Fonte:
Ministero della Salute. 9 ottobre 2007
La storia della sanità pubblica si intreccia saldamente con le
fondamenta costituzionali del nostro Paese, con la sua crescita civile
e democratica e con il suo sviluppo economico e sociale.Può essere
scandita in quattro tappe fondamentali:
1 |
la
Legge 833/78, votata dall'85% del Parlamento, con cui 30 anni fa,
il 23 dicembre 1978, nasce in Italia il Servizio sanitario nazionale
pubblico basato sull'universalità dell'assistenza sanitaria,
sulla solidarietà del finanziamento attraverso la fiscalità
generale e sull'equità di accesso alle prestazioni. |
2 |
la
costituzione del sistema delle aziende per favorire l'efficienza e
la managerialità della gestione con il Decreto legislativo
502/93 |
3 |
la
previsione dei Livelli Essenziali di Assistenza per garantire l'uniformità
delle prestazioni su tutto il territorio nazionale con il Decreto
legislativo 229/99. |
4 |
è
la tappa che stiamo costruendo: quella della "qualità
e sicurezza delle cure". Due pilastri ritenuti fondamentali dal
Governo per svolgere appieno la missione di tutela della salute dei
cittadini. Questo significa qualità nelle prestazioni e nell'assistenza
in tutte le fasi della vita e della malattia, qualità nelle
procedure e nelle linee guida, qualità per la sicurezza dei
pazienti, qualità nei meccanismi organizzativi e gestionali,
qualità nell'arruolamento della dirigenza dove deve contare
solo il merito. |
La
sanita' italiana è seconda al mondo per capacità e qualità
di assistenza. Lo ha rilevato l'Organizzazione Mondiale della Sanità
nell'indagine che ha messo a confronto i sistemi sanitari in tutto il
mondo, ponendo l'Italia al secondo posto assoluto per capacità
di risposta assistenziale universale in rapporto alle risorse investite.
E indirettamente ne abbiamo trovato conferma dall'ultima rilevazione Istat
sul gradimento dei servizi sanitari da parte dei cittadini, che evidenzia
come oltre il 60% degli italiani apprezzi la sanità pubblica, con
percentuali fino all'80% di gradimento in alcune Regioni (Indagine Multiscopo
Istat su famiglie italiane -marzo 2007).
Il Servizio sanitario italiano rende accessibile il diritto alla salute
a tutti gli italiani, senza discriminazioni di reddito, di genere o di
anagrafe. Eroga assistenza sanitaria di alta qualità a tutti i
cittadini per ricoveri ospedalieri, cure di emergenza, prestazioni dei
medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta. E'inoltre
garantita una vastissima copertura farmaceutica a carico del SSN e tutte
le prestazioni ospedaliere e diagnostiche essenziali per la salute.
L'universalità,
l'equità e la solidarietà sono i tre principi guida del
nostro servizio sanitario nazionale che prevedono l'unitarietà
dei livelli di assistenza su tutto il territorio, l'equità d'accesso
ai servizi per tutti i cittadini e la solidarietà fiscale quale
forma fondamentale di finanziamento del sistema. Questo significa pari
esigibilità di tutte le prestazioni comprese nei LEA (Livelli Essenziali
di Assistenza) in tutte le Regioni italiane. Si tratta di una conquista
straordinaria di civiltà e rappresenta un indiscutibile indice
di alto sviluppo sociale e democratico per un Paese. Per noi italiani
forse è scontato che sia così ma in realtà sono pochi
i Paesi nel Mondo a garantire un'assistenza sanitaria di questo tipo per
tutti i cittadini, senza alcuna discriminazione.
La sanità e' anche uno dei più importanti comparti di attività
del settore pubblico. Lo è dal punto di vista finanziario ed economico,
dal punto di vista occupazionale e produttivo, per il valore aggiunto
in termini di knowhow nella ricerca scientifica e farmaceutica,
nelle tecnologie e nelle scienze mediche, gestionali e organizzative.
In particolare, le persone occupate nelle oltre 250 mila unità
locali che compongono la filiera della salute ammontano complessivamente
a quasi 1,4 milioni (corrispondenti a più del 6% delle forze di
lavoro occupate nell'intera economia);il valore aggiunto diretto e indotto
derivante dalle attività della filiera della salute sorpassa i
149 miliardi di euro, pari all'11,1% del PIL dell'intera economia nazionale;
i servizi sanitari contribuiscono direttamente e indirettamente per il
7,1% alla formazione della ricchezza nazionale, la distribuzione di farmaci
e prodotti medicali per il 2,4% e l'industria della salute per il rimanente
1,6% (Fonte Confindustria).
In
Italia abbiamo un'aspettativa di vita in buona salute tra le migliori
in Europa. Questo vuol dire che non solo viviamo più a lungo di
altre popolazioni europee ma anche che i nostri anziani godono di buona
salute fino agli ultimi anni di vita. Questo traguardo è anche
merito dei nostri servizi sanitari per la qualità e la diffusione
delle cure che garantiscono a tutti i cittadini. In particolare l'Italia
risulta al primo posto per aspettativa di vita in salute alla nascita
sia per gli uomini (71 anni) che per le donne (75 anni), davanti Usa e
Canada e Paesi Europei quali Francia, Germania, Gran Bretagna Spagna.
