso a Roma in occasione della presentazione del Rapporto 2010 dell'Osservatorio Anifa sull'Automedicazione, alla presenza, tra gli altri, di Domenico Di Giorgio, Coordinatore dell'attività anticontraffazione di AIFA, Cosimo Piccinno, Generale di Brigata del Comando dei Carabinieri per la tutela della salute, Antonio Tomassini, Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, Dorina Bianchi, Commissione Industria, Commercio e Turismo del Senato, Daniele Bosone, Vicepresidente Commissione Igiene e Sanità del Senato, Giacomo Milillo, Segretario Nazionale FIMMG, Annarosa Racca, Presidente Federfarma¸ Andrea Mandelli, Presidente FOFI.
Chi vende farmaci contraffatti fa leva sostanzialmente su due elementi:
- la confusione al momento dell'acquisto fra prodotti di "automedicazione" e di "autoprescrizione", dove la prima parola indica il corretto comportamento di chi acquista autonomamente farmaci che non richiedono la ricetta medica, mentre la seconda è il comportamento scorretto di chi acquista farmaci da prescrizione senza avere la ricetta;
- la commistione, all'atto dell'offerta illegale, di varie tipologie di prodotti (farmaci da ricetta, senza ricetta, altri prodotti salutistici), aumentando così la sensazione per l'utente di trovarsi di fronte a un'offerta legale.
Impact Italia opera seguendo due linee strategiche: ridurre le "zone grigie" che creano gli spazi di business per le organizzazioni criminali e accrescere la consapevolezza del pubblico sui rischi che si corrono quando si confonde automedicazione con auto prescrizione, acquistando dai canali illegali a forte rischio per la salute.
Sergio Daniotti, Presidente di ANIFA, ha dichiarato: "La rete legale di produzione e distribuzione dei farmaci rappresenta una garanzia di sicurezza per il cittadino. E' fondamentale che le istituzioni promuovano Campagne Informative, attraverso le quali sottolineare l'importanza di "non accettare mai consigli né farmaci da sconosciuti", ma di rivolgersi sempre e solo a chi li produce, li prescrive o li dispensa. Ma è anche fondamentale promuovere iniziative di informazione ai cittadini che diano indicazioni precise sui farmaci che si possono acquistare autonomamente (quelli col bollino rosso) e sull'importanza della presenza del farmacista, garanzia di autenticità del medicinale. Dobbiamo, insomma, trasferire al pubblico la percezione del valore positivo del farmaco in termini di sicurezza ed efficacia, spiegando che tutto ciò che esula dai circuiti autorizzati può rappresentare un grosso rischio per la salute".
"L'informazione corre e si allarga sul web ad una velocità impressionante", ha osservato Alberto Giannini, CEO di Interactivecom, "Questo fenomeno comprende, ovviamente, anche i temi della salute, della malattia, della cura, dei farmaci. Le ricerche effettuate quotidianamente sui motori di ricerca su temi riguardanti la salute sono 12 milioni al giorno. Perfetti sconosciuti hanno aperto pagine web su alcuni tra i più noti farmaci (sia con obbligo di prescrizione, sia senza obbligo di ricetta), e ciascuna di esse ha generato e continua a generare, senza la minima possibilità di verifica, alcune migliaia di 'contatti e discussioni' su questi medicinali".
"In Italia, come in tutti i grandi Paesi europei, l'incidenza dei farmaci illegali è attualmente molto limitata" spiega Domenico Di Giorgio, Coordinatore dell'Unità Prevenzione Contraffazione dell'Agenzia Italiana del Farmaco: "le stime OMS indicano un'incidenza media europea a quota 1% e un preoccupante 6-7% a livello mondiale, ma l'Italia, stando alle valutazioni Censis, è addirittura al di sotto dello 0,1%, grazie all'efficace protezione della filiera legale garantita dal sistema di tracciatura del farmaco. Questi dati non ci consentono comunque di abbassare la guardia, considerando la crescita dei canali illegali e non controllati di distribuzione di farmaci".
"Già ora un medico su quattro, in Gran Bretagna", prosegue Di Giorgio, "ha riscontrato fra i propri pazienti disturbi provocati da farmaci comprati via Internet: secondo i servizi di accreditamento statunitensi solo l'1% delle farmacie on line è legale, mentre i restanti siti si dividono tra distributori di prodotti illegali e contraffatti, e truffatori informatici. In Italia il problema è ancora limitato, ma una recente ricerca effettuata da Pfizer ha rilevato una propensione all'acquisto improprio senza prescrizione che supera il 30% dei nostri connazionali: un terreno potenzialmente fertile anche rispetto a Internet".
L'esperienza insegna che è illusorio pensare di controllare Internet. Al tempo stesso, una corretta e massiccia campagna di informazione può dare al pubblico gli strumenti giusti per non cadere nei tranelli della disinformazione. Un buon esempio di comunicazione finalizzata a informare correttamente i cittadini viene dalla Campagna Istituzionale ANIFA, realizzata in collaborazione con il Ministero della Salute, volta a identificare con chiarezza il Bollino Rosso dell'automedicazione corretta. "Esistono figure professionali con le competenze garantite e certificate per informare i cittadini", ha concluso Sergio Daniotti, "esistono le imprese regolarmente certificate e che operano in modo trasparente. Internet e la lotta alla contraffazione dei farmaci deve essere vista come un'opportunità per rivedere i sistemi di applicazione delle regole sulla comunicazione farmaceutica consentendo ai siti istituzionali delle imprese di menzionare i propri medicinali, fare pubblicità corretta, fornire informazioni utili e certificate ai cittadini".


