RIASSUNTO
SCOPO Rivedere le evidenze pubblicate in letteratura su un possibile
ruolo di vari farmaci nel causare o esacerbare l'insufficienza cardiaca
(heart failure, HF) e discutere sulle precauzioni e sulle strategie
di gestione del loro uso nella pratica clinica.
SOMMARIO E' stata condotta una ricerca in letteratura per identificare
i report di HF di nuova insorgenza o di esacerbazioni della malattia associate
all'uso di farmaci, pubblicati dal 1960 a gennaio 2011.
Sono emerse numerose evidenze dai trial clinici controllati che hanno
permesso, da una parte, di migliorare la comprensione delle cause già
note della sintomatologia dello scompenso cardiaco indotto da farmaci
(es. tiazolidinedioni e alcuni vecchi chemioterapici) e dall'altra di
coinvolgere un'ampia gamma di farmaci di uso comune (es. inibitori della
tirosin-chinasi, agenti modificatori di risposte biologiche) quali agenti
causali o contribuenti all'insorgenza della malattia.
Tra i vari farmaci riportati nei casi di HF farmaco-indotta, alcuni sono
stati collegati anche a un rischio significativamente aumentato di ictus,
infarto miocardico e di morte, soprattutto nei pazienti con patologie
cardiovascolari (CV) o fattori di rischio CV.
Negli ultimi anni, i dati e la sorveglianza post-marketing hanno associato
alcuni nuovi farmaci, tra cui l'antiaritmico dronedarone, l'antimicotico
itraconazolo e gli anti-cancro trastuzumab, lapatinib, e bevacizumab,
a gravi effetti cardiaci non riportati durante gli studi clinici.
CONCLUSIONE Lo scompenso cardiaco su base iatrogena è risultato
associato a svariati farmaci. I pazienti in terapia con questi prodotti
coinvolti in segnalazioni di nuova insorgenza di HF o di sua esacerbazione
dovrebbero essere monitorati per la comparsa di segni e sintomi di effetti
cardiovascolari.
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