UN NUOVO FARMACO ANTIDIABETE RIDUCE I LIVELLI DI GLICEMIA E MIGLIORA IL PROFILO LIPIDICO



Fonte: theheart.org, 15 giugno 2005

I dati su un nuovo agente in grado di assicurare riduzioni a lungo termine dei livelli ematici di glucosio e miglioramenti dei livelli lipidici plasmatici, sono stati presentati all'American Diabetes Association (ADA) 2005 Scientific Sessions.
Il farmaco, conosciuto come muraglitazar, è un agonista dualistico dei recettori PPAR alfa e gamma e appartiene alla nuova classe dei glitazari mirati al trattamento del diabete di tipo 2. Attivando simultaneamente i ricettori alfa e gamma si pensava che il farmaco potesse assicurare una doppia efficacia nei confronti dell'iperglicemia e della dislipidemia diabetica.
E' noto che il ruolo del recettore gamma è specifico nei confronti del metabolismo del tessuto adiposo, alterando la capacità del corpo di utilizzare l'insulina ed eliminare il glucosio. Il recettore alfa è specificamente mirato alla quantità di grasso, in particolare di trigliceridi, che noi produciamo e influisce indirettamente sui livelli di colesterolo HDL nel corpo. L'importanza di questo il farmaco è rappresentata dal fatto che questi due problemi - il problema del glucosio e il problema dell'insulina -, che coesistono comunemente nella popolazione diabetica, possono essere trattati con la stessa molecola.

Studi comparativi attivi e studi dose-risposta

Sono stati presentati i dati di svariati studi su muraglitazar. Tra questi c'è stato uno studio di fase 2, dose-risposta, che includeva 1479 pazienti a cui sono state somministrate 5 dosi giornaliere di muraglitazar - 0,5 mg, 1,5 mg, 5 mg, 10 mg e 20 mg - o di pioglitazone 15 mg.
Dopo 24 settimane, il trattamento con muraglitazar ha prodotto miglioramenti dose-dipendenti nel controllo del glucosio, nei livelli di trigliceridi, colesterolo HDL e non-HDL. Lo studio dose-risposta è stato quindi prolungato per altri due anni, usando solo la dose di 5 mg. Dopo 104 settimane di trattamento, i ricercatori hanno osservato che la riduzione dei livelli di emoglobina A1c (HbA1c) era duratura, con una riduzione dell'1,5% ed un livello medio finale di HbA1c pari a 6,4%. Anche i miglioramenti dei lipidi plasmatici si sono mantenuti nelle 104 settimane.
E' stato inoltre condotto un trial di fase 3, in doppio cieco, randomizzato, in 1159 pazienti con diabete di tipo 2 e con un controllo glicemico inadeguato con metformina. Ai pazienti è stato prescritto muraglitazar 5 mg o poliglitazone 30 mg, mentre continuavano la terapia con metformina (la dose media di metformina era di 1854 mg e 1851 mg, rispettivamente nei gruppi muraglitazar e pioliglitazone).
Il trattamento con muraglitazar e pioliglitazone ha ridotto i livelli di HbA1c, ma una riduzione maggiore è stata osservata con l'agonista PPAR alfa/gamma. Le concentrazioni medie di glucosio plasmatico a digiuno erano anch'esse maggiormente ridotte dalla combinazione muraglitazar/metoformina. Inoltre il trattamento con muraglitazar ha migliorato significativamente i profili plasmatici dopo 12 settimane.


Variazioni assolute dei livelli di HbA1c nello studio muraglitazar e pioglitazone a 24 settimane

End point
Muraglitazar 5 mg e metformina (n=569)
Pioglitazone 30 mg e metformina (n=550)
Differenza dei livelli di HbA1c
tra i due bracci
p
Variazione nei livelli di HbA1c (%)
-1,14
-0,85
0,29
<0,0001

Variazione relativa dei parametri lipidici, rispetto al basale, nello studio con muraglitazar e pioglitazone a 12 settimane

End point
Muraglitazar 5 mg e metformina
(n=569)
Pioglitazone 30 mg e metformina
(n=550)
p
Trigliceridi (%)
-28,4
-13,4
<0,0001
Colesterolo HDL(%)
19,2
13,6
<0,0001
Apolipoproteina B (%)
-11,8
-6,0
<0,0001
Colesterolo non-HDL (%)
-5,9
-1,2
<0,0001


Complessivamente, le incidenze di eventi avversi tra i due gruppi di trattamenti erano simili, con un basso tasso di interruzione per eventi avversi lievi in entrambi i gruppi. Tre pazienti trattati con muraglitazar hanno sviluppato insufficienza cardiaca congestizia, che è rientrata in seguito ad una terapia diuretica o alla sospensione del farmaco in studio.
Gli effetti secondari più comuni osservati nello studio di fase 3, come in altri studi con muraglitazar, sono stati rappresentati da aumento del peso ed edema. Nel gruppo in muraglitazar è stato rilevato un guadagno medio di peso di 1,4 kg paragonato a 0,6 kg per i pazienti trattati con pioglitazone.
In conclusione sembra quindi che questa nuova classe terapeutica mantenga le proprie promesse relativamente al controllo degli obiettivi terapeutici, ma la questione della tollerabilità emodinamica dovrà essere approfondita, com'è avvenuto per i glitazoni.