RIASSUNTO
Metronidazolo è un antibiotico sintetico nitroimidazolico
attivo contro vari protozoi, così
come anche contro Gram-negativi e positivi anaerobi.
Viene presentato un caso di encefalopatia probabilmente causata da metronidazolo,
oltre a una review della letteratura su questo evento
raro, ma grave.
CASE REPORT Un uomo di 55 anni è stato ricoverato in un
ospedale universitario per la valutazione di un possibile ictus, dopo
essere stato trasferito da un ospedale più piccolo. Il paziente
si presentava con storia di dieci giorni di atassia in progressivo peggioramento
e disartria, così come vertigini, nausea e vomito. Affermava che
questi sintomi avevano causato numerose cadute, nessuna delle quali aveva
provocato danni alla testa o in altre parti del corpo. Inoltre, riportava
sintomi di drenaggio nasale, trattati inizialmente due settimane prima
con amoxicillina e successivamente con amoxicillina e acido clavulanico.
Il paziente dichiarava di non avere mal di testa, disturbi della vista
o difficoltà di deglutizione.
La storia medica includeva diabete di tipo 1, ipertensione, depressione,
artrite, colite collagena e neuropatia periferica. I suoi sintomi basali
di parestesia alle estremità coinvolgevano entrambi i piedi, fino
alle ginocchia. Questa neuropatia periferica era attribuibile al suo diabete
ed era trattata con gabapentin. La colite collagena era stata diagnosticata
approssimativamente 2 anni prima, in seguito a colonscopia eseguita per
valutare i sintomi di una diarrea ricorrente. Al momento aveva iniziato
una terapia a lungo termine con metronidazolo 500 mg 3 volte al giorno
e sulfalazina 500 mg 4 volte al giorno. Altri farmaci assunti a casa includevano
omeprazolo, lisinopril, fluexetina e insulina glargine.
Tre giorni prima del trasferimento, la TAC eseguita al paziente aveva
mostrato congestione dei seni nasali senza lesione intracranica.
Dopo il trasferimento, sono stati evidenziati segni di disfunzione cerebellare,
compresi test bilaterali indice-naso e tallone-ginocchio anormali.
La perdita di sensibilità al tocco leggero alle estremità
si estendeva fino alle ginocchia. I restanti esami fisici non erano rilevanti,
mentre l'andatura non era stata testata a causa della significativa atassia.
Secondo la valutazione del neuroradiologo, i risultati delle analisi fisiche
e biochimiche erano compatibili con una diagnosi di encefalopatia metronidazolo-indotta.
Perciò il metronidazolo è stato interrotto.
In seguito all'interruzione, il paziente mostrava disartria o atassia
minime
o nulle al terzo giorno dall'ospedalizzazione.
Dopo cinque giorni di ricovero, veniva dimesso con completa risoluzione
dei sintomi neurologici acuti. Una risonanza magnetica al follow-up venti
giorni dopo la dimissione ospedaliera confermava la completa risoluzione
dei segnali di anormalità. In accordo con la scala di Naranjo,
i sintomi del paziente sono stati classificati come probabilmente causati
da metronidazolo.
CONCLUSIONI È stato presentato il caso di un paziente con
encefalopatia probabilmente metronidazolo-indotta. Nonostante il diffuso
utilizzo di questo agente, molti medici non sono consapevoli di questo
raro evento avverso. Gli operatori sanitari dovrebbero essere in grado
di riconoscerne i sintomi ed essere consci dei potenziali problemi neurologici
nei pazienti che assumono il farmaco.
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