RIASSUNTO
SCOPO Riportare una probabile interazione tra warfarin e polline
di api.
SOMMARIO Un uomo caucasico di 71 anni è giunto presso l'ambulatorio
clinico per il monitoraggio di routine della terapia con warfarin con
un valore di INR (International Normalized Ratio) di 7,1 (intervallo
terapeutico 2,0-3,0). La sua storia medica includeva fibrillazione atriale,
ipertensione, iperlipidemia, diabete mellito, disfunzione erettile, obesità
e ipotiroidismo. All'anamnesi farmacologica il paziente risultava in terapia
con warfarin, idroclorotiazide, lisinopril, levotiroxina, simvastatina,
gliburide, metformina, vardenafil, aspirina, multivitaminico e i prodotti
erboristici quali Cataplex E2, Cataplex B e Cyruta. Il dosaggio di tutti
i farmaci e dei prodotti erboristici era stato stabile nei nove mesi precedenti,
compreso quello di warfarin (INR 1,9-3,3). Il paziente aveva iniziato
ad assumere granuli di polline di api (un cucchiaio due volte al giorno)
un mese prima della visita in clinica con un beneficio generale percepito
in termini di benessere fisico. Inoltre il paziente non faceva uso di
alcool, tabacco, non aveva modificato la quantità di vitamina K
assunta la dieta, non aveva assunto dosi in più o in meno di warfarin,
non aveva cambiato terapie e non aveva sofferto di diarrea o altri stati
di malessere.
Warfarin è stato sospeso e dopo tre giorni al paziente è
stato rilevato un valore di INR di 3,7. Dopo quattro giorni dalla sospensione,
la terapia con warfarin è stata ripresa con una dose settimanale
ridotta dell'11%. Il paziente ha continuato ad assumere il polline e tutti
i valori di INR rilevati nei 7 mesi seguenti erano all'interno del range
terapeutico o vicini ad esso. L'utilizzo della Drug Interaction Probability
Scale indicava che vi era stata una interazione probabile tra polline
e warfarin.
CONCLUSIONI Il consumo di polline di api ha indotto un aumento
dei valori di INR in un paziente in terapia con warfarin.
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