I SOGGETTI CON ICTUS ISCHEMICO VANNO INCONTRO A ESITI PIU' FAVOREVOLI
SE IN TRATTAMENTO CON STATINE ALL'INSORGENZA DELL'EVENTO

FAVORABLE OUTCOME OF ISCHEMIC STROKE IN PATIENTS PRETREATED WITH STATINS
Marti-Fabregas J, Gomis M, Arboix A, et al.
Stroke published on-line, aprile 2004

RIASSUNTO
CONTESTO La terapia con statine può essere vantaggiosa per i pazienti con ictus ischemico acuto. Gli autori hanno analizzato l'ipotesi che i pazienti pretrattati con statine al momento dell'insorgenza dell'ictus abbiano meno effetti neurologici gravi e esiti migliori.
METODI Nello studio sono stati inclusi in modo prospettico 167 pazienti che si erano presentati in ospedale entro 24 ore dall'insorgenza di ictus ischemico. Sono stati registrati i dati demografici, i fattori di rischio vascolare, la Classificazione Oxfordshire, il punteggio NIHSS (National Institutes of Health Stroke Scale), la temperatura corporea e il livello di glucosio all'ingresso nello studio, la causa (Trial of Org 10172 in Acute Treatment [TOAST] criteria), la progressione neurologica a 3 giorni, una terapia precedente con statine, e l'esito a 3 mesi. Gli autori hanno analizzato i dati utilizzando modelli univariati e la regressione logistica con variabile dipendente il buon esito (Rankin Scale modificata [mRS] 0 a 1, Barthel Index [BI] 95 a 100).
RISULTATI L'età media dei pazienti era di 70,7 anni; 94 erano di sesso maschile e 30 soggetti (18%) erano in terapia con statine al momento del ricovero. La terapia ipolipemizzante non era associata ad una riduzione significativa del punteggio NIHSS o ad un rischio di progressione neurologica inferiore in terza giornata. Le differenze sono emerse a 3 mesi: nei pazienti che erano trattati con statine si osservavano più frequentemente esiti favorevoli rispetto a quelli che non erano sottoposti a terapia pregressa con questi farmaci, come indicava il punteggio di 0-1 sul Rankin Scale modificata (80% vs 61,3%) o un punteggio di 95-100 sul Barthel Index (76,7% vs 51,8%).
L'analisi multivariata ha rivelato che la terapia ipolipemizzante pregressa era un predittore indipendente significativo di esito favorevole, insieme all'età e al punteggio NIHSS rilevato al momento del ricovero.
CONCLUSIONI: La terapia ipolipemizzante può rappresentare un vantaggio per gli eventi funzionali a lungo termine se somministrata prima dell'insorgenza di ischemia cerebrale. Tuttavia, per valutare la validità di questi risultati, sono indispensabili trials controllati randomizzati che stabiliscano il timing e i dosaggi ottimali della terapia.