RIASSUNTO
OBIETTIVO Esaminare l'associazione tra il trattamento antidepressivo
e il rischio di più eventi avversi potenziali negli anziani con
depressione e valutare i rischi per ciascuna classe di antidepressivi,
durata di utilizzo e dose.
DISEGNO Studio di coorte su soggetti di età >= 65 anni
con diagnosi di depressione.
SETTING 570 ambulatori nel Regno Unito che hanno fornito dati al
QResearch primary care database.
PARTECIPANTI 60.746 pazienti con nuova diagnosi di depressione
di età compresa tra i 65 e i 100 anni, dall'1 gennaio 1996 al 31
dicembre 2007 e follow-up fino al 31 dicembre 2008.
END POINT PRIMARI Hazard ratio associati all'uso di antidepressivi
relativi alla mortalità per tutte le cause, tentato suicidio/atti
di autolesionismo, infarto miocardico, ictus/attacco ischemico transitorio,
cadute, fratture, sanguinamento gastrointestinale, epilessia/convulsioni,
incidenti stradali, reazioni avverse e iponatriemia, aggiustati per un
range di variabili potenzialmente confondenti. Gli hazard ratio erano
calcolati per classe di antidepressivi (triciclici e antidepressivi correlati,
inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina [SSRI], altri
antidepressivi), dose e durata d'uso e per singoli farmaci comunemente
prescritti.
RISULTATI 54.038 (89,0%) pazienti hanno ricevuto almeno una prescrizione
di un antidepressivo durante il follow-up. Sono
state emesse complessivamente 1.398.359 prescrizioni
di antidepressivi: 764.659 (54,7%) per inibitori selettivi della ricaptazione
della serotonina, 442.192 (31,6%) per antidepressivi triciclici, 2203
(0,2%) per inibitori della monoamino-ossidasi, e 189.305 (13,5%) per altri
antidepressivi.
Le associazioni con le reazioni avverse differivano significativamente
tra le classi di antidepressivi per 7 end point. Gli SSRI erano associati
ai più alti hazard ratio (HR) di cadute (HR 1,66; IC 95% 1,58-1,73)
e iponatriemia (HR 1,52; 1,33-1,75) rispetto al non trattamento antidepressivo.
Il gruppo di altri antidepressivi era associato ai più alti HR
di mortalità per tutte le cause (HR 1,66; 1,56-1,77), tentato suicidio/atti
di autolesionismo (HR 5,16; 3,90-6,83), ictus/attacco ischemico transitorio
(HR 1,37; 1,22-1,55), fratture (HR 1,64; 1,46-1,84) ed epilessia/convulsioni
(HR 2,24; 1,60-3,15), rispetto al non utilizzo. Gli antidepressivi triciclici
non presentavano gli HR più alti per tutti gli end point considerati.
Erano evidenti associazioni significativamente differenti anche tra i
singoli farmaci per i medesimi sette endpoint; trazodone (antidepressivo
triciclico), mirtazapina e venlafaxina (entrambi nel gruppo di altri antidepressivi)
erano associati ai tassi più alti per alcuni di questi end point.
I rischi assoluti a 1 anno di follw-up di mortalità per tutte le
cause erano del 7,04% per i pazienti che non assumevano antidepressivi,
8,12% per coloro che assumevano antidepressivi triciclici, 10,61% per
chi era in cura con gli SSRI e 11,43% con gli altri antidepressivi.
CONCLUSIONI Gli SSRI e i farmaci nel gruppo degli altri antidepressivi
erano associati a un rischio aumentato di diversi eventi avversi rispetto
agli antidepressivi triciclici. Tra i singoli farmaci, trazodone, mirtazapina
e venlafaxina erano associati ai rischi più elevati per alcuni
endpoint.
Essendo questo uno studio osservazionale, è suscettibile al confondimento
di indicazione, al channelling bias (quando farmaci con indicazioni
terapeutiche simili sono prescritti a gruppi di pazienti con prognosi
differenti) e al confondimento residuo; inoltre possono esserci differenze
nelle caratteristiche dei pazienti trattati con diversi antidepressivi
che potrebbero spiegare alcune delle associazioni osservate tra farmaci
ed eventi avversi. Sono necessarie ulteriori ricerche per confermare questi
risultati, ma i rischi e i benefici dei diversi antidepressivi devono
essere valutati attentamente quando questi farmaci vengono prescritti
alle persone anziane.
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