RIASSUNTO
CONTESTO Il dolore grave non tumorale colpisce gran parte degli
adulti. Il trattamento ottimale non è chiaro e gli oppioidi sono
una scelta importante per l'analgesia. Tuttavia, vi sono relativamente
poche informazioni sulla sicurezza comparativa di questi farmaci. Pertanto,
si è cercato di confrontare la sicurezza degli oppioidi comunemente
utilizzati per il dolore non tumorale.
METODI E' stata messa a punto un'analisi di coorte propensity-matched
che ha sfruttato i dati di utilizzo dei servizi sanitari raccolti dall'1
gennaio 1996 al 31 dicembre 2005.
I partecipanti allo studio erano beneficiari Medicare di 2 Stati degli
USA che erano nuovi utilizzatori della terapia per il dolore non tumorale
con
oppioidi, tra cui codeina fosfato, idrocodone
bitartrato, ossicodone cloridrato, propossifene cloridrato e tramadolo
cloridrato; nessun soggetto aveva una diagnosi di cancro e nessuno stava
utilizzando l'assistenza di istituti o di case di cura. Gli end point
principali erano i tassi di incidenza e i rate ratio (RR) con intervalli
di confidenza al 95% per eventi cardiovascolari, fratture, disturbi gastrointestinali
e diversi end point compositi.
RISULTATI Sono stati appaiati 6.275 soggetti in ciascuno dei 5
gruppi di oppioidi. I gruppi erano ben abbinati sulla base delle caratteristiche
basali. Il rischio di eventi cardiovascolari era simile tra i gruppi 30
giorni dopo l'inizio della terapia con oppioidi, ma era elevato per codeina
(RR 1,62; IC 95% 1,27-2,06) dopo 180 giorni. Rispetto a idrocodone, dopo
30 giorni di esposizione a oppiacei, il rischio di frattura era significativamente
ridotto per gli utilizzatori di tramadolo (0,21; 0,16-0,28) e propossifene
(0,54; 0,44-0,66). Il rischio di eventi gastrointestinali non differiva
tra i gruppi. La mortalità per tutte le cause era elevata a 30
giorni per ossicodone (2,43; 1,47-4,00) e codeina (2,05; 1,22-3,45) rispetto
a idrocodone.
CONCLUSIONI I tassi di eventi tra gli anziani che assumono oppioidi
per il dolore non tumorale variano significativamente da un agente all'altro.
L'inferenza causale richiede disegni sperimentali, ma questi risultati
dovrebbero indurre cautela e sollecitare ulteriori studi.
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