RIASSUNTO
INTRODUZIONE La recente approvazione da parte della Food and
Drug Administration (FDA) su dabigatran etexilato, un inibitore orale
diretto della trombina, per la prevenzione dell'ictus nei pazienti con
fibrillazione striale, probabilmente estenderà la sua somministrazione
ai pazienti anziani. Il rischio di rilevante sovradosaggio di dabigatran
etexilato in questa popolazione è, tuttavia, più alto a
causa della frequente compromissione della funzionalità renale,
del basso peso corporeo, delle interazioni farmacologiche che non possono
essere rilevate con un test di routine sulla coagulazione, e nessun antagonista
disponibile.
DESCRIZIONE DEI CASI
CASO 1: Una donna di 84 anni (peso 40 kg) fu ricoverata al pronto
soccorso per dolori addominali e sanguinamento rettale presente da tre
giorni. Era stata trattata per 4 mesi con dabigatran etexilato, 75 mg
due volte al giorno, per la fibrillazione atriale associata a amiodarone,
200 mg/die. Mediante tomografia
computerizzata le venne diagnosticato un
fecaloma senza altre anomalie. La paziente andò incontro a un massiccio
sanguinamento rettale poche ore dopo l'evacuazione digitale del fecaloma,
seguito da un arresto cardiaco con successivo decesso per shock emorragico
nonostante la rianimazione idrica, la somministrazione di adrenalina e
la trasfusione di sangue e plasma. La concentrazione plasmatica di dabigatran
era molto alta (5600 ng/mL, range atteso 31-225 ng/mL).
CASO 2: Una donna di 89 anni (peso 45 kg) era stata in trattamento
per 5 mesi con dabigatran etexilato, 110 mg due volte al giorno, per fibrillazione
atriale. Al giorno 1, i test di laboratorio rivelarono un'elevata concentrazione
plasmatica di dabigatran, 2670 ng/mL. La paziente era incorsa in episodi
ricorrenti di epistassi nella prima settimana, trattati con cauterizzazione
nasale. Il trattamento con dabigatran etexilato fu sospeso e l'esito per
la paziente fu favorevole.
COMMENTO Dabigatran etexilato è un pro-farmaco convertito
in dabigatran mediante idrolisi ed eliminato principalmente (85%) dai
reni. La compromissione della funzione renale può avere causato
un'overdose in entrambi i casi a causa di un accumulo del farmaco. I pazienti
inclusi nel RE-LY trial7-8 nei gruppi con dabigatran 110- e 150-mg avevano
un'età media (SD) di 71,4 (8,6) anni e 71,5 (8,8) anni, e peso
di 82,9 (19,9) e 82,5 kg (19,4) kg, rispettivamente. Il trial quindi non
era stato progettato né era abbastanza potente per valutare il
profilo di sicurezza del farmaco nei pazienti anziani con basso peso corporeo.
Infine, l'AUC di dabigatran aumenta di circa il 60% quando il farmaco
viene co-somministrato per via orale assieme a una dose di 600 mg di amiodarone,
che è un forte inibitore della glicoproteina-P, di cui dabigatran
è substrato.
Per
il futuro è previsto un uso diffuso
di dabigatran tra gli anziani a seguito della sua nuova approvazione per
la cura della fibrillazione atriale da parte della FDA, anche se ancora
off-label in Europa. Il rischio di overdose, tuttavia, è fortemente
in aumento in questa popolazione, senza alcun modo di poterla individuare
con test di routine sulla coagulazione e al momento non sono disponibili
antagonisti. È raccomandata quindi grande cautela prima di somministrare
dabigatran
etexilato in questi pazienti; i medici devono
venire incoraggiati a segnalare episodi di sanguinamento alle agenzie
regolatorie del farmaco per un attento monitoraggio degli effetti avversi.
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