Fonte: Salute.Aduc. 30 luglio 2010


Introduzione del reato di 'crimine farmaceutico'; potenziamento e coordinamento delle azioni di contrasto al fenomeno della contraffazione di medicinali attraverso la sinergia tra le diverse istituzioni coinvolte; riconoscimento legislativo per Impact-Italia e istituzione di una task force integrata da competenze nel settore della cosmetica e degli integratori alimentari; coordinamento nazionale delle attivita' investigative; certificazione dei siti e dei programmi di informazione alla collettivita' sul tema: sono alcune delle proposte indicate dalla commissione Sanita' del Senato, che ha approvato oggi all'unanimita' la relazione conclusiva dell'indagine conoscitiva sul fenomeno della contraffazione e dell'e-commerce farmaceutico.
"Ringrazio sia il presidente della commissione Antonio Tomassini - commenta Luigi d'Ambrosio Lettieri, relatore del provvedimento e segretario della commissione - sia i colleghi di maggioranza e opposizione, che hanno consentito di svolgere un ottimo lavoro.
L'analisi del fenomeno si e' arricchita del prezioso contributo di numerosi rappresentanti istituzionali e dei consumatori, della filiera del farmaco e delle professioni sanitarie. Le proposte conclusive sono frutto di un lavoro serio e approfondito a cui anche le opposizioni hanno contribuito in misura rilevante", precisa D'Ambrosio Lettieri, che preannuncia l'imminente presentazione di una mozione in aula, la cui approvazione potrebbe conferire maggiore forza e autorevolezza alle proposte. Questo "perche' su internet viaggia e si compra di tutto, a rischio e pericolo della propria salute, delle proprie tasche e anche di quelle del sistema sanitario nazionale", sostiene il senatore.
"I farmaci piu' venduti sul web sono ad alto rischio di tossicita' antidolorifici, tranquillanti, prodotti per migliorare le prestazioni fisiche e mentali, in particolare ormoni anabolizzanti, farmaci contro le disfunzioni erettili, sostanze dimagranti. E la frode e' dietro l'angolo. A portata di clic e senza ricetta".
"Non si tratta solo di una lesione alla proprieta' brevettuale che determina danno all'economia del Paese - prosegue il senatore - come avviene per tutti i casi di contraffazione. Quando si tratta di farmaci il danno piu' rilevante e' quello prodotto alla salute pubblica. Il ricorso alle farmacie online in Italia ad oggi e' illegale. L'assoluta sicurezza della rete legale dalla produzione alla dispensazione, la rimborsabilita' dei farmaci essenziali, i prezzi contenuti e la scarsa propensione all'uso di internet e all'e-commerce hanno sicuramente contribuito finora ad arginare il problema. Ma il fenomeno sta tuttavia crescendo anche nel nostro Paese in misura preoccupante e trova riscontro nella efficace attivita' dei Carabinieri del Nas, della Guardia di Finanza e degli altri organi di Polizia giudiziaria".
"La gravita' del fenomeno - prosegue D'Ambrosio Lettieri - ha indotto l'agenzia sanitaria dell'Onu a istituire la International Medical Products Anti-Counterfeiting Taskforce (Impact), a cui partecipa anche il nostro Paese con l'Agenzia italiana del farmaco e con i Nas, sotto l'acronimo di Impact-Italia. Il Comando dei Carabinieri per la Tutela della salute e' a sua volta impegnato nel Permanent Forum on International Pharmaceutical Crime, una assemblea informale internazionale che origina da accordi diretti tra le agenzie e le istituzioni nazionali di 14 Stati tra i quali gli Usa, l'Australia, il Canada, la Germania e il Regno Unito, oltre all'Italia, e che e' finalizzato a contrastare il traffico illecito e la contraffazione dei farmaci su scala mondiale".
"Ci auguriamo, comunque, che presto si faccia piu' chiaro il quadro normativo internazionale - conclude il senatore - senza il quale la lotta alla contraffazione, nonostante l'encomiabile lavoro delle forze di polizia, risulta senz'altro piu' difficile. Le conclusioni dell'indagine rappresentano certamente un passo in avanti in tal senso e le proposte della Commissione suggeriscono con forza un necessario potenziamento dell'impegno profuso".


