SVILUPPO DI INIBITORI DEL FATTORE V INDOTTO DA CEFRADINA



DEVELOPMENT OF CEPHRADINE-INDUCED ACQUIRED FACTOR V INHIBITORS: A CASE REPORT
Wu MT, Pei SN
Ann Pharmacother 2010; 44:1673-6



RIASSUNTO
OBIETTIVO Si riporta un caso di sviluppo dell'inibitore del fattore V indotto da cefalosporina, una condizione non comune ma potenzialmente fatale caratterizzata da un'emorragia grave.
PRESENTAZIONE DEL CASO Un uomo cinese di 71 anni è stato ricoverato dopo un ciclo
di 7 giorni con cefradina per un'infezione al tratto urinario, con un quadro caratterizzato dalla presenza di inibitore del fattore V, da un tempo di protrombina (TP) e un tempo di tromboplastina parziale attivata (APTT) anormali, ematuria macroscopica, sanguinamento del tratto gastrointestinale superiore ed ematoma all'inguine sinistro. La somministrazione sistemica di corticosteroidi ha ristabilito i suoi livelli di attività dell'inibitore del fattore V, ha riportato entro valori normali il TP e l'APTT e ha risolto il sanguinamento del tratto gastrointestinale superiore. Tre settimane dopo trattamento efficace della diatesi emorragica, è stato sottoposto a un ciclo di ulteriori 8 giorni per cellulite (infiammazione diffusa del tessuto connettivo che interessa gli strati sottocutanei e del derma). Quattro settimane dopo egli ha ripresentato il quadro sintomatico precedente. Il paziente è morto a causa dello shock emorragico nonostante l'ulteriore terapia con corticosteroidi.
DISCUSSIONE Le cefalosporine sono note quali causa di coagulopatia dovuta a ipoprotrombinemia. Un'altra via raramente menzionata in letteratura è l'induzione dell'inibitore del fattore V, che può risultare nella carenza di tale fattore. In questo paziente, l'insufficienza del fattore V dovuta agli inibitori si sviluppava ogni volta che il paziente era sottoposto a trattamento ripetuto con cefradina. Secondo la scala di probabilità di Naranjo,
la relazione tra la formazione degli inibitori del fattore V e il trattamento con cefradina era probabile.
CONCLUSIONI Poiché le cefalosporine vengono comunemente utilizzate per il loro ampio indice terapeutico e perché presentano pochi effetti avversi, le complicazioni iatrogene associate a questi farmaci possono essere trascurate o non diagnosticate. Sulla base delle segnalazioni dei pazienti, è necessario un attento esame dei record medici per evitare una riesposizione al farmaco responsabile del danno.