Nel mese
di novembre la FDA ha approvato un nuovo farmaco a base di teriparatide
per la terapia dell'osteoporosi.
Il farmaco è indicato nel trattamento di donne affette da osteoporosi
post-menopausale e con un elevato rischio di fratture e nel trattamento
di uomini affetti da osteoporosi primaria o secondaria ad ipogonadismo
e con un elevato rischio di fratture.
La dose raccomandata è di 20 microgrammi una volta al giorno, attraverso
iniezione a livello della coscia o dell'addome.
Teriparatide rappresenta il primo agente osteogenico di una nuova classe
di farmaci anti-osteoporosi in grado di stimolare la formazione di nuovo
osso. Prodotta con tecniche di ingegneria genetica, la nuova molecola
è costituita da un frammento dell'ormone paratiroideo umano (PTH)
ricombinante; iniezioni quotidiane di teriparatide hanno dimostrato di
stimolare la produzione di nuovo osso portando ad un aumento della densità
minerale ossea.
Il piano di sviluppo clinico è stato condotto da Eli Lilly, licenziataria
del principio attivo.
L'efficacia del farmaco è stata studiata in 1637 donne con osteoporosi
in post-menopausale (per un periodo medio di trattamento di 19 mesi) e
in 437 uomini con osteoporosi primaria o secondaria ad ipogonadismo (periodo
medio di trattamento di 10 mesi). I pazienti trattati con il farmaco insieme
ad integratori di calcio e vitamina D, hanno riportato un aumento statisticamente
significativo della densità minerale ossea a livello della colonna
vertebrale e dell'anca, rispetto ai pazienti trattati solo con integratori
di calcio e vitamina D.
Negli studi preclinici è stata osservata la comparsa di osteosarcoma
nei ratti; negli studi clinici sull'uomo invece non è stato riportato
alcun caso di osteosarcoma, ma la possibilità che i pazienti trattati
con teriparatide possano avere un rischio aumentato di sviluppare tale
tumore non può essere esclusa. Per questo motivo non devono essere
trattati con il farmaco soggetti in fase di crescita ossea, quali bambini
e adolescenti, soggetti con malattia di Paget, individui con ipercalcemia
e donne in stato di gravidanza o durante l'allattamento.
Gli effetti collaterali riportati negli studi clinici sono stati tutti
di lieve intensità e tra questi vi sono nausea, vertigini e crampi
alle gambe. Non essendo ancora noti gli effetti a lungo termine della
terapia, l'utilizzo è limitato per un periodo non superiore ai
due anni.
|