SHOULD
BETA-BLOCKERS REMAIN FIRST CHOICE IN THE TREATMENT OF PRIMARY HYPERTENSION?
A META-ANALYSIS
Lindholm LH, Carlberg B, Samuelsson O
Lancet 2005; 366:1545-53
Una nuova metanalisi ha dimostrato che i beta-bloccanti non sono efficaci
come gli altri farmaci antipertensivi nel ridurre l'incidenza di ictus.
I risultati dello studio mostrano infatti un aumento del rischio di
ictus del 16% con i beta-bloccanti rispetto agli altri farmaci antipertensivi
e un 3% di aumento della mortalità per tutte le cause.
Gli autori del lavoro ritengono che questi farmaci non debbano più
essere utilizzati come agenti di prima scelta nel trattamento dell'ipertensione
primaria e come terapia di riferimento in futuri trial randomizzati e
controllati sull'ipertensione. Il passaggio dai beta-bloccanti ad altri
farmaci antipertensivi a basso costo in pazienti senza patologie cardiache
dovrebbe avere un impatto positivo sulla loro salute senza aumentare i
costi. Tale cambiamento dovrebbe però essere realizzato lentamente
e sotto controllo medico.
I dati si questa metanalisi si fondano su quelli ottenuti nei trial LIFE
ed ASCOT che avevano mostrato risultati migliori con altre classi di antipertensivi
rispetto ai beta-bloccanti. Tuttavia molti trial prevedevano l'utilizzo
di quest'ultima classe come terapia convenzionale di riferimento, spesso
in aggiunta ai diuretici e, poichè i diuretici sono efficaci, si
è persa la capacità di discriminare la scarsa attività
dei beta-bloccanti. Quindi se il medico lo ritiene opportuno può
iniziare la terapia con un diuretico, però successivamente non
deve aggiungere un beta-bloccante, ma un ACE-inibitore, un bloccante del
recettore dell'angiotensina o un bloccante dei canali del calcio. I beta-bloccanti
continuano ad essere dei buoni farmaci per altre indicazioni, quali la
prevenzione secondaria post-infarto, l'insufficienza cardiaca e la fibrillazione
atriale.
Nell'editoriale di accompagnamento alla pubblicazione si afferma che questa
metanalisi "sancisce la fine dell'era dei beta-bloccanti per la cura
dell'ipertensione".
METANALISI
I ricercatori del lavoro premettono che i beta-bloccanti sono stati ampiamente
utilizzati nel trattamento dell'ipertensione e sono raccomandati come
farmaci di prima scelta dalle linee-guida su questa patologia. Tuttavia,
un'analisi preliminare aveva in precedenza dimostrato come il beta-bloccante
atenololo non fosse molto efficace nel ridurre la pressione. Per ottenere
più informazioni su tutte le molecole della classe, essi hanno
condotto una metanalisi dei più importanti trial randomizzati che
hanno confrontato i beta-bloccanti con gli altri antipertensivi.
Utilizzando la Cochrane Library e PubMed hanno identificato
13 studi (tra cui il recente ASCOT) per un totale di 105.951 pazienti.
Sono stati inoltre aggiunti 7 studi di confronto con il placebo. I dati
sono stati analizzati per tutti i beta-bloccanti e per tre sottogruppi
-atenololo, beta-bloccanti diversi da atenololo, combinazione beta-bloccanti
con diuretici- a condizione che più del 50% dei pazienti in ciascun
campione avesse iniziato la terapia antipertensiva con beta-bloccanti.
Lo studio ALLHAT non è stato incluso proprio perchè questi
farmaci non costituivano il trattamento iniziale.
Il risultato principale è stato l'aumento del 16% (IC 95% 4-30%)
del rischio di ictus per i beta-bloccanti rispetto agli altri antipertensivi.
Tutti i beta-bloccanti vs altri antipertensivi
END
POINT |
RISCHIO
RELATIVO
|
IC
95%
|
Ictus |
1,16
|
1,04-1,30
|
Infarto
miocardico |
1,02
|
0,93-1,12
|
Mortalità
per tutte le cause |
1,03
|
0,99-1,08
|
Atenolo
vs altri antipertensivi
END
POINT |
RISCHIO
RELATIVO
|
IC
95%
|
Ictus |
1,26
|
1,15-1,38
|
Infarto
miocardico |
1,05
|
0,91-1,21
|
Mortalità
per tutte le cause |
1,08
|
1,02-1,14
|
Beta-bloccanti
diversi da atenololo vs altri antipertensivi
END
POINT |
RISCHIO
RELATIVO
|
IC
95%
|
Ictus |
1,20
|
0,30-4,71
|
Infarto
miocardico |
0,86
|
0,67-1,11
|
Mortalità
per tutte le cause |
0,89
|
0,70-1,12
|
Associazione
beta-bloccanti e diuretici vs altri antipertensivi
END
POINT |
RISCHIO
RELATIVO
|
IC
95%
|
Ictus |
1,09
|
0,98-1,21
|
Infarto
miocardico |
1,00
|
0,81-1,22
|
Mortalità
per tutte le cause |
0,97
|
0,89-1,05
|
I
risultati negativi con atenololo erano molto più convincenti rispetto
agli altri beta-bloccanti, tuttavia questa evidenza non era supportata
da dati sufficienti su gli altri farmaci della classe (vedi intervallo
di confidenza molto ampio). Quindi al momento si può solo desumere
che la classe dei beta-blocanti sia sub-ottimale per il trattamento dell'ipertensione
primaria.
Quando l'effetto dei beta-bloccanti era paragonato a quello del placebo
o a nessun trattamento, il rischio relativo di ictus era ridotto del 19%
per tutti i beta-bloccanti (7-29%), circa metà di quanto atteso
da precedenti trial sull'ipertensione. Non erano evidenti differenze per
l'infarto del miocardio e per la mortalità totale.
Beta-bloccanti diversi da atenololo vs placebo o nessun trattamento
END
POINT |
RISCHIO
RELATIVO
|
IC
95%
|
Ictus |
0,81
|
0,71-0,93
|
Infarto
miocardico |
0,93
|
0,83-1,05
|
Mortalità
per tutte le cause |
0,95
|
0,86-1,04
|
In
merito alla questione del meccanismo sotteso a questa nuova evidenza,
i ricercatori sostengono che i beta-bloccanti esercitano effetti negativi
sia sul metabolismo del glucosio che dei lipidi, ma che questi non sono
più pronunciati di quelli osservati con i diuretici tiazidici.
Tuttavia, sebbene i beta-bloccanti riducano efficacemente la pressione
sanguigna brachiale, non abbassano la pressione sistolica centrale quanto
gli ACE-inibitori, i diuretici o i calcio-antagonisti, e la regressione
dell'ipertrofia ventricolare sinistra è più strettamente
correlata alla pressione sanguigna centrale che a quella brachiale.
Nell'editoriale si sottolinea che molte commissioni responsabili della
stesura di linee-guida dovranno riconsiderare il loro sostegno ai beta-bloccanti,
quali farmaci di prima scelta nel trattamento dell'ipertensione e che
l'US National Heart, Lung, and Blood Institute dovrà rivedere
il progetto di uno studio sull'uso a lungo termine dei beta-bloccanti
nella terapia dell'ipertensione sistolica.
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