RIASSUNTO
SCOPO Studi precedenti hanno riportato risultati inconsistenti
per quanto riguarda l'associazione tra l'uso di farmaci acido-soppressivi,
come gli inibitori della pompa protonica (PPI) e due antagonisti dei recettori
2 dell'istamina (anti-H2), e il rischio di frattura. È stata esaminata
questa associazione utilizzando una metanalisi.
METODI È stata effettuata una ricerca su MEDLINE (PubMed),
EMBASE e Cochrane Library dall'inizio di dicembre 2010, utilizzando parole
chiave classiche. Sono stati inclusi studi caso-controllo, caso-controllo
nidificati e di coorte. Due valutatori indipendenti hanno analizzato e
selezionato gli articoli. A causa dell'eterogeneità, sono state
determinate le stime accorpate degli effetti utilizzando le metanalisi
ad effetti random.
RISULTATI Dei 1.809 articoli che hanno incontrato i criteri di
inclusione iniziali, nelle analisi finali sono stati inclusi: 5 studi
caso-controllo, 3 studi caso-controllo nidificati e 3 studi di coorte.
L'odd ratio aggregato (OR) per frattura era 1,29 (IC 95% 1,18-1,41)
con l'uso di PPI e 1,10 (0,99-1,23) con gli anti-H2, quando questi venivano
confrontati con il non utilizzo di farmaci acido-soppressori. L'uso di
PPI a lungo termine aumentava il rischio di qualsiasi frattura (OR aggiustato
1,30; 1,15-1,48) e il rischio di frattura all'anca (OR aggiustato 1,34;
1,09-1,66), mentre l'uso a lungo termine di anti-H2 non era significativamente
associato al rischio di frattura.
CONCLUSIONI E' stata osservata una possibile correlazione tra l'uso
di PPI e un aumentato rischio di frattura, ma nessuna associazione con
l'uso di anti-H2. Questo rischio potenziale di frattura, accompagnato
all'utilizzo molto diffuso dei PPI, diventa quindi un problema per la
salute pubblica di grande rilevanza. I medici dovrebbero valutare attentamente
la loro decisione di prescrivere inibitori della pompa protonica ai pazienti
che presentano un elevato rischio di frattura a causa dell'età
o di altri fattori.
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