(Dati Oms).
Nel 2005 sono state 5.000 le istanze di autorizzazione per cure all'estero.
Il dato è significativo di un trend in netta diminuzione: nel 1995
le richieste di autorizzazione furono circa 20.000.
Abbiamo il prontuario farmaceutico a carico della sanità pubblica
più ricco d'Europa: in Italia infatti il SSN offre ai cittadini
tutti i farmaci per la cura delle malattie gravi e croniche compresi i
farmaci innovativi di ultima generazione. Oltre il 70% della spesa farmaceutica
nazionale è a carico del SSN (953 milioni di confezioni di farmaci
erogati gratuitamente nel 2006 (Dati rapporto OsMed 2006) e solo i medicinali
per la cura di lievi disturbi sono a carico dei cittadini. L'Italia è
il primo Paese europeo a fornire gratuitamente il vaccino contro il cancro
dell'utero a tutte le bambine di 12 anni.
Inoltre:
- possiamo
affermare di avere una delle migliori reti nazionali per l'effettuazione
dei trapianti d'organo in Europa dal punto di vista della qualità
degli interventi, della gestione delle banche dati sui donatori e sulla
disponibilità degli organi.
- siamo
l'unico Paese in Europa a garantire la possibilità di scegliere
il pediatra senza alcuna spesa a carico delle famiglie per tutti i bambini
da 0 a 14 anni.
- siamo
tra i Paesi con il più alto numero di apparecchiature TAC e Risonanze
magnetiche nucleari pubbliche per milioni di abitanti in Europa.
- abbiamo
il tasso più basso in Europa di infezioni ospedaliere nei reparti
di terapia intensiva neonatale.
Per
quanto riguarda l'attività di prevenzione, cui sono dedicati più
di 150 dipartimenti pubblici di prevenzione con oltre 10mila operatori,
possiamo affermare di essere all'avanguardia. In Europa siamo il Paese
con uno dei livelli più elevati di copertura per le principali
vaccinazioni e siamo i primi per le vaccinazioni dell'anziano contro l'influenza.
Saremo anche il primo paese europeo a rendere disponibile gratuitamente
alle bambine di12 anni la nuova vaccinazione HPV contro il cancro della
cervice uterina. Abbiamo raggiunto importanti risultati nella lotta al
fumo passivo con un significativo decremento delle malattie respiratorie
e di quelle cardiovascolari associate al fumo. Abbiamo oltre 5000 operatori
pubblici impegnati per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Abbiamo
recentemente varato il primo programma interistituzionale di prevenzione
primaria "Guadagnare salute " contro alcol, fumo, scorretta
alimentazione ed inattività fisica. Inoltre, disponiamo di una
formidabile rete veterinaria, con altre 10mila operatori, che garantisce
la salubrità degli alimenti e la sicurezza della produzione animale.
Una
buona sanità è frutto di un lavoro costante e permanente
di miglioramento e verifica del sistema. In grado di recepire e attuare
i cambiamenti necessari per rispondere con prontezza all'evoluzione della
domanda e dei bisogni di salute della popolazione. Il nostro sistema si
basa su questo metodo portato avanti da Governo e Regioni, prevedendo
il periodico aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza, l'aggiornamento
del prontuario farmaceutico, l'aggiornamento delle linee guida clinico-assistenziali,
la verifica dell'attuazione dei nuovi indirizzi di programmazione e riassetto
del sistema, ecc.
I PRINCIPALI INDICATORI DEL SSN
- il
personale medico e sanitario in servizio nelle strutture di ricovero
pubbliche ed equiparate ammonta a 103658 medici e 230251 infermieri.
- in
Italia nel 2005 i 47022 medici di medicina generale hanno assistito
ognuno una media di 1080 adulti residenti, i 7459 pediatri di libera
scelta una media di 1029 bambini.
- i
dati di attività delle strutture di ricovero pubbliche e delle
case di cura private accreditate con Pronto soccorso evidenziano che
nel 2005 ci sono stati 4 accessi ogni 10 abitanti; di questi il 18%
è stato in seguito ricoverato. Ogni anno si rivolgono ai Pronto
soccorso delle strutture pubbliche ed equiparate circa 23 milioni di
persone, che vuol dire 62145 persone al giorno.
- nel
2005 l'assistenza ospedaliera si è avvalsa di 1222 istituti di
cura pubblici e privati accreditati rispettivamente con 214225 posti
letto e 51130 posti letto. Il 68% delle strutture pubbliche è
costituito da ospedali direttamente gestiti dalle Aziende USL, il 15%
da Aziende Ospedaliere, ed il restante 17% dalle altre tipologiedi ospedali
pubblici. In particolare, la distribuzione degli ospedali pubblici in
relazione al numero di posti letto, riferita all'anno 2005, mostra una
prevalenza delle strutture di minore dimensione: gli ospedali fino a
120 posti letto costituiscono il 30,9% e quelli tra 121 e 400 posti
letto il 42,5% del totale.