Fonte: Altroconsumo. Agosto 2010


La rete dei farmaci falsi

Di Viagra se ne sente spesso parlare: è il nome più ricorrente tra i farmaci falsi venduti online, sequestrati alla dogana o smerciati sotto banco. Ma non è l'unico. Sbaglia chi pensa che il mercato della contraffazione coinvolga solo ed esclusivamente la pillola blu. Contraffatto era anche un farmaco contro il diabete prodotto in Cina così come un antimalarico sequestrato in 40 farmacie della Tanzania nel 2009. Per non parlare di una medicina (Zyprexa) per la schizofrenia acquistata nel circuito distributivo legale inglese nel 2007. Oppure di un prodotto per abbassare il colesterolo (il Lipitor).
Tutti farmaci falsi, nella migliore delle ipotesi a base di gesso o di sostanze innocue. Sì, perché i farmaci contraffatti possono essere di diverso tipo e avere - di conseguenza - effetti differenti: alcuni sono confezionati ignorando le norme vigenti in materia (per esempio senza il numero di lotto, con una data di scadenza falsa oppure privi di foglietto illustrativo). Altri contengono le stesse sostanze del farmaco originale, ma in dosaggio diverso (più alto o decisamente più basso). Altri ancora non contengono nulla.
Esiste anche un'altra tipologia - la peggiore - ovvero che i farmaci contraffatti possano contenere sostanze diverse dal farmaco originale, che con questo non c'entrano nulla. Magari molto pericolose.

Chi compra e perché

Che cosa spinge le persone a navigare in internet alla ricerca di medicine di dubbia qualità? Un'ampia inchiesta condotta in Europa su 14mila uomini dall'azienda farmaceutica Pfizer (quella che detiene il brevetto del Viagra) ha cercato di fare chiarezza sulle motivazioni: alla base di tutto sembra esserci una certa convenienza economica. In molti, infatti, credono che i farmaci acquistati online siano meno cari. Erroneamente. Fateci caso, in alcuni siti i prezzi sembrano addirittura stracciati, ma non si fa cenno alle spese di spedizione: un onere che fa lievitare enormemente il costo.
Altra motivazione: comprando online si salta il passaggio e la prescrizione del medico. E si evita l'imbarazzo legato a un certo tipo di acquisto. Nella maggior parte dei casi, infatti, ci si avventura in rete non per comprare farmaci che curano patologie gravi, ma per le "life-style medicines", cioè i farmaci usati per migliorare le prestazioni sessuali (vedi Viagra e Cialis), le performance sportive (ormoni anabolizzanti) oppure l'aspetto fisico (anoressizzanti per la perdita del peso o farmaci per le calvizie).

Rischi? Salute e non solo

Se prendete una pastiglia di Viagra comprata online senza principio attivo (e dunque inefficace) vi troverete al massimo a dover fronteggiare una figuraccia. Ma che cosa succede in caso di assunzione di un antibiotico o un antimalarico contraffatto? Si rischia il fallimento della terapia, ovvero che la cura non faccia effetto. Ma non solo.
Se nella pastiglia sono presenti ingredienti pericolosi non dichiarati in etichetta, i danni per la salute si moltiplicano. Fino al pericolo di morte. Guardiamo la cosa anche da un altro punto di vista. Tra le farmacie online solo una parte è legale (quelle autorizzate e controllate da istituzioni nazionali, per esempio in Inghilterra, Olanda e Germania). Le restanti si dividono tra siti illegali che smerciano prodotti contraffatti e siti falsi usati da vere e proprie organizzazioni criminali come esche per rubare, ad esempio, i dati della vostra carta di credito. Volete qualche nome? Canadian Health&Care, VIP Pharmacy, Hoodia Life, HGH Life, My Canadian Pharmacy, International RX: questi siti vengono inviati come spam per entrare in possesso dei dati delle carte di credito degli acquirenti. Pharmacy Express, uno dei siti presumibilmente collegati all'organizzazione criminale "Yambo Financial", utilizza una presunta farmacia che pubblicizza medicinali a prezzi scontati per rubare le identità digitali dei clienti: le informazione sul sito sono tutte false e, se fate un ordine, non vi arriverà nulla. Non fidatevi poi dei siti che espongono le certificazioni di sicurezza: spesso sono false riproduzioni che non si aprono. Sono solo specchietti per allodole.
L'ultima frontiera del traffico online l'hanno scoperta i carabinieri e i Nas di Catania: un'indagine ha svelato traffici illeciti non solo tramite farmacie online, ma anche in forum e blog. E su Facebook.

