TOSSICITÀ DA FLUFENAZINA: ASPETTI FARMACOCINETICI



PHARMACOKINETICS OF THE LONG-ACTING, FIRST-GENERATION ANTIPSYCHOTIC FLUPHENAZINE
Purvis TL, Hieber RN, Dellenbaugh T, Sommi RW
Pharmacotherapy 2011; 31:438



RIASSUNTO
Nonostante i vantaggi degli antipsicotici di seconda generazione, i trial di efficacia e le analisi di costo-efficacia hanno portato a riesaminare gli antipsicotici di prima generazione in relazione alla posizione in terapia. Una piena comprensione di tutte le caratteristiche degli antipsicotici di prima generazione, tra cui la complessa farmacocinetica delle formulazioni con decanoato a lunga durata d'azione, è essenziale per i professionisti, al fine di gestire al meglio sia i sintomi che gli eventi avversi.
Si descrive il caso di un uomo di 55 anni, caucasico, con diagnosi di schizofrenia paranoide cronica, trasferito da una casa di cura a un ospedale psichiatrico a causa di gravi disturbi del movimento per sospetta tossicità da litio. Al momento del ricovero il quadro metabolico, la conta delle cellule del sangue e i parametri tiroidei erano tutti nei limiti della norma; i farmaci in uso erano aripiprazolo 5 mg/die, sertralina 50 mg/die e litio 1200 mg/die. Ulteriori indagini hanno rivelato una storia di terapia farmacologica con flufenazina decanoato per via intramuscolare alla dose di 62,5 mg ogni 2 settimane per diversi anni. L'ultima dose era stata somministrata 16 settimane prima del presente ricovero. Diciassette settimane dopo l'ultima iniezione, il livello plasmatico di flufenazina era di 0,6 ng/mL. La diagnosi errata di tossicità da litio ha portato a ritardare il trattamento dei gravi sintomi extrapiramidali. La somministrazione di una dose di routine di benzotropina titolata a 4 mg/die ha risolto i disturbi del movimento farmaco-indotti entro 72 ore.
Questo case report dimostra la persistente necessità di consapevolezza da parte del medico delle complesse proprietà farmacocinetiche di un trattamento a lungo termine con flufenazina decanoato, con conseguente assorbimento prolungato, e l'importanza sia del riconoscimento degli eventi negativi che derivano dall'antagonismo a livello dei recettori D(2)-dopaminergici che dello sviluppo della capacità di distinguere tra diversi tipi di disturbi del movimento. Il potenziale aumento dell'utilizzo degli antipsicotici di prima generazione sottolinea la necessità di approfondire le caratteristiche farmacocinetiche degli iniettabili a lunga durata d'azione per migliorare gli esiti dei pazienti.