BINDING
AND INTERNALIZATION OF C-REACTIVE PROTEIN BY FCGAMMA RECEPTORS ON HUMAN
AORTIC ENDOTHELIAL CELLS MEDIATES BIOLOGICAL EFFECTS
Devaraj S, Du Clos TW, Jialal I
Arterioscler Thromb Vasc Biol 2005; 25:1359-1363
I ricercatori hanno identificato un gruppo di recettori attraverso i quali
la proteina C-reattiva (PCR) interagisce con le cellule endoteliali e
produce effetti pro-infiammatori.
In un lavoro del volume di luglio 2005 di Arteriosclerosis, Thrombosis,
and Vascular Biology, il gruppo di scienziati guidati da Jialal e
Devaraj riportano che la PCR esercita i suoi effetti proinfiammatori sulle
cellule endoteliali dell'aorta attraverso il legame con i recettori Fc
gamma CD32 e CD64.
Questo dato costituirebbe la prova reale della concezione di PCR come
molecola pro-aterotrombotica e aprirebbe la strada alla ricerca e sviluppo
di agenti farmacologici in grado di bloccare i recettori coinvolti o di
interagire con i sistemi di trasduzione del segnale.
La proteina C reattiva media vari processi pro-infiammatori/pro-aterogeni
nelle cellule dell'endotelio, tra cui l'aumento dell'espressione di molecole
di adesione (proteina-1 chemiotattica per i monociti, endotelina-1, interluchina-8
[IL-8] ed inibitore dell'attivatore del plasminogen-1 [PAI]) e la riduzione
di eNOS e prostacicline.
La scoperta di questi recettori stimolerà la ricerca di nuovi farmaci
per la prevenzione delle patologie cardiache. Le statine sono degli ottimi
farmaci ed abbassano i livelli di PCR, ma riducono gli eventi solo del
30%-40%. Se si vogliono prevenire le malattie cardiovascolari e contrastare
l'enorme diffusione dei disordini metabolici occorre andare oltre. L'intera
strategia dei fenomeni infiammatori rende critico il percorso. Si potrebbe
pensare ad un doppio "assalto" tramite l'utilizzo di farmaci
come le statine, che abbassano i livelli di colesterolo e di PCR e bloccano
i recettori. In studi futuri, verranno esaminate con attenzione le fasi
del processo di traduzione del segnale con cui i recettori mediano gli
effetti della PCR, al fine di sviluppare terapie più specifiche
mirate all'infiammazione.
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