Vichiendilokkul
A, Tran Alison, Racine Eric The Annals of Pharmacotherapy 2003, 37:247-258
RIASSUNTO
OBIETTIVO
Valutare l'informazione preclinica e clinica relativa al farmaco nesiritide, una
forma ricombinante del peptide natriuretico di tipo B, approvata per la cura a
breve termine delle riacutizzazioni dello scompenso cardiaco. METODI
Articoli e review sono stati selezionati attraverso una ricerca in MEDLINE (dal
1966 al maggio del 2002). La documentazione sul farmaco presentata alla FDA è
stata scaricata dal sito della stessa organizzazione . RISULTATI Nesiritide
ha effetti benefici nel trattamento dello scompenso cardiaco, tra cui la dilatazione
arteriosa e venosa, l'aumento della secrezione urinaria e di sodio e l'inibizione
del sistema renina-angiotensina-aldosterone e del sistema nervoso simpatico. E'
stato osservato sia un miglioramento dei parametri emodinamici, principalmente
la pressione polmonare, che dei sintomi clinici in pazienti con scompenso cardiaco
acuto decompensato. Nesiritide ha prodotto un miglioramento più rapido
dei livelli emodinamici e ha provocato effetti collaterali significativamente
minori rispetto a nitroglicerina ev, un altro farmaco usato nella terapia di questa
patologia. L'incidenza di ipotensione, il più comune effetto collaterale,
appare invece confrontabile tra nesiritide e nitroglicerina. In aggiunta, nesiritide
è associata ad una più bassa incidenza di aritmia rispetto al beta-2
agonista dobutamina e ha un effetto neutro sulla mortalità. CONCLUSIONI
Nesiritide offre un'alternativa per la gestione dello scompenso cardiaco acuto.
E' considerata un'opzione per i soggetti che non rispondono ad altri vasodilatatori,
agli inotropi, o ai diuretici e per i pazienti ad alto rischio di aritmia. COMMENTO
L'insufficienza cardiaca è una causa importante di ospedalizzazione
degli anziani ed è la patologia cardiovascolare che pesa maggiormente sulla
spesa pubblica negli Stati Uniti. La sua gestione è sostanzialmente cambiata
rispetto al passato, in seguito ad una migliore conoscenza della patofisiologia
di questa malattia. Le mediazioni neurormonali sono risultate avere un importante
ruolo nel rimodellamento cardiaco. L'attivazione di vie neuroendocrine, inclusi
il sistema simpatico e il sistema renina-angiotensina, determina un innalzamento
dei livelli di norepinefrina, di angiotensina II, di aldosterone e di vasopressina,
che porta a vasocostrizione, aumento del volume plasmatico e della contrattilità
cardiaca. Nello sviluppo e progressione della malattia, questa stimolazione neuroormonale
porta a complicazioni dannose dovute a vasocostrizione eccessiva, aumentato afterload
e ritenzione di sali e acqua, che causano rimodellamento del miocardio, ipertrofia
e peggioramento della funzionalità del ventricolo sinistro. I farmaci
per l'insufficienza cardiaca cronica, tra cui gli inibitori dell'enzima di conversione
dell'angiotensina II (ACE), gli antagonisti dell'aldosterone e i bloccanti del
recettore beta-adrenergico, modificano o interferiscono con queste vie neuroendocrine
prevenendo un ulteriore danno cardiaco. Studi recenti hanno dimostrato che
i peptici natriuretici svolgono un ruolo importante nella patogenesi dell'insufficienza
cardiaca. Nell'uomo sono stati identificati tre peptici natriuretici: atriale
(ANP), cerebrale (BNP), e il peptide natriuretico-C (CNP). ANP e BNP inducono
vasodilatazione e natriuresi e annullano gli effetti del sistema adrenergico e
del sistema arginina-vasopressina. I livelli plasmatici di ANP e BNP risultano
elevati nei soggetti con insufficienza cardiaca. In aggiunta, è stato osservato
come i valori ematici di BNP siano correlati alla pressione diastolica finale
del ventricolo sinistro e alla gravità della patologia cardiaca. Ciò
è considerato come un meccanismo compensatorio nell'insufficienza cardiaca
messo in atto dal nostro organismo nel tentativo di mantenere l'omeostasi renale
e cardiovascolare, mediante vasodilatazione e natriuresi. Tra i peptici natriuretici,
il BNP umano ricombinante (hBNP) ha le maggiori evidenze cliniche che supportano
il suo utilizzo ed è stato recentemente approvato dalla FDA per il trattamento
endovenoso dei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia acuta accompagnata
da scompenso che presentano dispnea a riposo o dopo una minima attività
fisica. Niseritide è quindi una efficace alternativa per il trattamento
dell'insufficienza cardiaca congestizia acuta con scompenso. Presenta effetti
benefici emodinamici, attraverso vasodilatazione e diuresi, che portano ad un
miglioramento delle condizioni cliniche. Nesiritide è associata ad una
più bassa comparsa di aritmie rispetto alla dobutamina. Tuttavia, il suo
uso è limitato dalla comparsa di una ipotensione dose-dipendente. Certamente
il ruolo di nesiritide nella terapia dell'insufficienza cardiaca deve essere confermato
con una maggiore esperienza clinica e con ulteriori studi clinici; valutazioni
preliminari di tipo farmacoeconomico sono comunque incoraggianti. |