CONSUMO DI ALCOL E RISCHIO DI MALATTIA ATEROSCLEROTICA PERIFERICA:
RISULTATI DELLO STUDIO DI ROTTERDAM

Vliegenthart R, et al.
Am J Epidemiol 2002; 155:332-338


RIASSUNTO

Il consumo moderato di alcol si associa ad un ridotto rischio di malattie cardiovascolari. Tuttavia esistono pochi dati relativi al consumo di alcol e allo sviluppo di aterosclerosi extracoronarica. Gli autori del presente lavoro hanno condotto un'indagine trasversale sui dati raccolti nel 1990-1993, all'interno dello studio di Rotterdam, tra uomini e donne di 55 anni o più, per valutare la relazione tra il consumo di alcol ed il rischio di malattia aterosclerotica periferica. Per 3.975 partecipanti non affetti da malattia cardiovascolare sintomatica sono stati raccolti dati sul consumo di alcol e sulla eventuale presenza di malattia aterosclerotica periferica, misurata come rapporto tra la pressione sanguigna misurata alla caviglia e quella brachiale (ankle/brachial blood pressure index). I consumatori di alcol di sesso maschile bevevano vino, birra, liquori, mentre le donne bevevano soprattutto vari tipi di vino, a diversa gradazione alcolica. Nelle donne, ma non negli uomini è stata trovata una correlazione inversa tra consumo moderato di alcol e malattia aterosclerotica periferica. Le misurazioni sono state ripetute anche in non-fumatori, per evitare interferenze sui risultati dovute al fumo. In uomini non-fumatori, il rischio relativo per coloro che consumavano fino a 10 g di alcol al giorno, in confronto agli astemi, era di 0,86 (intervallo di confidenza [IC] al 95%, 0,46-1,63), per 11-20 g era di 0,68 (IC 95% 0,35-1,34) e per più di 20 g era di 0,75 (IC 95% 0,37-1,55). Nelle donne non-fumatrici, i rischi relativi corrispondenti erano di 0,65 (IC 95%: 0,48-0,87), 0,66 (IC 95% 0,42-1,05) e 0,41 (IC 95% 0,21-0,77), rispettivamente. In conclusione, questi dati suggeriscono l'esistenza di un'associazione inversa tra consumo di alcol e malattia aterosclerotica periferica in non-fumatori sia di sesso maschile che femminile.

COMMENTO
In questa ampia coorte olandese viene evidenziato ancora una volta l'effetto protettivo di un consumo moderato di alcol nei confronti della malattia cardiovascolare. Lo studio presenta tuttavia un certo interesse, perché nonostante i molti dati raccolti a proposito della malattia coronarica, e ormai anche delle cerebrovascolari di natura ischemica, gli studi che analizzano la relazione tra alcol e malattia aterosclerotica periferica (PAD) sono tuttora relativamente pochi. L'effetto protettivo dell'alcol osservato in questo studio è massimo (con una riduzione del rischio relativo del 60% circa) tra le donne non fumatrici che consumano più di 20 g di etanolo al giorno. Questi risultati sono in accordo con quelli ottenuti in un'altra ampia coorte, quella di Framingham, anche se gli end points dei due studi erano formalmente differenti: il rischio di claudicatio intermittens per lo studio di Framingham e la PAD asintomatica, valutata come indice di Windsor, nello studio di Rotterdam. Inoltre, nel presente studio la protezione di moderate dosi di alcol si osserva negli uomini solo se non-fumatori. Gli autori sottolineano come l'assunzione di alcol nei due sessi possa differenziarsi in quanto a tipo di bevanda assunta. Le donne consumerebbero principalmente vino a diversa gradazione alcolica, mentre per gli uomini una parte dell'alcol viene assunta sotto forma di birra e superalcolici. Nonostante vi siano evidenze che l'alcol in generale possa influenzare positivamente il processo aterosclerotico, è possibile che vi siano degli effetti addizionali protettivi propri solo di sostanze contenute nel vino. Questo potrebbe, per lo meno in parte, contribuire a spiegare la differenza osservata tra uomini e donne fumatrici in questo studio.

Fonte: ALIMENTAZIONE & PREVENZIONE 2002; 2(2).