Antoni
Bayes-Genis, Cheryl A. Conover, Michael T. Overgaard, Kent R. Bailey,
Michael Christiansen, David R. Holmes, Renu Virmani, Claus Oxvig, Robert
S. Schwaetz
New England Journal of Medicine: 2001; 345: 1022-9
RIASSUNTO
PREMESSA I marker circolanti, segno di instabilità delle
placche aterosclerotiche, potrebbero avere rilevanza diagnostica nell'angina
instabile o nell'infarto acuto del miocardio. In questo studio è
stata valutata una metalloproteasi potenzialmente aterogena, la proteina
A plasmatica associata alla gravidanza (PAPP-A), come marker della sindrome
coronarica acuta.
METODI Sono stati valutati i livelli dell'espressione di PAPP-A
in 8 placche coronariche instabili e in 4 placche stabili, prelevate
da 8 pazienti deceduti improvvisamente per cause cardiache. Sono stati
inoltre misurati i livelli circolanti di PAPP-A, di proteina C-reattiva
e di fattore di crescita insulino-like (IGF-I) in 17 pazienti con infarto
miocardico acuto, in 20 con angina instabile, in 19 con angina stabile
e in 13 pazienti controllo senza evidenze aterosclerotiche.
RISULTATI La PAPP-A era espressa abbondantemente nella cellule
di placca e nella matrice extracellulare di placche instabili, danneggiate
da rottura o erosione, ma non in quelle stabili. I livelli circolanti
di PAPP-A erano significativamente più alti nei pazienti con
angina instabile o infarto miocardico acuto rispetto ai soggetti con
angina stabile o di controllo (p<0,001). Il valore soglia di PAPP-A
di 10 mIU/L identificava i pazienti con sindrome coronarica acuta, con
una sensibilità dell'89,2% e una specificità dell'81,3%.
I livelli di PAPP-A erano correlati ai livelli di proteina C-reattiva
e IGF-I libero, ma non ai marker di danno miocardico (troponina I e
isoforma MB della creatina chinasi).
CONCLUSIONI La PAPP-A è presente nelle placche instabili
e i suoi livelli circolanti sono elevati nella sindrome coronarica acuta;
questo aumento può riflettere l'instabilità delle placche
ateromasiche. La PAPP-A potrebbe quindi essere un nuovo marker di angina
instabile e di infarto miocardico acuto.
COMMENTO
Solo recentemente la PAPP-A è stata identificata in altri tessuti,
oltre che nella placenta. Infatti la PAPP-A può essere prodotta
da cellule attivate di placche instabili e rilasciata nella matrice
extracellulare. I livelli circolanti di PAPP-A sono significativamente
elevati in pazienti con angina instabile e con infarto del miocardio.
Rimane tuttavia da verificare se la PAPP-A possa degradare la matrice
extracellulare, come è stato già dimostrato per altre
metalloproteinasi, individuate nelle spalle delle lesioni aterosclerotiche,
che possono contribuire alla rottura della placca.
Molti studi hanno rilevato nel siero di soggetti con angina instabile
la presenza di altri marker. Per esempio Hamm et all hanno notato che
è molto bassa la sensibilità diagnostica alla troponine
cardiache in soggetti con angina instabile, infatti solo il 22% dei
soggetti è risultato positivo al test della troponina T e il
36% a quello della troponina I. Liuzzo e coll hanno evidenziato che
solo 20 dei 30 pazienti (65%) con angina instabile ha elevati livelli
di proteina C-reattiva. In questo studio si è osservato che i
livelli di PAPP-A potrebbero essere utili per la diagnosi di angina
instabile, anche quando i livelli di troponina e di proteina C-reattiva
non sono elevati e quindi la patologia potrebbe non essere diagnosticata.
Si è osservata anche una correlazione tra la PAPP-A e livelli
di IGF-I libero. La PAPP-A è infatti l'enzima che permette l'ancoraggio
dell'IGF alla proteina 4, un inibitore dell'azione dell'IGF, suggerendo
che la PAPP-A aumenta la disponibilità del IGF-I, contribuendo
sia alla progressione dell'aterosclerosi coronarica che alla ristesosi.
Da questo studio non emerge chiaramente se la PAPP-A sia un componente
primario o secondario della sindrome coronarica acuta, anche perché
il numero di pazienti è limitato e sarebbe opportuno confermare
i dati in una coorte di pazienti più ampia e seguire il campione
per un numero di anni sufficiente a verificare la capacità predittiva
dei livelli di PAPP-A in termini di eventi cardiovascolari a lungo termine.
In questi ultimi anni la letteratura ha portato all'attenzione del clinico
una serie di possibili marker predittivi di malattia cardiovascolare;
tra questi alcuni indicatori di infiammazione, dei marcatori di stress
ossidativi, ecc. In nessuno di questi studi è stato comunque
possibile chiarire nei dettagli i meccanismi che legano questi parametri
all'insorgenza di malattia cardiovascolare e quali stili di vita ne
influenzino i livelli. Resta quindi ancora incerta la loro applicabilità
su larga scala, anche perché le metodologie di valutazione utilizzate
richiedono un'accurata standardizzazione.
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