RIASSUNTO
OBIETTIVI Esaminare il rischio di fibrillazione atriale o flutter
associato all'uso di anti-infiammatori non steroidei (FANS) non selettivi
o inibitori selettivi della ciclo-ossigenasi (COX) 2.
DISEGNO Studio caso-controllo con base di popolazione, utilizzando
i dati provenienti da un database medico.
SETTING Nord Danimarca (popolazione 1,7 milioni).
PARTECIPANTI 32.602 pazienti con una prima diagnosi ambulatoriale
od ospedaliera di fibrillazione atriale o flutter tra il 1999 e il 2008;
325.918 controlli con stessa età e sesso basati su campionamento
per risk-set.
END POINT PRINCIPALI Esposizione a FANS al momento del ricovero
(uso attuale) o prima (uso recente). L'uso corrente è stato ulteriormente
classificato come nuovo uso (prima prescrizione nei 60 giorni prima la
data di diagnosi) o uso a lungo termine. È stata usata la regressione
logistica condizionale per calcolare gli odds ratio come stime unbiased
del rapporto tra tassi di incidenza.
RISULTATI 2925 casi (9%) e 21.871 controlli (7%) erano utilizzatori
correnti di FANS non selettivi o COX-2 inibitori. Rispetto al non uso,
il rapporto tra tassi di incidenza associando l'uso attuale di farmaci
a fibrillazione o flutter atriale era 1,33 (IC 95% 1,26-1,41) per i FANS
non selettivi e 1,50 (1,42-1,59) per i COX-2 inibitori. Gli aggiustamenti
per età, sesso e fattori di rischio per fibrillazione atriale o
flutter riducevano il rapporto tra tassi di incidenza a 1,17 (1,10-1,24)
per i FANS non selettivi e 1,27 (1,20-1,34) per i COX-2 inibitori. Tra
i nuovi utilizzatori, il rapporto tra tassi di incidenza aggiustato era
1,46 (1,33-1,62) per i FANS non selettivi e di 1,71 (1,56-1,88) per i
COX-2 inibitori. I risultati per i singoli FANS erano simili.
CONCLUSIONI L'uso di FANS diversi dall'aspirina era associato ad
un aumentato rischio di fibrillazione o flutter atriale. Rispetto ai non
utilizzatori, l'associazione era più forte per i nuovi utilizzatori,
con un incremento del 40-70% del rischio relativo (più basso per
i FANS non selettivi e più alto per i COX-2 inibitori). I risultati
di questo studio supportano dunque l'evidenza che la fibrillazione atriale
o il flutter devono essere anch'essi considerati nella valutazione del
rischio cardiovascolare legato ai farmaci antinfiammatori non steroidei,
all'atto della loro prescrizione.
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