BIF
n. 4-2007
Fonte:
AIFA. Ottobre 2007
Editoriale: Quando un farmaco viene ritirato
Il mercato farmaceutico ogni tanto viene scosso dal ritiro di un medicinale.
A volte il ritiro colpisce medicinali in circolazione anche da diversi
anni ed in alcuni casi i provvedimenti restrittivi riguardano veri e propri
blockbuster. Si tratta di farmaci di uso specialistico in particolari
sottopopolazioni ma anche terapie preventive come vaccini, farmaci di
automedicazione e addirittura medicinali omeopatici. Tutto ciò
serve innanzitutto a ricordarci che una qualsiasi sostanza introdotta
per scopi terapeutici nel nostro organismo espone sempre a rischi, talvolta
gravi. A guardare il recente passato (tabella), si tratta di un
fenomeno che pare accadere sempre più frequentemente. Qualcuno
porrebbe collegare il fatto ai percorsi sempre più abbreviati della
messa in commercio dei medicinali, che accrescono il rischio di reazioni
avverse inaspettate. Spesso i media sollevano questo punto di vista, specie
in associazione con i dubbi sulla trasparenza da parte delle aziende produttrici
nel rendere espliciti i rischi collegati alle nuove terapie. A ciò
si aggiunge anche il giudizio critico sulla capacità di analisi
degli enti preposti alla vigilanza. A guardare bene, quest'ultimo punto
potrebbe essere completamente rovesciato da una seconda lettura dove,
al contrario, è proprio la maggiore efficienza dei sistemi di sorveglianza
sulle reazioni avverse a rendere più frequente il fenomeno di ritiro
di un medicinale. In realtà, l'introduzione di un nuovo medicinale
sul mercato porta con sé sempre una quota di azzardo che purtroppo
si gioca sulla pelle dei pazienti. I dati a disposizione al momento di
capire se vale la pena metterlo a disposizione della comunità sono
sempre limitati a ciò che siamo in grado di valutare in un ambito
sperimentale. Spesso si è in condizioni distanti dalla pratica
clinica di tutti i giorni, dove sono molteplici i fattori che entrano
a complicare lo scenario del nuovo intervento terapeutico. L'enfasi data
al ritiro di un farmaco nasconde però l'incapacità di percepire,
da parte degli operatori sanitari e del pubblico, la necessità
di una revisione "continua" del profilo beneficio/rischio di
ogni medicinale. Una lettura più critica consentirebbe forse al
prescrittore, al dispensatore e al pubblico una diversa predisposizione
ad un ruolo attivo nella farmacovigilanza, attraverso la segnalazione
delle reazioni avverse (vecchie e nuove). Nessun farmaco può considerarsi
scontatamente sicuro, anche se sostenuto alla base da risultati recenti
e da un utilizzo consolidato. La rivalutazione del profilo beneficio/rischio
di un medicinale non è quindi un'ammissione implicita di colpa
né una sorta di testimonianza di una sistema che fallisce la sua
missione di evitare rischi inutili. Nonostante ciò, è bene
precisare che in alcuni casi i tempi di intervento potrebbero essere ridotti
con una maggiore trasparenza da parte delle aziende produttrici, o attraverso
una più acuta capacità di analisi da parte dei settori preposti
alla vigilanza, e di intervento degli enti regolatori. Vi sono però
due altri aspetti che occorre considerare in associazione alla procedura
di ritiro di un medicinale. Il primo riguarda il fatto che alle volte
il medicinale in questione è talmente utilizzato sul territorio
che la sua scomparsa impone la programmazione attenta di un piano di comunicazione
che eviti sconcerto ed inutile panico negli utilizzatori. Non si tratta
ovviamente solo di descrivere in modo corretto le ragioni ed i rischi
collegati al provvedimento, ma di definire insieme agli operatori sanitari
i giusti consigli da dare a chi fino a ieri utilizzava quel medicinale.
Il recente caso di rivalutazione del rischio associato all'uso della nimesulide
offre un esempio concreto di come occorra definire meglio il profilo di
chi può utilizzare un antinfiammatorio non steroideo riservato
esclusivamente alla prescrizione medica. Ciò indipendentemente
dalla decisione o meno di lasciarlo sul mercato. E' necessario tener conto
che una sua immediata sospensione comporta di fatto che diversi milioni
di utenti devono scegliere improvvisamente un medicinale sostitutivo senza
per questo esporsi a simili o addirittura maggiori rischi. Un altro aspetto
è la difficoltà che le agenzie regolatorie mostrano nel
ritirare i farmaci sulla base di elementi che non siano legati esclusivamente
al fattore rischio. Di fatto gli esempi sotto riportati mostrano come
i ritiri siano quasi esclusivamente collegati a valutazioni sulla sicurezza.
Appare quasi scontato che, una volta in commercio, la disponibilità
di un medicinale possa essere riconsiderata solo a fronte di nuovi dati
di sicurezza. Ciò non prende in considerazione il fatto che un
farmaco inefficace sbilancia il rapporto beneficio/rischio in modo tale
che, per quanto infinitesimale e lieve sia il rischio, vengono a mancare
le ragioni per lasciarlo in commercio. In conclusione, il monitoraggio
continuo della sicurezza dei medicinali comporta una sempre possibile
ed eventuale eliminazione della sostanza dal mercato. Dovrebbe poter valere
lo stesso nel caso ci si renda conto che un farmaco è inefficace.
Il ritiro di un farmaco è comunque un fenomeno che deve essere
valutato in una logica di salute pubblica che tiene conto di tutte le
variabili in gioco. Ogni volta che questo succede, deve insegnare qualcosa
rispetto all'obiettivo primario: la cura dei pazienti.
Tabella - Medicinali e composti autorizzati, ritirati per motivi di
sicurezza o inefficacia
Data
ritiro |
Data
commercializione |
Nome
commerciale |
Principio
attivo |
Reazione
avversa maggiore |
Agosto
2001 |
Agosto
1997 |
LIPOBAY |
cerivastatina |
Rabdiomiolisi |
Settembre
2004 |
Luglio
2000 |
VIOXX |
rofecoxib |
Tossicità
cardiovascolare |
Aprile
2005 |
Giugno
2004 |
BEXTRA |
valdecoxib |
Tossicità
cardiovascolare, gravi reazioni cutanee |
Agosto
2005 |
Febbraio
2003 |
RAYZON |
parecoxib |
Tossicità
cardiovascolare, gravi reazioni cutanee |
Settembre
2005 |
Gennaio
2001 |
HEXAVAC |
vaccino
esavalente |
Inefficacia
della componente Epatite B |
Marzo
2006 |
Maggio
1990 |
MORUPAR |
vaccino
morbillo, parotite, rosolia |
Reazioni
allergiche |
Settembre
2006 |
Maggio
2002 |
REVITORGAN
CONISAN
a e b
|
colliri
omeopatici |
Grave
infezione del bulbo oculare |
Giugno
2007 |
Novembre
1998 |
VIRACEPT |
nelfinavir |
Ritiro
del prodotto contaminato con mesilato etilico; problema di qualità |
Luglio
2007 |
Agosto
1982 |
AGRADIL |
veralipride |
Disturbi
extrapiramidali e disturbi psichiatrici |
Agosto
2007 |
Agosto
1995 |
SILOMAT |
clobutinolo
|
Potenziale
rischio di aritmie |
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