RIASSUNTO
OBIETTIVO Si riporta un caso di sviluppo dell'inibitore del fattore
V indotto da cefalosporina, una condizione non comune ma potenzialmente
fatale caratterizzata da un'emorragia grave.
PRESENTAZIONE DEL CASO Un uomo cinese di 71 anni è stato
ricoverato dopo un ciclo
di 7 giorni con cefradina per un'infezione
al tratto urinario, con
un quadro caratterizzato dalla presenza di inibitore del fattore V,
da un tempo di protrombina (TP) e un tempo di tromboplastina parziale
attivata (APTT) anormali,
ematuria macroscopica, sanguinamento del tratto gastrointestinale superiore
ed ematoma all'inguine sinistro. La somministrazione sistemica di corticosteroidi
ha ristabilito i suoi livelli di attività dell'inibitore del fattore
V, ha riportato entro valori normali il TP e l'APTT e ha risolto il sanguinamento
del tratto gastrointestinale superiore. Tre settimane dopo trattamento
efficace della diatesi emorragica, è stato sottoposto a un ciclo
di ulteriori 8 giorni per cellulite (infiammazione diffusa del tessuto
connettivo che interessa gli strati sottocutanei e del derma). Quattro
settimane dopo egli ha ripresentato il quadro sintomatico precedente.
Il paziente è morto a causa dello shock emorragico nonostante l'ulteriore
terapia con corticosteroidi.
DISCUSSIONE Le cefalosporine sono note quali causa di coagulopatia
dovuta a ipoprotrombinemia. Un'altra via raramente menzionata in letteratura
è l'induzione dell'inibitore del fattore V, che può risultare
nella carenza di tale fattore. In questo paziente, l'insufficienza del
fattore V dovuta agli inibitori si sviluppava ogni volta che il paziente
era sottoposto a trattamento ripetuto con cefradina. Secondo la scala
di probabilità di Naranjo, la
relazione tra la formazione degli inibitori del fattore V e il trattamento
con cefradina era probabile.
CONCLUSIONI Poiché le cefalosporine vengono comunemente
utilizzate per il loro ampio indice terapeutico e perché presentano
pochi effetti avversi, le complicazioni iatrogene associate a questi farmaci
possono essere trascurate o non diagnosticate. Sulla base delle segnalazioni
dei pazienti, è necessario un attento esame dei record medici per
evitare una riesposizione al farmaco responsabile del danno.
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