Binggeli
C, Speiker LE, Corti R et al. J Am Coll Cardiol 2003; 42:71-77
RIASSUNTO OBIETTIVO
Lo scopo di questo studio è di valutare se la flussimetria laser doppler
può essere utilizzata per monitorare miglioramenti nella funzionalità
vascolare durante la terapia con statine. CONTESTO La disfunzione endoteliale
è un aspetto tipico precoce dell'aterosclerosi nei pazienti ipercolesterolemici
e può essere migliorata con l'utilizzo di statine. Ci sono alcuni metodi
per valutare la funzionalità endoteliale in vivo, ma nessuno di questi
è applicabile nella diagnostica di routine. METODI La perfusione
cutanea, rilevata mediante flussimetria laser doppler, è stata valutata
a riposo e durante iperemia reattiva. 19 pazienti ipercolesterolemici (di età
compresa fra 42 e 73 anni, livelli di colesterolo totale da 5,4 a 9,6 mmol/L)
sono stati studiati prima e in corso di terapia con statine. Per analizzare ulteriormente
i meccanismi, l'iperemia cutanea post-ischemica è stata misurata prima
e dopo somministrazione intradermica di L-NAME, un inibitore della ossido-nitrico-sintasi
e della sua isoforma inattiva D-NAME (0,5 µmol/10 µl ciascuna). In
un secondo tempo, i volontari sani sono stati riesaminati prima e a 2 ore dalla
somministrazione di 1000 mg di aspirina. RISULTATI Il flusso ematico
cutaneo post-ischemico era notevolmente ridotto nei pazienti ipercolesterolemici
(45+11%) rispetto ai controlli sani (238+20%, p<0,0001) e migliorato
dopo la terapia con statine (113+15%, p=0,0005 vs pre-trattamento). Nei
volontari sani, le risposte iperemiche non erano significativamente diverse dopo
somministrazione di L-NAME e D-NAME. Aspirina ha ridotto l'iperemia da 274+49%
a 197+40% (p=0,025). CONCLUSIONI L'iperemia reattiva della microcircolazione
cutanea può essere facilmente e ripetutamente valutata mediante flussimetria
laser Doppler. Le prostaglandine vasodilatanti sono i principali mediatori dell'iperemia
cutanea post-ischemica, che è compromessa nei pazienti ipercolesterolemici
e può essere migliorata da una terapia ipocolesterolemizzante. La flussimetria
laser Doppler può rappresentare un metodo per valutare e monitorare la
funzionalità vascolare durante la terapia nella diagnostica di routine. COMMENTO Secondo
uno studio pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology di luglio
2003, la flussimetria laser doppler può essere uno strumento rapido, semplice
e non invasivo, per valutare la risposta alla terapia della funzionalità
vascolare endoteliale. L'editoriale che accompagna l'articolo sottolinea che si
tratta, in realtà, di uno studio di dimensioni ridotte e di natura preliminare
e, inoltre, che le questioni importanti relative alla riproducibilità dei
dati e al loro significato clinico sono ancora da definire prima che la tecnica
sia pronta per essere introdotta nelle metodologie diagnostiche di uso quotidiano. La
tecnica si avvale di un laser rosso per individuare il numero di globuli rossi
che scorrono nei vasi sanguigni appena sotto la cute. Utilizzando fibre ottiche,
il laser rosso viene proiettato sulla cute, dove in parte è assorbito ed
in parte riflesso e successivamente registrato da un secondo fascio di fibre ottiche.
La circolazione dei globuli rossi crea uno spostamento doppler, facendo in modo
che l'intensità del segnale dipenda da velocità e concentrazione
dei globuli rossi. Un test valido per la funzionalità endoteliale vascolare
potrebbe costituire un avanzamento notevole nella diagnosi del rischio cardiovascolare
e nel monitorare la risposta al trattamento. Un test ideale dovrebbe essere non
invasivo, sicuro e riproducibile; dovrebbe distinguere soggetti con e senza aterosclerosi,
e dovrebbe essere predittivo di eventi futuri se eseguito insieme agli altri modelli
predittivi basati sui fattori di rischio. I ricercatori hanno utilizzato la
flussimetria laser doppler e l'iperemia reattiva per valutare la funzionalità
vascolare con un metodo molto semplice. Sono stati studiati 19 pazienti ipercolesterolemici
(livelli di colesterolo totale da 5,4 a 9,6 mmol/L), al basale e dopo sei settimane
di terapia con statine, e hanno confrontato il loro flusso ematico con quello
di 12 soggetti sani. Si è osservata una correlazione inversa significativa
fra il flusso sanguigno e i livelli di colesterolo, sia LDL che totale. Il flusso
ematico iperemico risultava seriamente compromesso nei pazienti ipercolesterolemici
prima della terapia ipocolesterolemizzante e significativamente migliorato dopo
le sei settimane di trattamento. I ricercatori ammettono che bisogna approfondire
alcuni aspetti prima che la tecnica sperimentata possa essere raccomandata per
la pratica clinica. Lo studio era ridotto in termini numerici e non randomizzato.
Inoltre, 13 settimane più tardi, è stato eseguito un test sulla
riproducibilità del metodo nei controlli sani che ha evidenziato un coefficiente
di variazione del 21%. Una fondamentale domanda a cui lo studio non risponde
è se la funzionalità endoteliale dei vasi sanguigni cutanei sia,
di fatto, un surrogato legittimo per valutare gli effetti della funzionalità
endoteliale dei vasi cardiaci. Per gli autori la riduzione del colesterolo migliora
anche la microcircolazione cardiaca ed essi osservano le stesse variazioni nella
cute. Così la cute può essere utile come un surrogato per gli altri
letti vascolari. Celermajer, in un editoriale, definisce questo approccio "fantasioso"
e suggerisce di proseguire in questa direzione, ma fino a quando non sussisterà
la prova che l'iperemia cutanea offre informazioni cliniche vantaggiose per la
valutazione della disfunzione vascolare, i risultati dello studio devono solo
generare ipotesi di lavoro successivo. |