ATENOLOL
IN HYPERTENSION: IS IT A WISE CHOICE?
Carlberg B, Samuelsson O, Lindholm LH
Lancet 2004; 364:1684-89
Atenololo è uno dei bloccanti maggiormente usati in clinica ed
è stato spesso impiegato come farmaco di riferimento nei trials
controllati randomizzati sull'ipertensione.
Una nuova meta-analisi ha sollevato dubbi sull'idoneità di atenololo
come farmaco antipertensivo di prima linea e come farmaco di riferimento
nei trials che hanno come end point la comparsa di eventi.
L'analisi, pubblicata il 6 novembre su Lancet, è stata condotta
da tre medici svedesi che hanno segnalato come siano state sollevate questioni
circa l'adeguatezza dei beta-bloccanti come trattamento di prima linea
nell'ipertensione.
Ad esempio, nel trial Losartan Intervention for Endpoint Reduction
in Hypertension (LIFE) losartan si è mostrato più efficace
rispetto ad atenololo, ma è ancora da chiarire se questo risultato
era dovuto ad un effetto benefico di losartan o ad un effetto debole di
atenololo sulla malattia cardiovascolare.
L'obiettivo di questo lavoro era di riesaminare sistematicamente l'efficacia
di atenololo sulla morbidità e mortalità nei pazienti ipertesi.
Sono stati ricercati reports mediante analisi di database come The
Cochrane Library e MEDLINE, di libri di testo importanti e contatti
personali con ricercatori apprezzati nel campo dell'ipertensione.
Sono stati inclusi trial randomizzati controllati che valutavano l'effetto
di atenololo sulla morbidità e mortalità cardiovascolare
nei pazienti affetti da ipertensione primaria.
Gli autori hanno individuato quattro studi che comparavano atenololo e
placebo o nessun trattamento (includevano 6.825 pazienti, durata media
del follow-up 4,6 anni), e cinque studi che comparavano atenololo con
altri farmaci antipertensivi (17.671 pazienti, durata media follow-up
4,6 anni).
I risultati di questa meta-analisi hanno mostrato che, malgrado differenze
consistenti nella riduzione della pressione arteriosa, non si sono osservate
differenze tra atenololo e placebo sulla mortalità per tutte le
cause, mortalità per cause cardiovascolari o infarto miocardico.
Si è osservato un rischio inferiore di ictus con atenololo rispetto
a placebo. Nella comparazione di atenololo con altri antipertensivi non
sono emerse differenze significative nella riduzione della pressione arteriosa
fra le diverse terapie, e atenololo mostrava tassi significativamente
più elevati di mortalità per tutte le cause, mortalità
per cause cardiovascolari e ictus.
Rischio
relativo di eventi maggiori tra atenololo e placebo
End
point |
Rischio
relativo
|
IC
95%
|
Mortalità
per tutte le cause |
1,01
|
0,89-1,15
|
Mortalità
per cause cardiovascolari |
0,99
|
0,83-1,18
|
Infarto
miocardico |
0,99
|
0,83-1,19
|
Ictus
|
0,85
|
0,72-1,01
|
Rischio relativo di eventi maggiori con atenololo vs farmaci antipertensivi
diversi
End
point |
Rischio
relativo
|
IC
95%
|
Mortalità
per tutte le cause |
1,13
|
1,02-1,25
|
Mortalità
per cause cardiovascolari |
1,16
|
1,00-1,34
|
Infarto
miocardico |
1,04
|
0,89-1,20
|
Ictus |
1,30
|
1,12-1,50
|
Poichè
l'effetto ipotensivo di atenololo era simile a quello di farmaci antipertensivi
diversi, gli autori ipotizzano che altre caratteristiche del beta-bloccante
possano spiegare i risultati di questa meta-analisi:
1. Atenololo si differenzia dagli altri beta-bloccanti nel suo
profilo lipofilo. Studi condotti su animali suggeriscono che la capacità
di prevenire la fibrillazione ventricolare dipende dalla quantità
di beta-bloccante presente nel sistema nervoso centrale, e la molecola
idrofila di atenololo ha una permeabilità molto bassa nel sistema
nervoso.
2. I beta-bloccanti sembrano avere un effetto benefico minore sulla
regressione dell'ipertrofia ventricolare rispetto ad altri farmaci antipertensivi.
3. Molti farmaci antipertensivi intervengono sul rimodellamento
e sulla disfunzione endoteliale di piccole arterie nell'ipertensione,
ma questo non è stato osservato con atenololo. In uno studio recente,
quando i pazienti in terapia con atenololo sono stati spostati al trattamento
con un bloccante del recettore dell'angiotensina-1, il diametro medio
del lume arterioso delle arterie di resistenza diminuiva ed aumentava
il rilassamento endotelio-dipendente.
I risultati di questo studio gettano quindi dubbi su atenololo come farmaco
appropriato per i pazienti ipertesi. Inoltre è da riconsiderarne
l'uso quale farmaco di riferimento nei trial su end point clinici con
pazienti ipertesi.
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