Resistenza Insulinica e Livelli di Apo B in relazione ai Grassi Intra-addominali
in Soggetti con Iperlipemia Familiare Combinata

"Relationship of Insulin Sensitivity and ApoB Levels to Intra-abdominal Fat in Subjects With Familial Combined Hyperlipidemia". Arteriosclerosis, Thrombosis, and Vascular Biology 2001; 21: 469-470.

Riassunto
Introduzione L'iperlipemia familiare combinata (FCHL) è una delle più comuni dislipidemie familiari associate a cardiopatia prematura. I pazienti affetti da con FCHL generalmente presentano elevati livelli di Apo B, aumenti variabili di colesterolo e/o trigliceridi, e una predominanza di particelle LDL piccole e dense. Si ritiene che l'insulino-resistenza sia importante nell'espressione del fenotipo dell'iperlipemia combinata.
Metodi Per meglio definire la relazione esistente tra insulino-resistenza e aumento dei livelli di Apo B, 11 soggetti con FCHL accertata e soggetti normali di controllo comparabili per peso e/o età; sono stati sottoposti alla determinazione sia del grasso intra-addominale che sottocutaneo tramite CT scan, ed è stata valutata la sensibilità all'insulina misurando frequentemente i livelli di glicemia dopo carico ed i livelli di lipoproteine.
Risultati Nel gruppo FCHL l'indice di massa corporea (BMI) e il grasso intra-addominale risultavano sempre più alti e la sensibilità insulinica più bassa rispetto al gruppo di confronto con la stessa età, mentre i parametri tra il gruppo FCHL e il gruppo controllo con stessa età e stesso peso erano simili. Quando la relazione tra la distribuzione del grasso corporeo e la sensibilità insulinica è stata valutata mediante regressione lineare multipla, solo i grassi intra-addominali risultavano essere significativamente correlati con la sensibilità insulinica. Per qualsiasi livello di insulino-resistenza o grasso intra-addominale i livelli di ApoB rimanevano più alti nei soggetti FCHL rispetto ai gruppi controllo.
Conclusioni Nei soggetti FCHL, l'obesità viscerale è un importante indice di insulino-resistenza. Entrambe le condizioni, comunque, non giustificano gli elevati livelli di Apo B in questa patologia e questo studio fornisce un supporto fisiologico per la presenza di determinanti genici separati ma additivi nell'eziologia del fenotipo lipidico.

Commento
Il lavoro pubblicato da Purnell e collaboratori sulla rivista "Atherosclerosis Thrombosis and Vascular Biology" si propone di mettere a punto dei criteri per l'identificazione di soggetti affetti da iperlipidemia familiare combinata, una forma genetica di dislipidemia fortemente aterogena. Si calcola, infatti, che circa lo 0.5 - 1% della popolazione sia affetta da questa forma familiare e che essa sia la causa principale di malattie dismetaboliche e vascolari nella nostra società.
Per lungo tempo gli specialisti in lipidologia ed in malattie cardiovascolari hanno cercato di identificare quali fossero i marker principali attraverso i quali poter individuare i soggetti affetti da iperlipidemia familiare combinata senza tuttavia risultati conclusivi. Recentemente è stato suggerito agli specialisti di valutare il peso corporeo e l'indice di obesità, poiché l'accumulo di grasso a livello addominale potrebbe essere uno dei marker per l'individuazione della iperlipidemia familiare combinata. Gli autori in questo lavoro, invece, dimostrano che sia l'accumulo di grasso nella zona addominale che la sensibilità all'insulina, non differiscono in un gruppo di soggetti con iperlipidemia familiare combinata, selezionati e comparabili per età, sesso ed altre variabili, con un gruppo controllo. Quello che in realtà differenzia i soggetti con iperlipidemia familiare combinata sono i livelli di apolipoproteina B, che rimane un marker molto sensibile della forma familiare. Bisogna infatti valutare che in questi soggetti è presente una iperproduzione di apolipoproteina B a livello epatico. Questa iperproduzione risulta o in accumulo di VLDL, dovuto a un loro scarso catabolismo, oppure, quando la macchina del catabolismo delle VLDL è efficiente, nell'accumulo di particelle LDL. Le LDL che si formano in questo caso sono LDL ricche in apo B, ma povere in colesterolo (piccole e dense). È ampiamente documentato che il fenotipo di LDL piccole e dense è altamente aterogeno e correla strettamente con un aumentato rischio di malattie cardiovascolari.
Se una critica può essere mossa allo studio, questa concerne la numerosità dei pazienti studiati che appare modesta. Tuttavia questo dato ed altri presenti in letteratura confermano che la determinazione della apolipoproteina B ed il rapporto Apo B / LDL calcolato, in soggetti con sospetta forma di iperlipidemia familiare combinata, rappresenta essere un utile metodo di diagnosi per il medico.