Tutto il mondo è paese

Un po' ovunque, la contraffazione è un problema che interessa tutto il mondo. Ma che riguarda in modo massiccio i Paesi in cui i sistemi regolatori sono inefficienti o addirittura assenti (per esempio Asia, America Latina e Africa). È minore (meno dell'1% dell'intero mercato dei farmaci) dove i sistemi di controllo funzionano (in gran parte dell'Europa, Stati Uniti, Canada, Australia, ma anche in Nuova Zelanda e Giappone).
Tranquilliziamo i lettori: in Italia il problema della contraffazione, seppur in crescita, resta comunque molto contenuto e non riguarda assolutamente le farmacie e gli altri canali autorizzati alla vendita dei farmaci, ma solo l'acquisto online. In poche parole: se non comprate in rete, non correte rischi.

Scoperte alla dogana
In prima linea: così si potrebbe definire l'Agenzia italiana del farmaco nei confronti del commercio illegale di farmarci. Per capire meglio le proporzioni del fenomeno, infatti, l'Aifa ha lavorato gomito a gomito con le forze di polizia. Così qualche tempo fa - in quella che è stata definita "Operazione MediFake" - gli agenti hanno bloccato alla dogana alcuni pacchetti provenienti da Cina e India, scoprendo un flusso di prodotti farmaceutici illegali e contraffatti molto più corposo di quanto si pensasse.
L'Aifa non è nuova a queste indagini investigative: già qualche anno fa, con l'aiuto di una società di intelligence informatica, l'Agenzia del farmaco aveva indagato su una serie di farmacie online, palesemente false e con pagine web tradotte in italiano. In quell'occasione erano stati ordinati alcuni farmaci in ciascun sito. Con questi risultati:
- 1 sola delle 30 farmacie online aveva inviato effettivamente il farmaco ordinato.
- 29 siti avevano spedito all'acquirente farmaci contraffatti o copie di generici non autorizzati.
- 40% dei siti presi in esame si era rivelato falso e dedito ad attività criminose, come per esempio il furto dei dati delle carte di credito.
- 45% dei siti esaminati era localizzato negli Stati Uniti; il 20% in Russia; il 15% in Germania.

Commercio parallelo, grande sconosciuto
Uguali, ma diversi. I farmaci di importazione parallela possono avere confezioni leggermente diverse rispetto a quelli provenienti dal canale tradizionale (come ci segnala il socio nella pagina accanto), ma sono assolutamente legali.
- Il farmaco importato viene venduto regolarmente in farmacia e - su bugiardino e scatola - riporta tutte le indicazioni obbligatorie per la legge italiana: ha lo stesso nome, la stessa composizione, la stessa formula e gli stessi effetti terapeutici del "gemello" italiano. Può differire dal punto di vista del packaging.
- L'importazione di farmaci in Italia trae origine dal principio di libera circolazione delle merci nel mercato dell'Unione europea: è autorizzata e strettamente controllata dall'Aifa. Per essere autorizzato alla procedura di importazione parallela, un farmaco deve risultare registrato e in commercio in uno Stato dell'Ue.
- L'obiettivo dell'importazione parallela è quello di acquistare un medicinale in un Paese comunitario dove il costo è più basso (per logiche commerciali) e rivenderlo in un altro Paese, ottenendo un guadagno sulla differenza di prezzo. In questo modo i consumatori dovrebbero ottenere un prodotto uguale a un prezzo inferiore.
- In realtà, però, i vantaggi sono minimi: sia perché i farmaci importati sono pochi (e tutti in fascia C, a carico del cittadino); sia perché la differenza di prezzo, ampia in partenza, si perde lungo la catena distributiva. Dal produttore alla farmacia, la catena parallela si allunga di due passaggi (l'importatore parallelo e il grossista nazionale). Ciascuno influisce sul prezzo finale e riduce la convenienza per l'acquirente.