ENCEFALOPATIA METRONIDAZOLO-INDOTTA



METRONIDAZOLE-INDUCED ENCEPHALOPATHY. A CASE REPORT AND REVIEW OF THE LITERATURE
Bottenberg MM, Hegge KA, Eastman DK, Kumar R
J Clin Pharmacol 2011; 51:112-116



RIASSUNTO
Metronidazolo è un antibiotico sintetico
nitroimidazolico attivo contro vari protozoi, così come anche contro Gram-negativi e positivi anaerobi.
Viene presentato un caso di encefalopatia probabilmente causata da metronidazolo, oltre a una review della letteratura su questo
evento raro, ma grave.
CASE REPORT Un uomo di 55 anni è stato ricoverato in un ospedale universitario per la valutazione di un possibile ictus, dopo essere stato trasferito da un ospedale più piccolo. Il paziente si presentava con storia di dieci giorni di atassia in progressivo peggioramento e disartria, così come vertigini, nausea e vomito. Affermava che questi sintomi avevano causato numerose cadute, nessuna delle quali aveva provocato danni alla testa o in altre parti del corpo. Inoltre, riportava sintomi di drenaggio nasale, trattati inizialmente due settimane prima con amoxicillina e successivamente con amoxicillina e acido clavulanico. Il paziente dichiarava di non avere mal di testa, disturbi della vista o difficoltà di deglutizione.
La storia medica includeva diabete di tipo 1, ipertensione, depressione, artrite, colite collagena e neuropatia periferica. I suoi sintomi basali di parestesia alle estremità coinvolgevano entrambi i piedi, fino alle ginocchia. Questa neuropatia periferica era attribuibile al suo diabete ed era trattata con gabapentin. La colite collagena era stata diagnosticata approssimativamente 2 anni prima, in seguito a colonscopia eseguita per valutare i sintomi di una diarrea ricorrente. Al momento aveva iniziato una terapia a lungo termine con metronidazolo 500 mg 3 volte al giorno e sulfalazina 500 mg 4 volte al giorno. Altri farmaci assunti a casa includevano omeprazolo, lisinopril, fluexetina e insulina glargine.
Tre giorni prima del trasferimento, la TAC eseguita al paziente aveva mostrato congestione dei seni nasali senza lesione intracranica.
Dopo il trasferimento, sono stati evidenziati segni di disfunzione cerebellare, compresi test bilaterali indice-naso e tallone-ginocchio
anormali. La perdita di sensibilità al tocco leggero alle estremità si estendeva fino alle ginocchia. I restanti esami fisici non erano rilevanti, mentre l'andatura non era stata testata a causa della significativa atassia.
Secondo la valutazione del neuroradiologo, i risultati delle analisi fisiche e biochimiche erano compatibili con una diagnosi di encefalopatia metronidazolo-indotta. Perciò il metronidazolo è stato interrotto.
In seguito all'interruzione, il paziente mostrava disartria o atassia
minime o nulle al terzo giorno dall'ospedalizzazione. Dopo cinque giorni di ricovero, veniva dimesso con completa risoluzione dei sintomi neurologici acuti. Una risonanza magnetica al follow-up venti giorni dopo la dimissione ospedaliera confermava la completa risoluzione dei segnali di anormalità. In accordo con la scala di Naranjo, i sintomi del paziente sono stati classificati come probabilmente causati da metronidazolo.
CONCLUSIONI È stato presentato il caso di un paziente con encefalopatia probabilmente metronidazolo-indotta. Nonostante il diffuso utilizzo di questo agente, molti medici non sono consapevoli di questo raro evento avverso. Gli operatori sanitari dovrebbero essere in grado di riconoscerne i sintomi ed essere consci dei potenziali problemi neurologici nei pazienti che assumono il farmaco.