- quasi
13 milioni i ricoveri degli italiani in un anno, pari a un totale di
oltre 78 milioni e 750 mila giornate di degenza. In ospedale si resta
in media circa sei giorni e mezzo, ma si superano gli otto per i pazienti
con più di 65 anni. Il parto, come evento naturale, resta il
primo motivo di ricovero. Tra le malattie più frequenti per cui
si va in ospedale vi sono soprattutto problemi cardiovascolari, malattie
polmonari e trattamento dei tumori. Oltre un ricovero su tre richiede
un intervento chirurgico, piccolo o grande. Nel dettaglio, ogni anno
si registrano circa:
Acuti -ricoveri ordinari 8.339.955
Acuti -day hospital 3.816.783
Riabilitazione -ricoveri ordinari 274.146
Riabilitazione -day hospital 60.864
Lungodegenza 100.212
- nella
fascia di età dai 25 anni ai 44 circa 139 ricoveri su mille abitanti
sono appannaggio delle donne contro i 66 dei maschi mentre dai 65 anni
ai 74 circa 302 ricoveri su mille sono degli uomini e 203 delle donne.
In media i ricoveri ordinari degli uomini costano di più di quelle
delle donne. La remunerazione media a prestazione è infatti di
euro 2815 per le femmine e di euro 3213 per i maschi. La durata della
degenza ordinaria varia con l'età, la media di 6,7 giorni cresce
nelle classi di età più anziane: 8 giorni dai 65-74, 9
in quella di età 75 e oltre. Nella lungodegenza in media si resta
26 giorni.
- i
decessi tra le persone ricoverate per acuzie in regime ordinario nel
2004 sono stati circa 181637, vale a dire il 2,9% del totale delle persone
dimesse da strutture pubbliche e d equiparate.
- a
livello nazionale sono disponibili 4,6 posti letto ogni 1.000 abitanti,
in particolare i posti letto dedicati all'attività per acuti
(regime ordinario e Day Hospital) sono 4 ogni 1.000 abitanti. La distribuzione
dell'indicatore risulta piuttosto disomogenea a livello territoriale:si
passa dai 5,8 posti letto del Lazio ai 3,9 della Puglia. A livello nazionale
i posti letto destinati alla riabilitazione e lungo degenza sono 0,6
ogni 1.000 abitanti con notevole variabilità regionale.
- nel
periodo 2001-2005, la percentuale di posti letto in reparti di riabilitazione
rispetto al totale dei posti letto ospedalieri, è progressivamente
aumentata, passando dal 6,9% del 2001 al 8,9% del 2005, in coerenza
con l'obiettivo di riequilibrare le risorse dedicate agli interventi
riabilitativi post-acuzie rispetto alle acuzie.
- nel
2005 sono state rilevate 842 strutture riabilitative con 15.383 posti
per l'attività di tipo residenziale (pari a 22,7 posti ogni 100.000
abitanti) e 13.280 per l'attività di tipo semiresidenziale (pari
a 26,3 posti ogni 100.000 abitanti) che evidenzia nel quinquennio 2001-2005
un incremento del numero dei posti di riabilitazione di tipo semiresidenziale.
- a
livello nazionale nel 2005 le giornate di assistenza per ciascun utente
sono state in media pari a 89,6 per assistenza di tipo semiresidenziale
e 90,8 per assistenza di tipo residenziale con una notevole variabilità
a livello regionale.
- nel
2005 sono stati assistiti al proprio domicilio 396.757 pazienti, di
cui l'84% di età maggiore o uguale a 65 anni. In particolare,
i casi trattati in assistenza domiciliare integrata (ADI) ogni 100.000
residenti sono passati da 551 nel 2003, a 679 nel 2005. Nello stesso
periodo il numero di pazienti trattati in ADI ogni 1.000 anziani residenti
è andato progressivamente aumentando passando da 23,9 casi del
2003 a 29,4 del 2005.
- al
2005 le strutture extraospedaliere di tipo residenziale e semiresidenziale
dispongono di 206.027 posti, pari a 352 per 100.000 abitanti. Il numero
dei posti per 100.000 abitanti è passato nel triennio 2003 -2005
da 324 a 352. Il 72% dei posti sono stati dedicati all'assistenza agli
anziani, il 12,5% all'assistenza psichiatrica, il 15,5% all'assistenza
ai disabili psichici e fisici.
- nel
triennio 2003 -2005 si osserva un incremento della dotazione di TAC
e di Tomagrafia risonanza magnetica (TRM) per 1.000.000 di abitanti:
nel 2005 le TAC sono 26,7 ogni milione di abitanti; i TRM sono 14,5
ogni milione di abitanti.
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